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cat stevens Wild World


Una volta c'erano i treni...Qualcuno dirà: "Ma ci sono ancora!"...Non quelli che dico io! C'erano i treni, dicevo...quelli che ti ritmavano il viaggio col loro tututùm....tutututùm...tututùm...e che ti favorivano il e ti accompagnavano nell'appisolarti, quelli che potevi abbassare il finestrino e godere del vento che ti sferzava la faccia... soprattutto al mattino nei viaggi lunghissimi, per Torino o Milano, quelli che passavano attraverso i campi e i contadini curvi sulla terra si leveveno per salutare...sembrava fossero lì in attesa dei treni da salutare...c'erano i treni...quelli in cui il tizio di fronte a te, a un certo punto, tirava fuori da una borsa il classico "cugno" (per gli stranieri "panino particolarmente vistoso...del peso approssimativo di 600 grammi farcito con quanto di oleoso si possa trovare, tipo peperoni, melanzane, ecc.")...Erano uno spaccato di varia umanità, quei treni... ci si trovava come in famiglia, con gli zii lontani...ci si scambiavano informazioni, notizie, opinioni, fatti personali e personalissimi...il più delle volte si trattava di persone che andavano a trovare famigliari emigrati, oppure chi si recava da qualche "luminare" a Milano o Torino per un consulto medico, o emigranti di ritorno dalle ferie...e i bambini...quanti bambini!!! Il mio pensiero, in alcuni momenti, si rivolgeva con affetto e comprensione ad Erode...Mi piacevano, quei treni...