Spostarsi pedalando, conquistare lo spazio esclusivamente grazie al lavoro dei propri muscoli, ha un che di affascinante: dà una sensazione di grande autonomia. Poter visitare ambienti nuovi ed affascinanti senza dover spendere denaro per il carburante o per il biglietto di un mezzo pubblico, infonde la convinzione che l'uomo basti a se stesso, e che dipendere continuamente da un mezzo a motore non sia un autentica nostro esigenza, ma un bisogno che ci siamo creati e del quale possiamo anche fare a meno.
Viaggiare in bici dà inoltre il gusto di esplorare percorsi nuovi ed inusuali, spesso immersi nella natura; e anche quando i percorsi sono gli stessi che si seguirebbero con altri mezzi, si notano aspetti del paesaggio che quando si è chiusi in un auto generalmente non si colgono. Quello che anima il cicloturista è un gusto per l'avventura e per la scoperta, forse simile a quello provato in passato quando a cavallo si varcavano spazi inesplorati per dirigersi da una città all'altra.
Un'altro elemento piacevole dei viaggi in bicicletta è la vita all'aria aperta: l'uomo è fatto per vivere sotto il cielo ma oggi, in un modo o nell'altro, ci troviamo sempre chiusi in un "involucro", sia da fermi (a casa, in un ufficio, a scuola...) che in movimento.Quando si pedala il contatto con l'elemento naturale è costante, l'aria scorre fra i capelli, il sole scalda la pelle, persino la pioggia è accolta quasi con francescana accettazione.
Un simile stile di vita influisce positivamente sull'umore oltre che sul benessere fisico, sulla salute; la sonnolenza e il senso di spossatezza che si provano quando si conduce una vita sedentaria non colgono chi conduce una vita così attiva.
Pedalando per ore, magari seguendo il placido corso di un fiume dal bacino ampio come il Danubio, qualcuno pensa, e segue il flusso dei pensieri concatenati che si si affacciano alla mente uno dopo l'altro seguendo un ordine solo apparentemente casuale; per me invece quest'estate le pedalate erano una sorta di momento di "meditazione", un momento in cui svuotavo la mente da tutto per immergermi nel paesaggio, ben cosciente del mio corpo, delle mie forze e delle mie sensazioni.
Il senso di autonomia di cui parlavo all'inizio è ancora più completo qualora si scelga di dormire in tenda. E' bello dormire sdraiati sul suolo e ascoltare il ticchettio della pioggia prima di addormentarsi. Bastano quindi una tenda e una vecchia bici: si scopre così che si può vivere con poco, e quando si torna a casa ci si rende conto che molto di ciò che ci circonda è superfluo per il nostro benessere.
Sulle piste ciclabili ho incrociato molte persone piuttosto anziane che mi hanno sorpassato con grinta ed energia; spero di mantenermi anch'io come loro in futuro. Si trattava di gente poco preoccupata delle apparenze (niente capelli tinti, lifting o abbronzatuurre artificiali) e più concentrata sulla "sostanza" del benessere; con un aspetto sano, una pelle dorata dal sole, muscoli tonici, felice di passeggiare all'aria aperta con i familiari o con gli amici; e vedendo presso Linz due coppie di anziani che vogavano energicamente all'unisono, scivolando sull'acqua del Danubio a bordo di un Kajak, ho provato un senso di benessere e di speranza verso il futuro.