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Lettera aperta (con speciale riferimento a Giny69)


Ieri sera (direi quasi notte) è occorso uno spiacevole fraintendimento sul mio blog: ad un commento ho risposto in maniera che avrebbe potuto sembrare astioso, e me ne son reso conto rileggendolo, ma che nelle intenzioni dello scrivente avrebbe voluto essere semplicemente secco, risolutivo, ma non astioso.Ribadisco quanto detto: nulla è più lontano da me quanto l'astio, il rancore o simili sentimenti dai connotati negativi...in genere tendo a lasciar perdere le offese, anche gravi...figuriamoci poi portare astio verso chi, in fondo, non mi aveva neppure recato offesa! E ribadisco le mie scuse per quel che le mie parole son potute sembrare - ma non essere...Ieri sera poi, era tardi per approfondire l'argomento, ma lo faccio ora, qui...Il commento era secco perchè mi proponeva un decalogo di cui 5/10 non avrebbero mai potuto far parte del mio modo di essere, perchè li considero lontani anni luce da come concepisco la vita....Quei 5/10 di decalogo presuppongono un'esistenza fatta di ombre di sui sospettare, di nemici o comunque concorrenti o avversari... Ora, io concepisco il mondo come una società fatta di esseri umani, basata sulla fiducia ed il rispetto reciproco ma anche sulla solidarietà...e devo dire che ne son sempre stato ripagato benissimo, ho incontrato sulla mia strada persone che mi son state vicine ed aiutato...certo, ho anche avuto fregature, ma in percentuale bassissima, e non tale da farmi cambiare stile di vita...o forse tendo a dimenticarmi delle fregature (il che, in ultima analisi, equivale a non averle avute)....Certamente, non è San Francesco, quello che sta scrivendo ora...è semplicemente una persona, con i suoi limiti, i suoi difetti ed i suoi pregi, e ciò di cui parlo è una tensione verso qualcosa, non una realtà acquisita...ma so riconoscere quando sbaglio, e so chiedere scusa..son due cose non sempre agevoli da ottenere o da fare...Quello che esponi nel tuo decalogo, in quei 5/10 è praticamente la rinuncia al tentativo di vedere il mondo in maniera migliore, rinunciare allo sguardo con cui ho sempre guardato le persone e le cose...perchè mai dovrei? cosa avrei in cambio di questo sacrificio? Ne riceverei semplicemente una esistenza più cupa e sospettosa, fatta non di interazioni col mio prossimo, ma di sospetti e di chiusure...perchè mai? Io, in questo modo, vivo serenamente...non significa, attenzione, vivere bene...mi mancano tante cose, e prima di tutto mi manca qualcuno cui chiedere, rientrando a casa,  com'è andata la giornata, o che me lo chieda...con cui dividere il pranzo, la cena e le bollette da pagare...no, non significa vivere bene, ma significa vivere in armonia con gli altri...perchè essere disponibili, dare, significa anche ricevere...un sorriso, un grazie, una stretta di mano spesso rappresentano il punto luce che illumina la giornata... il far pesare quello che si fa per gli altri ne annulla la portata di leggerezza che ha sull'animo di chi agisce....A me piace l'approvazione degli altri, sia per una indiscutibile voglia di gratificazione, sia - soprattutto - perchè quando non arriva sono costretto a farmi delle domande e a rivedere qualcosa del mio modo di essere, in un tentativo continuo - ma non ansioso - di miglioramento....E potrei continuare a lungo, ma temo di essere troppo prolisso...In fin dei conti, so perfettamente che il mondo è pieno di difetti, di guai, di ingiustizie e di cattiveria, ma non mi rassegno al fatto di continuare a vederlo così...e so perfettamente di non essere uno stinco di santo...ho le mie mancanze, i miei difetti, ho commesso probabilmente le mie cattiverie...ma voglio vivere sereno, senza sentirmi circondato da ostilità...Da bambino sognavo (sono sempre stato un'emerita rapa in matematica, e parlo di un paese del profondo sud contadino degli anni '50) una macchinetta che si mettesse in tasca e facesse i conti.... il realismo mi faceva constatare che la macchinetta non esisteva, l'ottimismo mi faceva sognare che un giorno sarebbe arrivata....Con tanto affettoNicola(P.S.  Le sirene avevano un canto melodioso con cui attiravano i marinai...che poi mangiavano.... le ossa  biancheggianti che Ulisse e i suoi vedono in lontananza sulla costa ben rappresentavano il pericolo...)