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La Leggenda Del Regno Della Campana

Post n°1 pubblicato il 20 Aprile 2007 da Il_Leggendario
 

C’era una volta, nel bel mezzo della valle del Sele, un posto chiamato Colliano. Dopo numerose battaglie, e dopo un catastrofico terremoto, venne eletto un Re, forte, intelligente e duraturo. Egli condusse numerose battaglie, ne perse molte ma ne vinse tante, aveva molti nemici e tantissimi amici. I suoi pregi, fondamentali per la conduzione del suo Regno, offuscavano i suoi grandi difetti. Per molti anni nessuno osò metterlo in discussione. Ma col passar del tempo i suoi difetti iniziarono ad esser evidenziati da una leggera ma fastidiosa aria dittatoriale. A quel punto, alle porte del Regno, arrivò una regina sostenuta dai delusi del Regno, e dai popoli dei villaggi vicini al Castello Reale. Ma la Regina era ancora politicamente giovane, lei e il suo Castello erano lontani dal saper risolvere in modo immediato, le mancanze del popolo. Il Re respinse il primo attacco, ma il suo Regno subì gravi perdite e danni. Quel giorno il parroco suonò ripetutamente le campane, delle quali il Re ne fece stemma Reale. Nessuno sapeva che l’avaro parroco di lì a poco, si sarebbe spinto verso interessi sempre più personali, tradendo il suo compagno d’insegnamento e amato Re del Regno della Campana. Mentre la Regina del Castello diventava sempre più radicata alle porte del Regno, il Re si ammalò gravemente. Il Regno era in declino e con esso le sue forze. Il Re tentò di rimediare ma fece il suo più grande errore. Non avendo avuto figli politici e quindi eredi legittimi al trono, la continuità del Regno era in forte dubbio, così decise di cedere il trono al "Conte Furbone". Il Re in tanti anni aveva fatto molti errori nel valutare le capacità di molti individui del suo Regno, ma con il Conte Furbone segnò la sua fine. Il Conte Furbone, non se lo fece chiedere due volte, scese dal suo vascello, che per anni aveva inutilmente navigato nelle acque della Provincia, e accettò lo scettro. Con lui c’erano un gruppo di mercenari, che sì unì ai mercenari già presenti nel Regno. Durante gli anni vissuti a navigare nella Provincia, il Conte e i suoi mercenari, avevano rubato molti tesori e danari. Non avevano mogli, e se le avevano le vendevano. Dei tesori e denari raccolti non restò nulla, speserò tutto in viaggi di piacere, cenette e mega abbuffate, piaceri personali, nulla fu fatto e portato al Regno… anzi ci fu una cosa….Inizialmente si pensava fosse solo una leggenda, ma in realtà esisteva davvero… nel gruppo di mercenari del Conte Furbone, vi era un essere metà uomo e metà animale, che tutti chiamavano "La Scimmia". Il Conte Furbone sedette sul trono del Regno della Campana, a quel punto la Regina del Castello sferrò il suo secondo potente attacco. Il conte non aveva capacità di guerra, e dovette intervenire il vero Re del Regno, che grazie all’amore e alla fedeltà del vero popolo campanaro, salvo le mura ma non se stesso. Dopo la sua morte visse il ricordo di un grande uomo, contestato e amato da tutti, ma che a tutti aveva insegnato le regole del rispetto. Si susseguirono anni catastrofici per il Regno della Campana. Il Conte Furbone e i suoi mercenari compreso La Scimmia iniziarono a derubare il tesoro del Re. Infangarono il suo nome e profanarono la moralità e l’insegnamento dei suoi messaggi politici. Senza nessun rispetto per colui che nel bene e nel male, costruì il Regno della Campana, il Conte Furbone governò senza scrupoli. Rubava i lavori dei giovani dandoli a mercenari stranieri, difendeva tutti e tutto ciò che era illegale. Il Regno era finito, le campane non suonavano più, il popolo era allo sbaraglio. Intanto la Regina del Castello preparò il suo terzo e ed ultimo attacco. Era diventata più forte che mai, e finalmente aveva raggiunto un ottima maturità politica, capendo i problemi del Regno per merito dei consigli del popolo e soprattutto dei giovani, il futuro del Regno. Il Conte Furbone cerco di difendersi in vari modi: rinnego in modo indegno e irresponsabile le sue malefatte. Cerco di impaurire il popolo, con le spedizioni del terrore, condotte dalla "Scimmia", verso tutti coloro che non si riconoscevano più o rifiutavano il Regno della Campana. Durante la battaglia contro la Regina del Castello, sparirono definitivamente le campane e con esse il campanile. Il Conte Furbone diede un nuovo nome alla sua ormai ridottissima armata, un nome che si identificasse in coloro che ne facevano parte…la chiamò "L’Armata Del Gelataio". Infatti, il Conte che narciso credeva nella religione della nuova vita dopo la morte, si ricordò che nella sua precedente vita, aveva venduto gelati. Il nome era giusto, egli infatti era un ottimo gelataio, peccato che non ebbe più il Regno per sfamare le tante, visibili e conosciute lingue, che gli stavano dietro e che avrebbero voluto leccare il suo gelato per altri anni ancora. Dopo molte "Notti Magiche" di battaglia, la Regina del Castello vinse la guerra. Da quel giorno, il decaduto Regno della Campana, fu liberato dall’Armata del Gelataio, che impazzi insieme alla Scimmia. I due furono curati dal mercenario dei mercenari, che fortunatamente per loro fu psicologo e parente della Scimmia, a volte tra animali si ci capisce. In fine il Regno Della Campana prese il nome di Colliano, il Regno dei Cittadini… e tutti vissero felici e contenti.

Avete letto una storia inventata. Ogni riferimento a cose o persone e puramente casuale. MA ADESSO QUALCUNO CI LIBERI DA "COLLIANOPOLI"

 
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