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Vangelis - Light and Shadow


 Un re in un tempo molto antico, mandò a chiamare tutti quelli che erano nati ciechi. Dopo che questi si furono raccolti in una piazza, mandò a chiamare un uomo con il suo elefante. Poi, rivolgendosi ai ciechi, disse a ciascuno di loro: “Questo è un elefante, secondo te a cosa somiglia?" Ogni cieco toccò l’animale e, secondo la parte toccata, definì il suo concetto di elefante. Uno diceva una caldaia, un altro un mantice, un altro, toccando la proboscide diceva il ramo di un albero. Chi aveva toccato le zampe le aveva scambiate per le colonne di un tempio, per un altro le zanne erano un aratro, per un altro il ventre era un granaio, chi aveva toccato la coda la scambiò per una fune di una barca e chi aveva messo la mano sull’orecchio, lo scambiò per un tappeto. Quando ognuno incontrò l’altro dicendo ciò che secondo lui somigliava l’animale, discutevano animatamente perché ognuno era convinto in modo assoluto di ciò che aveva toccato.Il re li osservava e si divertiva vedendoli così litigiosi e convinti della loro verità, ma alla fine decise di aiutarli chiamandoli a due a due. Li invitò a toccare la parte che aveva tastato l’altro e a chiedergli a cosa somigliasse. Così tutti espressero quello che sosteneva l’altro e, parlando fra loro, tutti si formarono l’idea di come in realtà l’elefante fosse. Tutti furono d’accordo che era un mantice con un ramo di un albero nel mezzo e a lato un aratro con due tappeti sopra un granaio sostenuto da colonne e tirato da una fune di barca. Dopo aver finito di raccontare la storia, il saggio disse ai sapienti: “Voi fate la stessa cosa, non sapete ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, né ciò che è bene e ciò che è male e per questo litigate e v’insultate". "Se ognuno di voi parlasse e ascoltasse l’altro, contemporaneamente, la verità vi apparirebbe come una, anche se ha molte forme”.