L'onda è il mare

Pagine di diario


PAROLE ANTICHE,MA SEMPRE NUOVE Un’ondata travolgente, anomala su Wuhan, in Cina ed ora su Italia, Europa tutta, sul Pianeta. Uno Tsunami globale. La pandemia (pan, tutto e demos, popolo) è malattia senza confini, in assoluto, anche mortale.Un nemico naturale che intacca e danneggia la specie umana. Invisibile, incontrollabile. Un virus, (da vis, forza), un essere molto attivo, contagioso, assalitore, malefico. Paura, angoscia per una minaccia che ci abita per poter nidificare, a nostra insaputa. Se non oggi, forse domani o, voglia Dio, mai.Parassita, ci cerca, spudoratamente privilegia la vicinanza, il contatto, la relazione, aborrisce la distanza, la riservatezza, la solitudine. Amico della confusione, nemico del silenzio. Un doppiogiochista, subdolo e sleale.Potente, ma non onnipotente, perché per sussistere ha bisogno della nostra condivisione. Ogni leggerezza o distrazione è fuori luogo. La preda è ognuno di noi.Ci si salva se lo si evita. Bisogna nascondersi, ci ammoniscono i virologi e ci impongono i governanti, barricarsi, escludersi a vicenda, allontanarsi, isolarsi, per isolare e depotenziare l’aggressore.Un virus nemico dell’uomo, nemico dei sentimenti, degli affetti. La strada, la piazza, non sono più incrocio di sguardi, parole, gesti. Sono spazi disanimati. Circola il vuoto. L’ombra delle nostre debolezze, delle nostre fragilità, un monito valoriale?  Parole, sospiri, grida, lamenti, persino preghiere e improperi tacciono. Silenzio, e, dannatamente per troppi, silenzio di tomba. Tace anche il pianto e tace il pianto di un affetto, di un amore. Solo il suono di una campana, cupo e straziante, saluta il ricordo di persone care che ci lasciano per sempre.Separati, isolati. Persino la casa, spazio di intimità, vuole la distanza, monadi che si relazionano senza contaminarsi. Il nuovo inquilino disgregatore sembra voler indicarci le misure giuste all’interno della cellula familiare. Ognuno è unico, se stesso, la sua identità all’interno di un insieme, di uno sguardo comune. Amore e rispetto, amore e libertà.Qualcosa sta smuovendo i cuori.Non ancora le menti attonite, confuse e restie. Tornano in prima linea, dopo tempi di freddezza, insensibilità, rifiuti, bassezze, revanscismi politici, parole che sembravano dimenticate: “solidarietà”, “dedizione”, “comunità”, “collaborazione”, “speranza”. Sono parole forti.  Parole personificate che agiscono, sfiancandosi e rischiando la vita. Salvaguardandosi con guanti, camici e sovracamici, mascherine, strumentazioni mediche, con nomi, cognomi e tanto cuore, parlano di fiducia, di guarigione ad altri nomi, ad altri cuori sofferenti in difficoltà. L’eroismo, quello reale non quello retorico, sta tutto qui, “prendersi cura con competenza e amore” dell’altro che soffre, donare uno sguardo di speranza a chi dispera, unire la propria fragilità alla fragilità, perché diventi forza di ripresa, di salute.Queste parole, antiche ma sempre nuove, incise nel cuore dell’uomo, saranno loro a sconfiggere il nemico invisibile e saranno loro, se perdureranno nei cuori e illumineranno le menti, ad inaugurare giorni nuovi. La speranza può non essere illusione se si perseguono le cose che si sperano. Purtroppo la storia, il più delle volte, le è nemica.