Codice Astrale

L'Idra di Lerna


 La seconda fatica che venne imposta a Ercole consisteva nello sconfiggere l'Idra che viveva nella palude di Lerna, un mostruoso essere acquatico dal corpo di cane, e provvisto a seconda degli autori, di cinque, sei, sette, otto o nove teste di serpente (ma c'è anche chi dice addirittura cento e perfino 10 mila) che ricrescevano quando venivano tagliate. Aveva artigli possenti e letali, una coda imponente, e se le si recideva una testa, ne ricresceva subito un'altra. Sua madre Echidna, la Vipera, era anch'essa una creatura mostruosa, il cui corpo era privo di gambe ma provvisto di coda di serpente; suo padre era Tifone, demone nato dalle uova che Crono offrì a Gaia, la Terra, perchè si vendicasse di Zeus che aveva ucciso i suoi figli, i Giganti. Tifone, allevato da Pitone, il dio serpente, era a sua volta metà uomo e metà fauno, il cui corpo era provvisto di due ali e di occhi che lanciavano fiamme. L'Idra venne allevata da Era, sorella e sposa di Zeus, la più grande dea dell'Olimpo, e dal cui nome deriva Heraklés, “gloria di Era”. L'Idra dunque terrorizzava la regione del lago di Lerna, nota per i Misteri che vi venivano celebrati in nome di Dioniso, dio delle vigne, del vino e dell'estasi. La leggenda vuole che Dioniso avesse attraversato il lago senza fondo di Lerna per raggiungere gli Inferi e liberare la madre Semele da Ade, dio degli Inferi. In quella stessa regione si celebravano anche i Misteri di Demetra, la dea-madre Terra, perchè il lago era servito ad Ade per rapire Persefone, figlia di Demetra, durante il famoso ratto per mezzo del quale la portò negli Inferi e la fece sua sposa. Insomma, era una regione sacra, e la presenza dell'Idra che scelse il luogo come suo rifugio spinse gli abitanti a non celebrare più alcun rito. Fu grazie ad Atena, suo angelo protettore, che Ercole trovò la tana dell'Idra, il cui veleno era ritenuto così potente che bastava respirare l'alito del mostro per lasciarvi la pelle all'istante. E sempre Atena consigliò Ercole di stanare il mostro scagliando frecce infuocate, e soffocando l'Idra non dovette più temere il suo alito e la catturò. Anche in questo caso, come nella prima fatica contro il Leone, la clava non fu di nessun aiuto a Ercole, perchè ogni qualvolta la dava su una delle teste del mostro, pur schiacciandola questa ricresceva quando non si moltiplicava addirittura. Ed ecco allora Iolao, nipote di Ercole e figlio del fratello Ificle, accendere un gigantesco fuoco con braci e tizzoni per bruciare i monconi delle teste dell'Idra per impedire che si riformassero. Usando una roncola d'oro, tagliò la testa principale e immortale, e a seppellirla viva. Quindi, immerse la punta delle sue frecce nelle viscere del mostro e nelle fauci dei serpenti senza vita per impregnarle del loro veleno, e da quel giorno, le frecce di Ercole diventarono mortifere.Le dodici fatiche di Ercole rappresentano le prove che l'animo umano deve superare per accedere alla pace, all'armonia, alla liberazione da ogni passione e demone che lo tormenta, e in questo senso, allo stesso modo dei tarocchi, si segue un percorso iniziatico questa volta all'interno dello zodiaco. Può lasciare meravigliati il fatto di vedere questa fatica associata al segno della Bilancia, ma chi è l'Idra rispetto alla Bilancia? Il nativo di questo segno venusiano aspira all'armonia, all'equilibrio, alla serenità e alla giustizia, possiede il senso del bello, delle forme e dei colori. Si tratta quindi di un individuo affascinante e retto, ma tutto ciò altro non è che la punta dell'iceberg, è ciò che mostra in apparenza almeno fino a quando non ha compiuto il suo percorso e trovato la sua vera essenza elevandosi alle qualità che gli sono proprie. Il Bilancia cura molto il suo aspetto fisico ed è attaccato alle sue forme e ai suoi principi, ma così facendo nega, respinge, soffoca quanto di immediato e spontaneo c'è in lui. Rispettando forme e principi, e non prendendo mai decisioni, posizione, senza mai rompere e troncare per amor della pace e del quieto vivere finisce con il vivere nell'indecisione e farsi sballottare dalle circostanze, o farsi influenzare dagli altri. Sviluppa eccessivamente le sue qualità venusiane e femminili, il suo fascino e la sua raffinatezza, così come il compromesso, ma inibisce le qualità maschili di autorità a volte dispotica (Saturno). In realtà, a causa delle analogie con la Giustizia, egli aspira a dettar legge, e in lui domina l'intransigenza che viene però mascherata. Le nozioni di potere e intransigenza, spesso soffocate in questo nativo, proliferano suo malgrado come si moltiplicano le teste dell'Idra dal veleno mortale. E' tipico dei cattivi pensieri riprodursi all'infinito se si cerca di eliminarli dal di fuori, in superficie. Perché cessino di esistere bisogna troncarli, mozzare la testa e seppellirla per sempre, e questo è esattamente ciò che fa Ercole in questa seconda fatica.