Come la Paprika

A Piero


Salgo su una vecchia corriera,vestita come le donne degli anni 50,ad attendermi ci sei tu.Mi porti sui colli bolognesi,vuoi farmi vedere una vecchia casae conoscere una bambina che dici sia speciale.Eccola, è riccia, mora, la sua pelle è olivastraarriva dal Messico o forse è meglio dire che dalMessico arrivano le sue origini.Mi presenti, sei curioso di vedere cosa ti dirà di me.La piccola indietreggia,è palese che non le sia piaciuta,i motivi posson esser tanti,penso che uno sia che non amo mai fare troppe moine... tu ti inginocchi vicino a lei,chiedi cosa non gradisce di me,non ti risponde mi resta solo a debita distanza,fa nulla saliamo nella casa anticache ricorda un po' i vecchi castelli.La sala è quasi vuota, al centro c'è un antico tavolotarlato con sopra un acchiappamosche in vetro,mentre sul muro un vecchio orologio a pendolosembra voler far credere che funzionianche se accade solo due volte durante al giorno,il sole mostra la polvere su quei pochi oggettied io mi soffermo davanti alla finestra chiusadove oltre i vetri vedo la bambina che giocadi sotto coi sassi ed un triciclo malconcio.Mi prendi per mano e mi porti in una altra stanza,è una camera da lettocon un vecchio baule pieno di cose lasciate immobilida non so quanto, vicino ad un letto a una piazzae mezzo.Mentre andiamo verso un'altra finestranoto il materasso di crine con la fodera rigatadai toni marron e grigie per un attimo penso a mia nonnama forse non è nemmeno vero che è per così pocoche la penso perchè io a mia nonna la porto nel cuoree ogni giorno con me.Siamo di nuovo davanti alle colline,sono le stesse di prima pur se già diverse,tu dietro di me, mi abbracci forte,mentre lo fai mi dici che son la personache più ti ha amato in tutta la tua vita,non so se parli di tempo o di comema forse ti riferisci a tutte e due le cose,dovrei girarmi e baciarti,dovrei sentire il mio cuore scoppiarmi in pettoinvece è come se l'unica cosa che riesco a faree guardare e non pensare a nulla ...la bimba sotto alla finestra mi chiamami chiede perchè non scendo a giocare con lei,vorrei dirle perchè dovrei, ma prefeerisco fingeredi non aver capito.Ripete più forte di scendere,non è stupida e sa che non ho voglia di ascoltarlaa quel punto mi dice che di me non le piaceche ho pianto troppo tempo dentroe le mie lacrime son tutte ancora lìquasi come se temessi che andran perse se maile verserei.Tu mi abbracci ancor più forte,sembra quasi che vi siete accordati per farmi piangerema è così bella la collina vista da lìche riesco a pensare ad altro.Il mio sguardo vaga tra gli alberi,rincorre le rondini,salta sulle nuvole ed io mi sentosenza tempo come quella pendola in sala,come il mio cuore stanco,come la mia mente che sogna ancora di teper poi svegliandomi domandarmichissà chi eravamo in altre viteper essere ancora una volta qui.Lupa