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'Animula vagula blandula' di Marguerite Yourcenar


"... Come chiunque altro, io non dispongo che di tre mezzi per valutare l'esistenza umana: lo studio di se stessi è il mezzo più difficile, il più insidioso, ma anche il più fecondo; l'osservazione degli uomini, i quali nella maggior parte dei casi s'adoperano per nasconderci i loro segreti o per farci credere di non averne; e i libri, con i caratteristici errori di prospettiva che sorgono tra le righe.  ... Mi troverei molto male in un mondo senza libri, ma non è lì che si trova la realtà, dato che non vi è per intero. L'osservazione diretta degli uomini è una norma ancora meno completa, limitata com'è, nella maggior parte dei casi, alle constatazioni piuttosto grette di cui la maldicenza umana si pasce. Il rango, la posizione, i casi della nostra vita restringono inoltre il campo visivo dell'osservatore. ...Quel che sappiamo sul conto degli altri è quasi tutto di seconda mano. Quanto all'osservazione di me stesso, mi ci costringo, non foss'altro che per entrare a far parte di questo individuo in compagnia del quale mi toccherà vivere fino all'ultimo giorno; ma una familiarità che dura da quasi sessant'anni comporta ancora parecchie probabilità d'errore.  Nel profondo, la mia conoscenza di me stesso è oscura, interiore, inespressa, segreta come una complicità. Dal punto di vista più impersonale, è gelida, tanto quanto le teorie che posso elaborare sui numeri: mi valgo di quel pò di intelligenza che ho per esaminare più dall'alto, da lontano la mia vita, che, in tal modo, diventa la vita di un altro. Ma questi due procedimenti della conoscenza di sé sono difficili, ed esigono, l'uno che ci si cali dentro se stessi, l'altro che ci si ponga all'esterno. ... Talora la mia vita mi  appare banale al punto da non meritare non dico di scriverla, ma neppure di ripensarvi a lungo, e non è affatto più importante, neppure ai miei occhi, di quella del primo che capita.  Talora mi sembra unica, e perciò appunto senza valore; inutile, perchè è impossibile adeguarla all'esperienza comune.Nulla vale a spiegarmela: i miei vizii, le mie virtù, sono assolutamente insufficienti; vi riesce di più la mia gioia; ma ad intervalli, senza continuità, e soprattutto senza un serio motivo. Ma ripugna allo spirito umano  accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, essere null'altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso. Una parte di ogni vita umana, persino di quelle che non meritano attenzione, trascorre nella ricerca delle ragioni dell'esistenza, dei punti di partenza delle origini."......(Margherite Yourcenar, Memorie di Adriano, ed. Einaudi)