Rimpianti,Rimorsi...

PICCOLO UOMO


Questa è la mia storia autobiografica e qualora qualcuno dovesse varcare la soglia del mio blog è pregato vivamente di non fare commenti banali,e di rispettarlo come si fa quando si varca la soglia della casa di un'altra persona.Da ragazzo come credo altri miei coetanei,ho vissuto in una famiglia patriarcale (in termine non è un eufemismo);mio padre era un gran lavoratore si spaccava la schiena dalla mattina alla sera, non mi ha fatto mancare niente dal lato economico, bensì dal lato affettivo ha lasciato in me un enorme vuoto, del diamentro e della profondità di un vulcano, un forte senso si insicurezza, frustrazione, malinconia.Sono cresciuto sempre con la paura che qualsiasi cosa facessi non era giusta a prescindere.Sorretto e coccolato da una mamma che ha sempre cercato di ovviare a questa defezione e di difendermi a spada tratta, nel limite delle sue possibilità, mi addormentavo con una rabbia interiore un senso di amore/odio una specie di vendetta ma anche un senso di protezione che avvertivo nei confronti delle mie sorelle come se dovessi proteggerle da un mostro senza cuore.Ora a distanza di anni mio padre,quel padre padrone che faceva il bello ed il cattivo tempo,è  uscito dalla mia vita, preso da altri interessi, altre prospettive di vita (se così si può definire l'alcolismo!!!),  scappato da un matrimonio che il più delle volte gli sembrava stretto.Non ho più rapporti personali con lui,ma devo ammettere che un pò mi manca,mi manca avere una persona davanti a me che mi dia dei consigli, anche inutili spesso duri e diretti, mi manca il suo sguardo, ma quel che più mi fà male è mi fà star male e che un giorno lui non ci sarà e non avrà mai potuto conoscere i suoi nipoti.Ho provato ad aiutarlo in un certo momento della mia vita mi è sembrato come se le parti si fossero invertite e come se lui stesse cercando inconsciamente aiuto in me in quel piccolo uomo incapace e frustrato cresciuto forse con un bel vuoto interiore,ma è stato inutile mi allontanava forse era solo conseguenza dell'alcool o.Spero un giorno,di avere la forza e l'incoscienza di cercarti e spero di non sbattere contro quella porta che spesso mi hai scaraventato addosso.SABATO 17 MAGGIO.Dopo due anni dall'ultimo colloquio avuto con mio padre (Aprile 2006),causa un lutto in famiglia, ho avuto la forza e/o l'innata incoscienza di non sbattermi/gli ,forse per l'ultima volta, la porta in faccia e chiudere per sempre qualsiasi spiraglio di una pseudo riappacificazione.Una parte del mio cuore quella dell'indifferenza,simile all'essere codardo e ad aggirare l'ostacolo, stava prendendo il sopravvento, ma fortunatamente l'altra parte di me quella più razionale ha avuto la meglio.Chiedo di sentirlo al telefono, lui accetta quegli istanti e quelle poche frasi scambiate al cell sembrano infinite come infinite erano le cose che gli volevo dire e che non ho detto;mi sento dapprima sollevato,libero come se avessi tolto un macigno dallo stomaco,dall'altra parte sono triste al pensiero che quello che è capitato a mio nonno può capitare a lui con quel maledetto cruccio che mi perseguita quello di non averlo conosciuto mai abbastanza,quello che qualsiasi cosa io abbia fatto sia sempre stata poca, quel misto di paura/rimorso che mi perseguita al pensiero che un giorno,i mie figli non abbiano conosciuto quella parte buona del loro nonno.Ora penso di dover varcare quella soglia, forse per sentirmi apposto con la mia coscienza forse per non sconfiggere quel cruccio che ho o forse per sentirmi definitivamente sollevato.