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Piccolo diario di viaggio...III parte


In serata, salutate le amiche dopo una gradevolissima chiacchierata, me ne vado in albergo: un alberghetto sito in località lievemente decentrata, per ottenere il vantaggio del parcheggio (un vero incubo, questo sì), piccolo ma moderno e ben messo...e soprattutto pulito... il personale (non so se gestori o dipendenti) estremamente cordiali, riusciamo ad imbastire una chiacchierata un po' su tutto: dai massimi sistemi fino alla cucina...Mi sistemo (ero in viaggio dalla notte precedente), esco per andare a mangiare qualcosa di serio e noto che, nel frattempo, la città ha quasi cambiato volto...i bergamaschi non sono quasi più in giro (fa parte delle abitudini del nord non stare per strada dopo una certa ora...lo avevo notato già in anni precedenti a Verona, Torino, ecc.), in compenso si nota una certa invasione di immigrati...pare si siano passati la voce! E' completamente cambiato il tipo di popolazione, e questi sono più chiassosi, meno composti...in alcuni casi, sguaiati... Fa parte del loro modo di essere, passo attraverso diversi gruppi di questi e sembra quasi non si accorgano della mia presenza, come di quella di un gruppetto di ragazze poco distanti da me, ma mi rendo anche conto dell'origine di certe fobìe, di certe paure...a me, barese, abituato alla gente per strada fino a mezzanotte passata (e diciamolo pure, non immune dall' incrociare personaggi...diciamo strani, per strada), questa gente dice poco, ma immagino a chi non è abituato...Chi di dovere non ha saputo, voluto o potuto educare all'incontro tra queste due entità...e questo genera sospetto e diffidenza... se un bergamasco avesse attraversato quelle strade tranquillamente, avrebbe potuto scoprire che poteva anche camminare tranquillo... Non che manchino i facinorosi tra loro, ma ne abbiamo in abbondanza anche tra gli italiani...L'indomani mi incammino verso Como, seguendo la strada di Lecco, e faccio sosta a Sotto il Monte, il paese natale di Papa Giovanni XXIII, a mio giudizio il papa più rivoluzionario almeno degli ultimi secoli... Vedendone la dimora, i ritratti, le foto anche di famigliari e della zona, mi rendo conto del perchè della vera rivoluzione nella Chiesa: sostituire come centro dell'attenzione della Chiesa l'uomo a Dio...ma il discorso si farebbe lungo e complicato!Riparto...attraverso paesi e località dove all'aria dei boschi si mescola quella delle attività umane...paesi tutti uguali apparentemente e tutti diversi...mi avvicino ai luoghi di manzoniana memoria e la fantasia comincia a vagare...ed ecco, Como!Lascio l'auto al parcheggio...il tempo non è bello, anzi rischia di piovere, ma raggiungo ugualmente il lungolago...il lago è uno spettacolo anche col tempo incertoRicordo che ero passato da Como circa un quarto di secolo prima... (suona lunghissimo, "un quarto di secolo"... lo accorcio, trasformandolo in "25 anni"...) di ritorno dal viaggio di nozze. E' Cambiata tantissimo, naturalmente, e sono spariti i negozietti che fecero impazzire gli occhi della giovane sposa ed il portafogli del giovane sposo...ora è una cittadina con tantissimi negozi griffati (si dice così?)...segno che a dispetto delle numerose crisi, gli italiani sono diventati più ricchi...o meglio, che alcuni italiani sono diventati più ricchi...Cammino per la città, vedo il duomo, ma soprattutto vedo ovunque la solita scena dei tavolini e dei turisti seduti...mi coglie il senso dell'omologazione...chiudendo gli occhi potrei immaginare si essere ovunque...Roma, Bolzano, Amsterdam, Colonia, e vedere in ciascuno di questi posti la medesima scena, i medesimi turisti, le medesime facce...quasi che fossero teletrasportati per vederli moltiplicati...ma forse è colpa mia, che non accetto l'omologazione, non accetto che a Como, in un negozio di souvenir, di possano acquistare prodotti "made in China", raffiguranti Palermo o Venezia...Un tempo quella era la patria della seta (chi ricorda "I Promessi Sposi"?), ma i negozi con articoli del genere sono rarissimi...Riparto...decido di percorrere il lungolago fino a Lecco, passando per Bellagio, ed il paesaggio mi fa riappacificare con il luogo...mi fermo decine di volte, perchè ad ogni curva il lago appare e scompare, la scena si modifica, agli ordini di una regia sconosciuta e sapiente...la strada a tratti si inerpica, lasciandomi vedere per intero le manzoniane "due catene non interrotte di monti, tutto a seni e golfi,a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli...", a tratti scende fin quasi al livello del lago stesso...Supero Lecco, senza fermarmi... a distanza, mi sembra una ridente cittadina e mi dà l'impressione di essere rimasta più se stessa rispetto a Como, più a misura d'uomo, di aver conservato la propria identità...ma forse è un'impressione..Punto su Bergamo, attraversando zone ormai famose non più per la storia, ma anche per la cronaca...mi riferisco a Pontida in particolare! E' curioso pensare che, da bambino e da ragazzo, questo luogo era segnalato sui libri di storia come uno dei passaggi cruciali per la nostra unità ed indipendenza, ed oggi lo è per i conati di una secessione che - ritengo - in realtà desiderano davvero in pochissimi...Riattraverso piccole realtà fatte di fabbriche e fabbrichette: chissà quante di queste riapriranno in settembre! Spero tutte, ma non ci giurerei...la crisi morde, c'è chi giura che è passata, ma intanto le fabbriche chiudono...e vorrei che qualcuno mi spiegasse questo arcano!E rieccomi in albergo...alla reception un altro signore con cui si apre una conversazione quasi interminabile ma gradevole su tutto: religione, politica, vita vissuta...ed è passato un altro giorno...domani, il rientro! (le foto verranno mese in un secondo momento)