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considerazioni


Ho seguito, come tanti immagino, i fatti di Rosarno, e ne ho tratto alcune considerazioni...appartengo ad una terra, il mezzogiorno d'Italia, che purtroppo non è mai stata avara di episodi simili...quello che oggi desta scalpore è l'origine etnica dei protagonisti, e questo ci fà perdere i connotati stessi dei fatti. In Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia le lotte bracciantili hanno contato morti, feriti, stragi e fatti di sangue, sempre originati dalla medesima pretesa di rendere schiavi, di sfruttare delle persone e dei territori...Mi viene in mente un film di Totò, "siamo uomini o caporali?" in cui si diceva che sia gli uni che gli altri hanno sempre la stessa faccia, in qualsiasi epoca ci si trovi!Bene! ora sono arrivati gli uomini di colore, schiavi (perchè di questo si tratta, al di là degli eufemismi), che hanno avuto la "pretesa" di dire basta ad un sistema di potere, che non ce l'hanno fatta più! a ben guardare, è la stessa pretesa che ebbero i nostri nonni, quando dissero il loro "Basta!" e furono massacrati nelle nostre campagne di Andria o a Portella delle ginestre o in mille altri luoghi...E' strano! queste persone, venuti da chissà dove, ci stanno insegnando ad essere uomini, a ribellarci ai sistemi di potere come la camorra o la "ndrina"...è probabile che lo facciano perchè hanno da perdere solo la loro dignità, alla quale non vogliono rinunciare, mentre i locali spesso la dignità l'hanno già persa in cambio di cellulari, auto, ecc....non si spiegherebbe altrimenti il motivo di questo suicidio economico che porta a scegliere la perdita di raccolti di agrumi piuttosto che la presenza di immigrati disposti a raccoglierli per pochi centesimi...Mi chiedo, poi, quanti dei cittadini di Rosarno che hanno partecipato al pogrom (perchè di questo si tratta) si siano poi recati in chiesa per la Messa domenicale, ad ascoltare il messaggio del Vangelo che predica uguale dignità per ogni essere umano, quanti hanno, poche settimane fa, festeggiato la nascita di un Bambinello che voleva risvegliare le coscienze e attirare l'attenzione sugli ultimi della terra...ma immagino che il tutto si sia risolto con le solite abbondanti libagioni ed una Comunione...perchè il sacro è una cosa, la vita reale è un'altra, non è vero? Se le cose stanno così, mi sembra che la Chiesa non abbia fatto poi molti passi avanti, in duemila anni! Nè, in fondo, è possibile chiedere molto di più: è la terra che diede origine alle bande del Cardinale Ruffo, e la nostra Altamura ne ricorda ancora le violenze ed il saccheggio nel 1799!E' strano! tutto questo è accaduto un una regione che ha una quantità impressionante di emigranti...ed è ancora più strano quando si pensi alle accuse rivolte agli immigrati, specie se clandestini: sono dediti alla delinquenza, ecc., come se i calabresi di Duisburg fossero delle bravissime persone, dedite al lavoro ed all'armonia generale! Intendiamoci, non voglio criminalizzare i calabresi, ci mancherebbe: personalmente ne ho conosciuti tanti, ed a ciascuno di essi darei tranquillamente le chiavi di casa mia senza alcun problema...persone cui affidarsi senza timori di alcun genere...no, dico solo che ci sono disonesti in tutte le razze, etnie, religioni...Leggiamo il rapporto del diret­tore della Manodopera straniera del mini­stero del Lavoro parigino, Alfred Rosier, al­la fine del 1948? Dei 15.000 italiani presen­ti nel dipartimento agricolo del Gers, «il 95%» era «irregolare o clandestino». Quan­to ai familiari, erano entrati illegalmente in Francia addirittura «il 90%». Come al­l’ 80% erano entrati irregolarmente gli ita­liani censiti nell’area di Parigi dall’Institut national d’études démographiques.Che i nostri nonni e i nostri padri non siano «mai stati clandestini» come si avven­turò a sostenere anche Carlo Sgorlon, è una sciocchezza smentita non solo dalla memoria di quanti hanno vissuto l’emigra­zione, dal nostro soprannome in America («Wop»: without passport , senza documen­ti) o dalle copertine della Domenica del Cor­riere che raccontavano di mamme travolte sulle Alpi da tempeste di neve come Angela Vitale che «si era messa in viaggio dalla lon­tana Sicilia con i suoi sei bambini», ma da decine di studi italiani e stranieri. Certo, in alcune fasi storiche e in alcuni paesi la nostra emigrazione è stata «an­che » regolare e concordata con accordi bi­laterali, ad esempio, quello con Bruxelles del 1946: «Per ogni scaglione di 1.000 ope­rai italiani che lavoreranno nelle miniere, il Belgio esporterà in Italia: tonn. 2500 mensili di carbone...». Tuttavia anche in quegli anni c’erano due correnti parallele. Una di emigranti re­golari, l’altra di clandestini. Che attraversa­vano le Alpi lungo i sentieri battuti nel 1947 dall’inviato del Corriere Egisto Corra­di («passavano centinaia e centinaia di emigranti per notte: una volta ne passaro­no mille in poco più di ventiquattr’ore, con nidiate intere di bambini») in condi­zioni spesso così disperate che a un certo punto il sindaco di Giaglione, in alta Val di Susa, fu costretto a invocare un finanzia­mento supplementare alla prefettura di Torino «non avendo più risorse per dare sepoltura ai clandestini che morivano nel­l’impresa disperata di valicare le Alpi».Tutti questi clandestini erano altrettanti criminali? Eppure, è la stessa equazione che si è fatta in Italia nei confronti degli stranieri!Il punto è che molti considerano questi esseri solo come braccia e gambe, non come persone, il punto è che molti vorrebbero che questa moltitudine fosse presente solo nelle ore di lavoro (sottopagato) per poi sparire, il punto è che da troppo tempo in Italia si è dimanticata qualsiasi forma di razionalità, prima ancora che di cultura cristiana vera, nell'affrontare i problemi (che pure esistono e sono giganteschi) per soffiare sul fuoco dell'irrazionale, senza tener conto che,  in caso di incendio, potrebbe essere solo la casualità a stabilire chi ne esce indenne!