Creato da coluci il 05/09/2010

L'onda è il mare

Viaggio del cuore e della mente

 

 

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Pagine di diario

Post n°207 pubblicato il 30 Ottobre 2019 da coluci
 

IO DICO QUELLO CHE PENSO

 

Né la contraddizione è indice di falsità,

né la coerenza è segno di verità

Blaise Pascal

Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità,

se non provoca male a qualcuno, se è utile,

ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire.

Buddha

 

Capita di relazionarsi con persone che intercalano, a volte ossessivamente, l'asserzione: "io dico quello che penso"! (da un po' d'anni s'è aggiornata con il pletorico "senza se e senza ma").

Un luogo comune? Ne sono straconvinto! Però va molto di moda!

Ascolto. Di primo acchito rimango perplesso e mi zittisco per gentilezza o per compassione. Non ci credo. Uno sbuffo di suono il suo dire, un tentativo di convincermi, inefficace.

Io, invece, non riesco a dire tutto quello che penso. Infatti, non lo dico neanche al mio interlocutore, tant'è che non gli credo!

Per mancanza di coraggio, per non contraddirlo, per eccessivo rispetto o per disistima, per incapacità dialettica, per paura di confrontarmi, per non perdere una relazione?

Sto zitto, perché trovo l'affermazione inconsistente, vuota; anzi, mi suscita sospetti su chi la sbandiera.

Sono un fedifrago, opportunista, buonista, pauroso, arrendevole?

Semplicemente vaglio la situazione, tengo conto dell'interlocutore, soppeso le parole.

In pratica, faccio tutto il contrario di quanto lui asserisce: cerco di pensare prima di dire. Così mi rapporto. In linea di massima.

Di seguito, continuo ad ascoltare soppesando le parole.

Il primo peso è il contenuto dell'argomentare. Qualcosa di importante o irrilevante? Parole che hanno una valenza o frivolezze? E qui il pensiero c'entra.

Il secondo peso sono modalità e metodo del discorrere. E qui si fanno i conti con la capacità dialettica, le emozioni, lo stile. Qui il pensiero c'entra di meno, sono altri gli ingredienti.

Il terzo peso, interferisce con i precedenti attraverso la correttezza di quanto si comunica. Siamo nel campo dell'opportunismo, della menzogna, della veridicità. Quanto narrato è attendibile? Vero o falso?

Qui c'entrano il pensiero, il cuore, la nobiltà d'animo.

Veridicità, da Verità. L'etimologia è incontrovertibile: a-lètheia (non nascosto, svelamento, ricerca). Meglio fermarci, ci porterebbe troppo lontano.

Un concetto troppo serio in questi tempi di narcisismo esasperato. Un tempo che non si dà tempo per fermarsi, riflettere, leggere, studiare, approfondire, fare cultura. Un tempo veloce, che TRAVOLGE, che SRADICA, un tempo di slogan, mail, chat, post, tweet, hashtag, fake news, like, tag, link.

E lo stile del discorrere? Provocazioni, battute ad effetto, travisamenti o alterazioni della realtà, accenti offensivi. Alzare i toni appare la strategia più convincente. Siamo nel guazzabuglio delle opinioni e spesso delle fantasie, se non delle sciocchezze.

Le verifiche? Meglio svicolare, pretendono tempi lunghi e faticosi di ricerca.

Come per i Sofisti greci, ogni individuo è criterio di una sua verità. Ogni individuo si considera detentore di una "opinione vera" (un ossimoro). LA SUA!

Che botta di antropocentrismo!!!???

Siamo fermi ancora qui! E i proclami per un nuovo umanesimo? Per la salvaguardia del pianeta? La riscoperta ecologica, naturalistica, cosmica? La consapevolezza che siamo parte del tutto?

Diverranno pensiero e parole anche "di chi dice sempre quello che pensa"???

Commenti al Post:
acquasalata111
acquasalata111 il 30/10/19 alle 10:10 via WEB
Carissimo Luciano, un bel post complimenti. Ci sono mille spunti su cui poter discutere e onestamente non saprei da dove cominciare. Frasi fatte? Probabilmente siamo un po tutti contagiati dalle frasi a volte per il suono a volte perche' le sentiamo come un ritornello anche a me capita di dire "io penso che" ma lo dico in una forma di rispetto come se volessi dire per favore ascolta quello che io penso che e' solo il frutto della mia esperienza e non e' certo verita' assoluta ma sono il riflesso di quello che sono. Non c'e' nessun sentimento egoistico o narcisistico quando io dico "io penso che". E non c'e' neanche nascosta la pretesa di un suggerimento di un consiglio e' solo pura personale esperienza sulla quale si e' formato il mio pensiero. Ovviamente questo che ti sto scrivendo e' solo un piccolo tassello di tutto quello che tu hai condensato nel tuo post. Ma per ora e' solo quello che sono capace di dirti. Un sorriso.
 
g1b9
g1b9 il 30/10/19 alle 10:52 via WEB
Mi è stato insegnato che sia buona cosa parlare quando si ha di che argomentare a proposito del discorso spesso è più utile ascoltare gli altri, per imparare, per farsi un'opinione e poi parlare. Penso che dire sempre quello che si pensa non sia un errore, naturalmente quando non si pretende di dire la verità, la quale, purtroppo ,è difficilmente un dogma, oppure provata . Il guaio, in questo mondo,e che quello che per me è giusto e corrisponde alla mia verità troppo spesso deve competere con mille verità diverse, poichè ognuno di noi ha un background unico.
Buona giornata, Luciano, un abbraccio!Giovanna
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 03/11/19 alle 11:48 via WEB
Io dico sempre tutto quello che penso... ...bel post ...buona domenica
 
solosorriso
solosorriso il 18/11/19 alle 19:23 via WEB
Diciamo che io nel corso degli anni ho imparato a non dire sempre cosa penso soprattutto se non mi viene richiesto...e soprattutto con quelle persone dai contenuti talmente banali e spocchiosi che non vale nemmeno dire ciò che si pensa :-) Perchè perderci del tempo prezioso? Ciao Luciano...un abbraccio e buona settimana.
 
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