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Aptissima omnino sunt, Scipio et Laeli, arma senectutis artes exercitationesque virtutum, quae in omni aetate cultae, cum diu multumque vixeris, mirificos ecferunt fructus, non solum quia numquam deserunt, ne extremo quidem tempore aetatis (quamquam id quidem maximum est), verum etiam quia conscientia bene actae vitae multorumque bene factorum recordatio iucundissima est. (Cicerone, "De Senectute)(In genere, Scipione e Lelio, le più idonee armi della vecchiaia sono le arti e la pratica delle virtù, le quali, coltivate in ogni età, quando tu sia vissuto a lungo ed intensamente, producono frutti meravigliosi, non solo perché non lasciano mai soli, neppure nell'ultimo periodo della vita - benché ciò sia davvero la cosa più importante - ma anche perché la consapevolezza di una vita ben vissuta e il ricordo di molte buone azioni sono cose gradevolissime.)Mi son ricordato di quest'opera, oggi, allorchè mi ha chiamato mio padre...era abbattuto, avvilito... ("che ci sto più a fare in un mondo che non mi appartiene?"...ecc., in una sequenza di frasi che da lui non mi sarei mai aspettato)... Le cause erano risibili, ma il tono era quello di una persona in apprensione!Lo adoro...questo vecchietto, che ormai si muove a passettini minuti e cortissimi, col suo bastone, mi ha insegnato tanto...soprattutto mi ha insegnato a mordere la vita, nelle avversità, a tener duro e non mollare mai...a saper distinguere il giusto dall'ingiusto, a rialzarmi sempre...Mi ha insegnato il rispetto per chiunque, perchè ogni persona merita rispetto, a leggere nel cuore degli uomini (ci provo, ma non sempre mi riesce), a tener fede alle cose in cui si crede senza imporne mai alcuna, mi ha insegnato il valore del silenzio...e dei silenzi......e sentire quella frase, detta in quel tono...