IL PORTABORSE

La “Via Crucis” dei portaborse


05.04.2007 ore 08:45:00.La “Via Crucis” dei portaborseProvate a pagare un collaboratore in nero e magari a retribuirlo con uno stipendio inferiore a quello che prevedono i contratti di lavoro. Vi si prepara un grosso guaio. Molto grosso, sia che siate degli imprenditori, sia che siate una casalinga che si fa aiutare nei lavori domestici da una collaboratrice. Ne sanno qualcosa pensionati che, per aver retribuito “male” una badante, si sono visti fare causa dalla lavoratrice con la conseguenza che per pagare multe, contributi evasi e danni vari, hanno dovuto, purtroppo, vendere l’unico bene immobile posseduto: una piccola casa. Cosa volete, cari lettori, la Legge è Legge. Non è ammessa ignoranza e, in linea di principio, la Legge dovrebbe essere uguale per tutti. Questo in teoria, perché invece, in pratica, ed almeno per quanto attiene al diritto del lavoro, c’è qualcuno che non sembra tenuto a rispettare in maniera assoluta le regole. Indovinate un po’ chi? Ma i parlamentari naturalmente. Questi, similmente a 007 che ha, nella finzione letteraria, la licenza di non rispettare la legge penale che impone il divieto di uccidere, sembrano avere la licenza di derogare al diritto civile che impone a tutti gli altri di pagare contributi e giuste retribuzioni ai loro dipendenti. In particolare, come raccontato già diverso tempo fa,  i parlamentari ricevono da Senato e Camera alcune migliaia di euro al mese da destinarsi alla retribuzione di un paio di collaboratori. Molti, moltissimi tra i parlamentari, siccome non devono rendere conto di come spendono questi soldi, danno una manciata di euro a uno o più collaboratori (senza versare contributi e senza stipulare un regolare contratto) e la cifra rimanente se la inguattano nelle loro voraci tasche. La situazione è divenuta drammatica per i collaboratori dei parlamentari, e i Presidenti di Camera e Senato, ancorchè ex sindacalisti, se ne sono “impipati” del disagio di questi lavoratori. Tutto vero sino a pochi giorni fa, quando Fausto Bertinotti, attraverso i deputati questori, ha fatto sapere che i collaboratori dei deputati che non abbiano un regolare contratto non potranno accedere ai palazzi di Montecitorio. Bella notizia per i collaboratori, direte? Manco per sogno perché Bertinotti, invece di vincolare l’erogazione del contributo per i collaboratori all’effettiva stipula di contratti di lavoro, continuerà a far dare i soldi ai deputati anche se non regolarizzeranno i rapporti di lavoro, con l’unica differenza che i “portaborse” irregolari non potranno più frequentare la Camera. Alcuni deputati, intanto, presa la palla al balzo, visto che non vogliono regolarizzare i loro aiutanti e considerato che non potranno più usufruire dei servigi di costoro perché pagati in “nero”, hanno pensato di liberarsi dei portaborse dando loro, alla vigilia della Santa Pasqua, il benservito. Bell’operazione. Degna di veri galantuomini!Antonio Parisi