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Ella Fitzgerald - Something To Live For


Rientravo in ufficio, a pomeriggio...radi e non frettolosi passanti per strada...qualche auto ai semafori... qualche goccia d'acqua dal cielo...evidentemente quel clima sospeso aveva contagiato anche le nubi, indecise...e da una finestra il suono quasi lamentoso di una musica araba......notai che si inseriva a meraviglia nel paesaggio urbano, lenta e pigra nei suoni cui il nostro orecchio non è educato...O, meglio, il mio era diseducato, perché mi ha richiamato le lontane nenie arabeggianti dei carrettini che, da bambino, vedevo trainati da uomini che vi trascinavano sopra la loro mercanzia e la pubblicizzavano cantando a squarciagola e modulando la loro cantilena... Erano autentici suoni arabi, con parole che - se le avessi distinte - sarebbero state sicuramente capite...ma erano indistinte...si capiva invece il tipo di merce dal suono emesso, dal gorgheggiare che, a guisa di codice, ogni singolo mercante emetteva... "E' arrivato quello della frutta"...oppure "Senti, mamma, c'è quello delle stoffe"...e così via...E' relativamente facile trovare degli esempi in certi film ambientati a Napoli fino agli anni '50...Era il frutto della commistione tra modi di vivere e di esprimersi diversi...ci si capiva pur non intendendo le parole: bastava la melodia...In quelle nenie c'era tutto il futuro: la fiducia, la speranza, l'ottimismo...Insomma. c'era quel qualcosa per cui val la pena vivere e rischiare....