comunicare

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Una ventina di giorni or sono è andato via il mio papà...Ero preparato all'evento: lo vedevo spegnersi lentamente ma inesorabilmente ogni giorno, a guisa di candela che piano piano, impercettibilmente, si consuma. permettendo alla sua fiammella di diventare giorno dopo giorno più fioca, di spandere via via meno luce e meno calore attorno a sé...E' rimasta mia madre... dopo 64 anni di matrimonio, le sembrava immortale quel vecchietto minuto ed ormai quasi immobile...lei lo vedeva ancora come il suo scudo, la quercia che la proteggeva dal sole e dalla pioggia...Quante volte li ho benevolmente invidiati...Ed ora occorre starle accanto, farle compagnìa...farla rifugiare nel dialogo, che quasi sempre si trasforma in monologo...E racconta....racconta....Racconta di due ragazzi che si sono conosciuti all'indomani della guerra...Racconta della sua bisnonna, che usava cucinare sempre un piatto in più - "per un povero", diceva - mandando lei ragazzina a portarlo...Racconta del suo bisnonno, non rientrato una sera a casa ad opera di squadracce fasciste...Racconta della sua futura suocera, di quando scoprì che aveva la medesima abitudine di sua bisnonna, pur essendo di modestissime condizioni...E racconta...racconta...frantumando il suo dolore e la sua melanconia in parole, polverizzandoli e sublimandoli fino a renderli nuvole d'anima, leggere...E a me piacciono...E sogno che qualcuno, un giorno, mi ricordi allo stesso modo...