comunicare

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Pensavo stamane, venendo in ufficio, a come le nostre azioni, noi stessi siamo guidati da un insieme quasi inconsapevole di microscelte, quotidiane...Mi spiego meglio. Ciascuno di noi ha l'illusione di aver fatto una scelta (o più scelte) di vitale importanza nel corso della propria esistenza..il tipo di scuola, la facoltà universitaria, sposarsi o convivere, farsi prete o diventare rapinatore... e sono in pochi a considerare che, in fondo, qualsiasi sia stata la scelta, è il frutto di una serie di scelte insignificanti nella vita di tutti i giorni...Da ragazzo incontro una ragazza, scelgo se telefonarle o no, lei sceglie se rispondere o no...e poi la scena si ripete..."passo a prenderti"..."si" oppure "no"...e pian pianino quello che era un qualcosa di estemporaneo, diventa usuale...si passa allo stadio successivo...Oppure in blog...oggi rispondo o non rispondo, scrivo o non scrivo a qualcuno...domani la scena si ripete...e si finisce con il dimenticare qualche amico...Esemplare, sotto questo profilo, il film "innamorarsi"...Frank e Molly, alla vigilia di Natale, si incontrano casualmente alla libreria Rizzoli di New York. Si rivedono per qualche mattina sul treno che dai sobborghi del New Jersey li trasporta nella grande metropoli: lui, ingegnere, vi sta seguendo la costruzione di un grattacielo, lei, disegnatrice pubblicitaria, vi si reca in visita al padre ammalato. Alle spalle hanno ambedue una famiglia apparentemente tranquilla, lui con moglie e due figli, lei è sola con il marito. Dal prevedibile incontro ogni successiva occasione non può andare che in una scontata e prevedibile direzione: dalla simpatia iniziale, allo star bene insieme, all'innamoramento. Arrivano fino alla camera da letto, ma lei si pente e torna indietro. I rapporti nelle rispettive famiglie comunque si guastano ugualmente; lui rompe l'imbarazzante situazione accogliendo la proposta di un lavoro a Huston. Ma l'anno dopo, sempre casualmente, sempre alla vigilia di Natale, sempre nella libreria Rizzoli si ritrovano un'altra volta: si salutano da "vecchi" e cari amici; ma poi sul solito treno che avrebbe dovuto separarli definitivamente, si incontrano ancora e questa volta per non lasciarsi più.Ora, è chiaro che la fine avrebbe potuto essere diversa...a patto che uno dei due protagonisti avesse scelto di non prendere il treno, o di sedere in un posto differente, ecc. Così come quando scegliamo, ogni giorno, di vederci, di sentirci, di parlare in maniera esclusiva (cioè con modalità che escludano altri) con tizio, caio o sempronio...o come quando, in una classe manca l'insegnante...quello che è il primo timido tiro di un foglio appallottolato diventa - con il tempo - usuale...e si passa ai gessetti, e via via a livelli sempre più "pesanti"...Si arriva poi alle aule devastate e ci si chiede come sia potuto accadere...C'è chi ha un'idea diversa?