Comitato 11 Marzo

Post N° 4


ANCHE A MILANO L'ANTIFASCISMO NON SI ARRESTAManifestazione molto partecipata quella di sabato 17 a Milano, nonostanteil terrorismo mediatico condotto nei giorni precedenti dai TG regionali edai giornali che, nelle cronache locali, paventavano saccheggi edevastazioni per depotenziare il significato politico del corteo edisolarlo dal contesto cittadino. Invece in piazza siamo scesi in così tantiche anche gli stessi media sono stati costretti a registrare dallecinquemila alle seimila presenze (ma sicuramente eravamo di più). Unapresenza ampia e variegata che è difficile riassumere per sigle eorganizzazioni, contrassegnata da tanti striscioni e tante bandiere, rossee rossonere. In testa i genitori degli arrestati l'11 marzo con alcuniesponenti di Rifondazione, poi i vari centri sociali milanesi promotoridell'iniziativa, noi anarchici e via via le altre realtà cittadine enazionali, gli studenti antifascisti, diversi camion con musica amplificata.Significativa la presenza anarchica dietro lo striscione 'Da Torino aMilano: fermare l'alta velocità della repressione', alcune centinaia dicompagne e compagni che con slogan, comizi volanti e canti anarchici hannocontrassegnato la loro partecipazione. Ampia anche la diffusione di UmanitàNova e del volantino preparato per l'occasione.Imponente lo schieramento delle forze del disordine statale sia in coda alcorteo che nelle strade laterali, diversi i negozi chiusi nellacentralissima Via Torino, ma anche curiosità da parte dei tanti passanti incentro per gli acquisti del sabato.La stampa ha dovuto registrare di malavoglia la volontà comunicativa ditutto il corteo e non potendosi attaccare ad alcunché, ha amplificato adismisura alcune scritte sui muri e sulle vetrine, la chiusura di qualcheserranda, dimostrando tutto il suo livore nei confronti dei manifestanti.Anche la scritta murale - Liberiamoci dal carcere - tracciata sul recintodel carcere di San Vittore con la quale si è voluto concludere il corteo èdiventata oggetto di indagine con minaccia di denuncia per danneggiamenti.Non c'è da stupirsi: ognuno fa il suo mestiere, sporco quanto basta.Quello che conta è che si sia riusciti a manifestare con forza per laliberazione degli antifascisti detenuti, partendo dal cuore di una cittàancora troppo poco sensibile alle esigenze di libertà e di socialità deisettori di fatto marginalizzati e che si sia riusciti a portare la nostrasolidarietà ai detenuti che dalle sbarre del carcere hanno risposto comepotevano ai saluti.Non solo, la riuscita della manifestazione, dopo innumerevoli riunioni diconfronto e di chiarificazione tra le varie componenti del 'movimento'milanese, può rappresentare un nuovo punto di partenza per una pratica direlazioni intrecciate, basate sul riconoscimento reciproco e non sulleforzature, in grado di dare nuova linfa e nuova energia alla praticasociale, l'unica in grado di costruire le condizioni di ribaltamento,collettivo, dell'esistente. Di seguito il volantino distribuito per l'occasione:A Milano l'11 marzo 2006 un corteo indetto per protestare contro il radunofascista di Fiamma Tricolore si conclude con scontri con la polizia: 45 lepersone fermate. Di queste, 34 vedono il loro arresto confermato. Atutt'oggi 25 persone rimangono in carcere mentre il numero finale diindagati è pari a 29; intanto procedono le indagini per individuare altrepersone attraverso la visione di centinaia di foto e di filmati .Per lorol'accusa è di concorso in devastazione, incendio e resistenza a pubblicoufficiale. Sempre a Milano il 4 maggio due giovani studenti vengono arrestati e altritre denunciati dopo uno scontro con un gruppo fascista di Legionestudentesca, nel quale uno studente di destra riporta ferite medicate alpronto soccorso. Per loro l'accusa è di lesioni personali dovuta a motivi'abbietti' ("l'odio politico"). Attualmente sono agli arresti domiciliari.Il governo Berlusconi che ha portato i postfascisti di Alleanza Nazionaleal potere, ha rappresentato il punto più alto, dal 25 aprile 1945, dellaripresa d'azione politica dell'estrema destra. Apparentemente sconfittodall'insurrezione armata della Resistenza, il fascismo, sotto varie vesti,non ha mai smesso di operare dall'immediato dopoguerra ad oggi: lotestimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questopaese. La realtà odierna è contrassegnata da un suo rafforzamento che non ètanto dovuto dalla crescente intensità di attentati, provocazioni,aggressioni culminate con l'assassinio di Dax e diversi tentativid'omicidio, quanto dal diffondersi di un clima generale di intolleranza,razzismo e sessismo che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenticollettivi e le dimensioni individuali, basato sul disprezzo e l'odio peril 'diverso' (il povero, l'immigrato, lo zingaro, l'ebreo, l'islamico,ecc.) e che ripropone il fascismo come sbocco 'naturale'di una mentalitàautoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale.Ciò che deve preoccupare tutti è l'esistenza di una vasta rete di alleanzedi fatto, che va dalle destre istituzionali ad ampi settori dell'apparatostatale, fino ai gruppuscoli dell'estremismo più becero. Infatti, al di làdei linguaggi, identici sono gli obiettivi di entrambi: i migranti, icomunisti, gli anarchici, i diversi, i centri sociali, i sindacati dibase…, a dimostrazione che quanto fanno praticamente i nazifascisti rientrapienamente nella campagna d'ordine sicuritaria agitata dalla stampa didestra ('Libero', 'La Padania', 'Il Giornale', ecc) e sostenuta dai Pera diturno e dai 'moderati'che vorrebbero più polizia e più repressione insiemea quell'apparato statale che, tramite giudici e poliziotti, arresta,denuncia e persegue penalmente i militanti antifascisti, criminalizzando lemanifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva edilatando l'applicazione degli articoli sull'associazione sovversiva.Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione internaed esterna, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamentefascisti , come si è visto a Napoli e a Genova nel 2001, e come chiaramentesi evidenzia dai risultati elettorali tra le truppe italiane di stanza inIraq ed Afghanistan.Per questo la pratica antifascista si trova a doversi misurare con unavversario che va ben oltre le contingenze di una necessaria autodifesa neiconfronti di una manovalanza violenta ed aggressiva di bande di esaltati,nella consapevolezza che l'antifascismo di regime, istituzionale edinoffensivo, nel celebrare retoricamente i combattenti ed i caduti, ha inrealtà affossato le vere ragioni della loro lotta, della loro ribellione,che erano lotta e ribellione all'autorità dello Stato-padrone. Non bastainchiodare i fascisti alle loro responsabilità storiche ed attuali, maoccorre anche sollevare il velo sull'ipocrisia dell'antifascismo di regimeche sul sangue e i sacrifici dei resistenti ha collaborato al grande pattodi ricostruzione capitalistica nazionale che ha ridato fiato ai propri mostri.Per essere reale l'antifascismo deve tornare ad intrecciarsi alla criticaradicale dell'esistente ed alla prospettiva rivoluzionaria di una societàsenza gerarchie né sfruttatori, sconfiggendo sul terreno della praticasociale - autogestionaria, solidale, antirazzista, antisessista - ognitentativo di criminalizzazione della nostra vita e di attacco alle libertàindividuali e collettive.Dopo aver partecipato alla manifestazione di Torino del 10 giugno che,indetta dagli anarchici, ha visto sfilare migliaia di antifascisti, siamodi nuovo in piazza il 17 giugno a Milano per sostenere con forza che:L'ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA! LIBERTA' IMMEDIATAPER GLI ANTIFASCISTI DETENUTI!FEDERAZIONE ANARCHICA MILANESECIRCOLO ZABRISKIE POINT - NOVARACIRCOLO DEI MALFATTORI - MILANO GRUPPOLIBERTARIO L'ERBA- CASATENOVOCOLLETTIVO SPAZI LIBERATI- MILANO UNDERGROUND SPAZIOANARCHICO - BERGAMOCOLLETTIVO LIBERTARIO NOVATESE