Il collezionista

Sogno o incubo?


Stamattina mi sono svegliato mezz’ora prima che suonasse la sveglia. Di solito, nelle rare occasioni in cui mi capita, ne approfitto e mi alzo immediatamente. Stamattina, però, mi sentivo decisamente troppo pigro, così mi sono girato dall’altra parte, ho chiuso gli occhi e dopo pochi secondi…Ero in piedi in una biblioteca, probabilmente quella di un università. Mi guardavo intorno e c’erano libri su tutti i tavoli, ma molte sedie erano libere e poi potevo vedere le mie mani pieni di graffi, come se avessi lottato con un gatto e avessi avuto la peggio. Prima di poter capire dove mi trovassi, vedo venire verso di me una ragazza che non vedo da più di sei anni. Si avvicina a me, ci salutiamo e cominciamo a parlare come due persone che hanno tante cose da raccontarsi ma che provano ad evitare l’argomento di cui entrambi non vedono l’ora di parlare. Lei mi dice che sapeva che mi trovavo lì e stava uscendo proprio per venire a cercarmi e salutarmi. Io muoio dalla voglia di chiederle se la sua amica e la ragazza che ha condiviso con me la parte più bella della mia vita e lì. Non so come chiederlo. E’ passato troppo tempo e sono successe troppe cose perché se ne possa parlare con tranquillità. Lei capisce ma non dice niente. Continua a guardarsi intorno senza parlare e poi lancia un’occhiata alla sua sinistra. Lentamente seguo il suo sguardo e la vedo. Capisco di aver aspettato quella situazione per anni eppure non sono assolutamente pronto. Resto bloccato, il sangue è come congelato nelle mie vene. Non riesco a parlare. Resto immobile e il mio corpo non riesce ad emettere nessun segnale di vita. Avevo sempre pensato di avere un sacco di cose da dirle ancora, ma in quel momento la mia mente era totalmente bloccata. Il vuoto assoluto senza tempo e senza spazio. Soltanto i suoi occhi. Noto soltanto che anche lei è un po’ imbarazzata. Accenna un timido sorriso impossibile da decifrare. Poi abbassa la sguardo a puntare il pavimento proprio davanti ai suoi piedi, si dondola per un attimo sui tacchi, rialza lo sguardo e riprende il suo cammino passando dietro la sua amica. In quel momento inizio a distinguere i dettagli. La guardo con maggiore attenzione e vedo sul suo viso un trucco marcato. Lei, che non si truccava mai, adesso ha un colore rossiccio che non le sta affatto bene. Rovina la delicatezza dei suoi lineamenti. Ma soprattutto il suo naso non è più lo stesso. Adesso ha un naso aquilino che non le appartiene. Sono confuso. Non riesco a capire cosa stia succedendo. Guardo la sua amica con degli occhi pieni di domande. Dalla mia bocca esce soltanto un flebile “Ma…”.Lei mi guarda e mi dice “Le cose sono un po’ cambiate. Hai saputo?”.“Cosa? C’è un marito? Un bambino?” chiedo.“Due bambini, ma è un po’ complicato”.Vorrei sapere di più, vorrei fare altre domande. Vorrei risentire il suono della sua voce. All’improvviso mi sveglio. Sono sudato e i battiti del mio cuore impazzito si perdono con tonfi sordi nel materasso. Mi guardo intorno. Quel sogno era così reale che ci metto un po’ a capire dove mi trovo. Ogni immagine è ancora viva nella mia mente. Mi infilo sotto la doccia ma la mia mente è ancora lì a riguardare ogni fotogramma di quel sogno e a chiedermi cosa sarebbe ancora successo se non mi fossi svegliato. Potevo quasi toccarla. Ma era soltanto un sogno.  Non so come è la tua vita adesso, ma sono sicuro che sei ancora bella come l’ultima volta che ci siamo visti. Spero che tu sia felice adesso. Forse hai veramente una tua famiglia. La famiglia che hai sempre voluto e che soltanto adesso capisco quanto avrei voluto costruirla con te. Ti auguro tanta felicità.  Anche questo sogno finirà in una palla di vetro e tra qualche anno non ricorderò più se si è trattato di un sogno o della realtà. Resteranno soltanto immagini, tutte vere nella mia mente.