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Quando si dice l'aristocrazia....


Non amo la poesia comunee odiola strada aperta a chiunque.Odio un amante goduto da tuttie non bevo ad una pubblica fontana.Odio ogni cosa divisa con altri.Certo, Lisània è bello! Bello!E ancora non l'ho detto che un'eco già ripete:"E' anche d'un altro."Callimaco (Cirene, 305 a.C. - Alessandria d'Egitto, 240 a.C. - nella traduzione di  Salvatore Quasimodo) Ho letto oggi il post di un'amica sulla tendenza alla massificazione che induce ad una sorta di pensiero unico...mi son ricordato del liceo e di un epigramma che avevo tradotto, e l'ho cercato - con fortuna...(ti prego di perdonarmi, cara fata.doc , se prendo lo spunto da una tua idea, ma mi ha colpito)E', questa, una tendenza che ha sempre cercato di imporsi...far parte di un gruppo fa sentire più protetti, e l'omologazione si risolve in un apparente aumento di forza...e, dentro certi limiti ed in determinate circostanze, può anche risultare un vantaggio...il guaio è che spesso i limiti - quelli determinati dal buon senso - vengono superati! Ricordo, da universitario, che chi militava a sinistra mi bollava come fascista e chi militava a destra mi dava del comunista....mentre io cercavo solo di pensare con la mia testa e senza slogan o parole d'ordine!Ne parlavo qualche giorno fa con un'amica...e passi pure il vestirsi o l'acconciarsi i capelli in un certo modo! Solo che ora si esagera! Si parlava dei regolamenti comunitari... anche la frutta deve rispondere a determinati requisiti: le banane devono essere tutte della medesima lunghezza, gli acini d'uva del medesimo colore e grandezza, i pomodori, ecc.Che tristezza, un mercato - o supermercato - con la roba tutta uguale....e che tristezza un mondo con un pensiero tutto uguale....