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Jacques Brel - Le bon dieu


Sono stato invitato a far parte di un seminario (almeno, io lo intendo così) di psicologia, una riunione in cui ci si studia, ci si apre, ci si mette in gioco...Soggiogato dalla mia curiosità viscerale, che mi spinge a cercare di capire e dare sistemazione razionale a tutto, ho accettato...ma le domande. me le pongo...Ha senso cercare di capire, penetrare ed attraversare i meandri della psiche - nostra o altrui - per dare un senso logico a qualcosa che spesso logico non è? Se, ad esempio, Hitler fosse andato da uno psicologo, la storia del mondo sarebbe stata diversa? Certo, non lo sapremo mai...era solo per dire che a volte noi cerchiamo di capire una realtà, ed ogni volta che sembra che ci riusciamo, questa cambia volto...Per cercare di spiegarmi della bontà di questo tipo di introspezione, mi è stato fatto un esempio: una persona ha tamponato con la propria auto...evidentemente era troppo veloce e seguiva troppo da vicino l'auto che precedeva... questa la spiegazione immediata...ma ve n'è un'altra: chi guidava l'auto tamponatrice è caratterialmente una persona che vuol sempre stare "sul fatto", seguire tutto ciò che la circonda, i fatti che avvengono attorno! Bene! E allora? mi chiedo!Una volta appurato questo, la persona tamponatrice cambierà il carattere, snaturando se stessa, o continuerà ad essere quella che è, rendendo inutile lo sforzo di interpretazione? E vale la pena deviare la propria personalità arrivando al paradosso che (estremizzando) io cerco di capire come è fatta una persona da - mettiamo - come tiene il bicchiere in mano, o come gesticola? Non diventerà questo un filtro che mi farà diventare meno immediato, spontaneo verso il mio prossimo?Si...mi faccio troppe domande!