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7 luglio, la verità degli aquilani contro l'ipocrisia


Di ipocrisia in ipocrisia non si sa dove si arriva, quindi per quanto ci si riesce bisogna metterci un argine. Prendete il terremoto de L'aquila ad esempio, una campagna elettorale costruita sulle disgrazie dei cittadini abruzzesi. Poi però finisce tutto e allora giù botte come è successo il 7 luglio. Se poi invece la verità viene a galla lo stesso ecco bella e pronta l'antica scusa dei provocatori infiltrati. Vorrei infiltrarmi nelle stanze dei bottoni per capire come vengono pianificate certe decisioni. per il momento cerco solo di documentare lo que pasa.Vedi le immagini degli scontriI cittadini aquilani sono tornati a Roma, questa volta dentro il Parlamento e non più davanti circondati e malmenati dalla Polizia. I comitati cittadini, che fin dal 6 aprile, giorno del terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo, si sono costituiti per gestire l'emergenza accanto al lavoro ufficiale della Protezione civile, hanno infatti tenuto una conferenza stampa nella sala del Mappamondo a Montecitorio per spiegare la loro verità su come si sono effettivamente svolti i fatti della manifestazione dello scorso 7 luglio.In quell'occasione i cittadini aquilani si erano dati appuntamento a Roma, con i sindaci in testa, per reclamare dal governo la sospensione dei tributi e un provvedimento ad hoc per riattivare l'economia aquilana ancora a terra. «16.000 persone hanno perso il lavoro, 30.000 persone sono ancora senza casa e la ricostruzione tarda e ad agosto scade il termine per pagare gli alberghi dove sono ancora migliaia di cittadini» spiega Sara Vegni del Comitato 3.32.La manifestazione invece si è trasformata in una prova di forza con le forze dell'ordine che hanno usato la mano pesante con i dimostranti, il risultato è stato il ferimento di due persone ma molte altre hanno subito danni anche se non se ne avuta conoscenza. Le ragioni della rabbia aquilana quindi si sono perse nella cronaca degli scontri e l'attenzione si è concentrata sugli episodi di violenza. Alcuni giornali e ambienti governativi hanno parlato della presenza di infiltrati e provocatori. Affermazioni nettamente respinte dai comitati che nel corso della conferenza stampa hanno anche proiettato, a supporto della verità, alcuni