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 E' bello avere una mèta verso la quale viaggiare, ma alla fine è il viaggio che conta(Anonimo)Ho sempre adorato viaggiare, ma non tanto per visitare quanto per la dimensione stessa del viaggio in sè...e mi piace il treno...veder sfilare davanti a te paesaggi, campagne, stazioncine piccole e grandi, vedere il paesaggio trasformarsi gradualmene e lasciare la pianura per affrontare i monti...Lungo l'Adriatico, vi sono punti in cui la strada ferrata poggia quasi sul mare, come a volerlo baciare, o sfidare, a seconda che la si percorra d'estate o d'inverno...la monotona della pianura padana, in cui scorgi paesini lontani e ti sembra che da un momento all'altro il treno si fermi per far salire Don Camillo o Peppone...vedere quei punti all'orizzonte, immobili, a sfidare la ferrovia, mobile...E ad ogni stazione, gente nuova con cui far chiacchiere... mondi nuovi, esperienze diverse... tanti universi che vanno e vengono...Sui treni moderni ormai si è perso il tran tran tipico, ritmato, che le ruote facevano dulle rotaie...il tu-tum...tu-tum...che a sera ti cullava in una specie di ninnananna...son quasi spariti gli scompartimenti, che facevano di ogni 6 - 8 posti una specie di ambiente-cucina di casa popolare, in cui tutti erano contemporaneamente padroni ed ospiti...E quando il viaggio era più lungo, quello diventava una specie di cartina geografica semovente...contadini pugliesi che cedevano il posto a commercianti marchigiani o allevatori padani, per tornare ai contadini sloveni o ungheresi...e ti accorgevi che, mutate facce e vestiti, fogge di cappelli o fazzoletti in testa, in fondo eravamo tutti la medesima cosa, e il contadino croato avrebbe fatto la sua figura nella piana di Foggia...Si..adoro viaggiare!