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Vienna e la linea sinuosa, elegante, colorata e scintillante


Ho girato per un giorno a Vienna a naso in sù, ammirando l'architettura fascinosa ed elegante che la caratterizza; in questa città le diverse epoche storiche hanno partorito gioielli nei quali prevalgono linee curve e dinamismo, talvolta colori brillanti, superfici lucide e smaltate, superfici riflettenti oro e argento.Se dovessi individuare un comune denominatore nell'architettura di Vienna, che prendesse in considerazione case private ed edifici pubblici, edifici gotici, barocchi, liberty e moderni, non potrei fare a meno di definirlo come una linea sinuosa, elegante, colorata e scintillante.
L'imponente Cattedrale di Santo Stefano si differenzia dagli altri edifici Gotici d'Europa per la sua copertura a ripidi spioventi completamente decorata con maioliche coloratissime, che come piccole tessere di un mosaico formano un elegante motivo geometrico simile ad un ricamo su tessuto.
Entrando colpiscono i colori di ciò che resta delle antiche vetrate, tinte rese intense e vibranti poichè attraversate dalla luce.
Sprigionano invece una sensazione di forza, slancio e dinamismo le nervature dei possenti pilastri a fascio, che proseguono armonicamente nei costoloni delle volte, creando eleganti intrecci.A Vienna sembrano prevalere gli stili anti-classici; è notevole infatti anche lo sviluppo del Barocco, e l'interno si San Carlo ne è un tipico esempio: ricco, elaborato e sovrabbondante; l'esterno della chiesa è invece monumentale e sobrio, già orientato verso un gusto neoclassico.
Dal '700, spostandosi avanti nel tempo per arrivare fino alla fine del secolo successivo, la linea sinuosa e scintillante tocca l'opera di Eduard Veith, autore di uno splendido mosaico che raffigura i cinque continenti realizzato sulla facciata di una casa situata al numero sedici della Karntnerstrasse. 
Anche se nessuno si ferma a guardarlo, io ne sono rimasta affascinata e l'ho fotografato; mi ha colpita l'eleganza delle figure e dei motivi decorativi dorati e l'atmosfera orientaleggiante che riesce a comunicare.
Elaborati motivi floreali color oro caratterizzano anche la famosissima fermata della metropolitana di Karlsplatz, opera di Otto Wagner, risalenti allo stesso periodo dei mosaici di Veith.
L'organismo progettato da Otto Wagner è però più innovativo: lo scheletro metallico a vista di colore verde è abbinato a candide e liscie superfici in marmo.Oro sono anche le foglie che compongono la traforata cupola del Palazzo della Secessione; l'eterea cupola sovrasta leggera il liscio e massiccio volume bianchissimo dell'edificio.
Le superfici che delimitano il Palazzo della Secessione sembrano essere state concepite come fogli bianchi destinati ad accogliere decori ispirati a fiori e foglie dalla linea elegante e sinuosa. Non si tratta più di elementi costituiti da una superficie curva in rilievo, ma da disegni piatti. Ciò fa sì che il candido volume essenziale della costruzione non si appesantisca nonostante l'elaborata decorazione.
Il Palazzo della Secessione ospita lo splendido Fregio di Beethoven, di Klimt; non mi è stato possibile fotografarlo; inserisco qui la foto della copia di una sua parte, eseguita da un artista contemporaneo allo scopo di ripercorrrere le stesse tappe percorse da Klimt durante la realizzazione dell'opera; la finalità di questo lavoro era la conoscenza e la sperimentazione delle tecniche utilizzate del famoso artista per realizzare il fregio.
Il Fregio di Beethoven è un'opera moderna ancora oggi, che per lo stile innovativo potrebbe essere stata concepita da un artista contemporaneo; le sue figure femminili sono sempre affascinanti e guardando l'opera dal vero mi ha emozionato scorgere la traccia sicura del disegno, ancora perfettamente visibile; infatti queste figure non hanno la pelle pesantemente colorata; il loro incarnato è costituito dal colore dell'intonaco che fa da base al dipinto, ravvivato solo da pochissime sfumature di colore. Di Klimt mi piace anche il realismo dei corpi e dei volti sapientemente accostato all'astrazione e alla bidimensionalità degli abiti, degli sfondi e degli altri elementi decoratici che attorniano i personaggi. L'uso dell'oro, di elementi in rilievo, di oggetti applicati (ad esempio gli occhi del mostro sono dischi di madreperla) trasformano i lavori di Klimt in un punto d'incontro tra l'opera pittorica, il bassorilievo e il mosaico.Non lontano da Karsplatz mi cha colpito un edificio contemporaneo che accosta una linea pulita e geometrica con alcuni elementi ispirati allo Stile Secessione: si tratta della Biblioteca della Technical University. 
Il gufo che incombe e che sembra osservare i passanti dall'alto in basso, ricorda i gufi di Koloman Moser che decorano uno dei prospetti del Palazzo della Secessione (foto sotto).
Di Vienna mi hanno attratto anche diversi elementi architettonici (abbaini, finestre e balconi...) delle molte case private ben curate e ricche di eleganti decorazioni.
Nelle case della capitale austriaca ho anche notato anche un "armonico contrasto" tra antico e moderno.
La logica conclusione della linea sinuosa, elegante, colorata e scintillante non può  che coincidere con l'opera fantasiosa di Hundertwasser. Pittore ed illustratore prima ancora che architetto, questo originale artista concepisce l'edificio come una gigantesca scultura, che per certi versi si avvicina ad un dipinto (per l'accostamento dei colori) o meglio ad un mosaico (per la varietà dei materiali utilizzati a scopo decorativo, come vetro, maiolica colorata o argentata...) 
Guardando la Casa di Hundertwasser sono però rimasta un po' delusa: nel '91 (anno della mia precedente visita) questo movimentatissimo organismo scintillante e colorato aveva tinte omogenne molto vive perchè relativamente nuovo (era stato infatti costruito 6 anni prima), mentre ora l'ho trovato decisamente poco curato rispetto alla maggior parte delle case viennesi; ed è un vero peccato, perchè è qualcosa di unico; e pur essendo nato come complesso di case popolari, ora è meta di moltissimi turisti. Certo non sarebbe un'impresa da poco farlo tornare al primitivo splendore, per via della sua irregolarità, per la quantità di colori utilizzati e soprattutto per tutti gli inserti in mosaico che dovrebbero essere protetti durante un eventuale lavoro di ridipintura; richiederebbe tempo, pazienza e precisione (e quindi immagino una spesa rilevante); ma secondo me varrebbe comunque la pena di ridare vita a questo artricolato complesso così allegro e originale, apprezzato in tutto il mondo.
Il secondo edificio di Hundertwasser che ho visitato è la Kunsthaus, che ospita un miuseo dedicato all'autore più mostre temporanee di altri artisti.
In questo caso la facciata è rivestita di piastrelle bianche e nere disposte in modo ondeggiante e irregolare, mentre i serramenti sono colorati. Naturalmente si possono notare anche e lucide colonne coloratissime (nella foto qui sopra, all'ingresso) che sono una costante nelle opere di Hundertwasser.