cominciamo da due

lettera


 in realtà essi vivono il tempo. essi sono il tempo. unisco con una penna invisibile i miei pensieri come puntini, come in quel gioco della settimana enigmistica. ecco il profilo del mio pensiero di questa giornata soleggiata ma non calda. chissà che forma ha. cosa resta di me alle persone che mi circondano? cosa resta della mia dolcezza, come la chiami tu? cosa resta di me, della mia vita, agli altri? non sono mai stato capace di vederlo con chiarezza e limpidità. la visione si fa confusa, sfocata, annerita da un alone di indefinitezza. quando ci allontaniamo da noi stessi ci allontaniamo anche dagli altri. ecco perchè è così importante il nostro disperato desiderio di non perderci, il nostro tenerci stretti, il nostro venire a riprenderci quando stiamo volando via e guardiamo l'altro con voce muta ma occhi imploranti, che chiedono di essere salvati, afferrati, riconosciuti e fatti propri. la ricomposizione dell'insieme. del noi. il tuo abbraccio. voglio il tuo abbraccio. voglio il nostro respiro sereno e calmo e cadenzato e maturo. io e te siamo amanti. non c'è bisogno di ripeterselo. non c'è bisogno di scriverselo ogni giorno. capitano, è vero, giorni in cui abbiamo bisogno di scriverci ogni minuto, di descrivere quel che abbiamo intorno, di tenerci stretti con le parole vincendo la distanza. ma capitano anche giorni di tendenza all'afasia. non è un problema, nell'uno e nell'altro caso. perchè noi siamo, sempre e comunque, amanti. e ciò che conta è custodire quel 'noi' nella pancia e nella testa. niente altro. il resto è vita. sono colori. e i colori ci sono sempre, è la luce che li fa brillare e vivere in maniera differente. se sapessi pregare oggi pregerei. affincé sappiamo sempre essere luce. viviamo un tempo di sentimentalismi e di scarso allenamento all'affettività. viviamo un tempo in cui si sbandierano con ostentata meraviglia sentimenti, come in una liturgia di apparente autoreferenzialità. ma pochi sono capaci di vivere davvero. pochi sono capaci di farsi albero. di mettere radici. di bruciare, se è il caso. si vive di ostentazione di sentimenti proprio perchè si vive senza essere all'altezza dei sentimenti. e viviamo le nostre sconfitte più brucianti proprio su questo terreno. perchè non basta vedere chiaramente l'orizzonte. occorre essere in grado di muovere il passo verso quella linea lontana. spesso ci arrestiamo troppo presto. e allora ci rifugiamo, come accecati, nel culto del sentimento, nell'esteriorità dei sentimenti. ci avvolgiamo in vestiti colorati e rassicuranti come se quei colori bastassero da soli a dare a noi stessi il colore che abbiamo perduto. solitamente molti, molti anni fa. la bellezza è nei nostri corpi nudi. la bellezza siamo io e te, che ci siamo incontrati. la mia preghiera, se sapessi pregare il dio del tempo, sarebbe che possiamo entrambi incontrarci ogni giorno e ogni giorno riscoprire ciò che siamo, ciò che stiamo diventando, e migliorare insieme al nostro legame, affondare le nostre radici nello stesso terreno ed intrecciarle, diventare linfa per l'altro. la preghiera è riuscire a vivere senza più sconfitte. senza più brucianti incapacità di essere uomini e donne. riuscire ad allontanarci dal nostro tempo proprio per viverlo più sensatamente. riuscire a divenire noi il tempo. a superare le stupide paure, i limiti (meno stupidi, sì, parte di noi stessi, è vero, ma sono fatti in fondo proprio per essere superati). ad educarci a vicenda. a scoprire il modo di vivere che più ci appartiene. io voglio farlo con te.tu?gli amanti abitano luoghi altrimenti disabitati,spazi che agli altri viventi non sono visibili. così come del resto non lo erano agli stessi amanti prima che si incontrassero. gli amanti si perdono in parole e gesti che ai più paiono privi di senso ed utilità, una perdita di tempo.