Creato da ilgirodiboa7 il 21/01/2008

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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 29 Luglio 2008 da ilgirodiboa7
 

Luglio 2008 - 30 miglia dalle coste della Tunisia.Siamo alla ricerca di una probabile imbarcazione stracolma di clandestini,questo ci è stato segnalato, ma all'orizzonte non si vede niente.E' la prima volta che faccio questo tipo di operazione, è mi sento spaesato,pericolosamente fuori luogo come lo ero tanti anni fà il primo giorno di asilo.Il mare è calmo, bava di vento il cielo e limpido ed una leggera brezza aleggia nell'aria come se questa maledettissima calma fosse il preludio ad una delle tante inevitabili tragedie.Cerco di ascoltare qualcosa tramite il VHF un messaggio di soccorso,una semplice parola che mi potrebbe in un certo qual modo rassicurare,ma niente,neanche il radar riesce a battere qualche bersaglio utile....niente stramaledettamente niente.Riceviamo una segnalazione da parte di un peschereccio del posto della presenza di un barcone di colore azzurro e bianco con a bordo i clandestini e segnato l'eventuale posizione,tracciamo la rotta e ci dirigiamo nei pressi del natante.Eccoli ora si vede all'orizzonte una  barca ma non si riescono a contare i profughi, nè a quantificare le probabili avarie dell'unità.Ci avviciniamo sempre di più e si vedono dappertutto una barca strapiena di persone alcune che sventolano dei vestiti di colore rosso e bianco,accartocciate come sardide e  come chicci di grano sballottolate nel setaccio di una mietitrebbiatrice.Ora ci dobbiamo avvicinare,e fare in modo che non succeda niente nelle operazioni di trasbordo.Ci sono donne a bordo,uomini,vecchie bambini scappati da chissà quale posto del mondo alla ricerca di chissà quale fottuta speranza e di quale luccicante e abbindolante futuro.Cazzo si avvicinano seduti non vi alzate, non tutti nella stessa direzione rischiate di ribaltarvi.Li imbarchiamo dando prima precedenza alle donne a quelle incinta e ai bambini sono piccoli vedo in loro per un attimo i miei figli Gabriele e Rebecca,con una grande sostanziale differenza siete fortunati figli miei non potete capire quanto ma siete davvero fortunati.Malgrado le nostre urla, la nostra ferma  decisione di bloccarli di non farli mettere tutti su di un lato per il pericolo che il barcone si ribalti, e di prenderli e tirarli uno alla volta, gli uomino si gettano letteralmente sulla nostra barca,uno sull'altro ammassandosi e accalcandosi schiacchiandosi a vicenda come dei mozziconi di sigaretta,per fortuna non si fanno male.Dopo un'interminabile e inquantificabile unità di tempo riescono a salire tutti siamo letteralmente circondati da questa povera gente,disperati in cerca di fortuna,come fossimo un campo di grano circondato da una miriade di cavallette.Li guardo ora è provo una strana sensazione,come un ladro si accinde ad mettere a segno il colpo della sua vita,così io li scruto quasi spogliandoli delle sofferenze,tristezze,paure,che hanno dovuto sopportare.Mi fermo ad un tratto e guardando il barcone affondare lentamente, mi scappa un sorriso beffardo; per una volta ti abbiamo fottuto stramaledettissimo destino siamo arrivati prima di te all'appuntamento,questa volta non li avrai,no questa volta sono salvi,non ci sarà per oggi un'ennessima tragedia nel Canale di Sicilia.E' guardo il cielo,facendomi accarezzare da questo vento caldo che ci accompagnerà sino a Lampedusa.Acqua,Aria,Cielo.

Acqua,Aria,Cielo. Ero piccolo più o meno avevo l'età di Gabriele, quando nella spiaggia conosciuta con il nome di "Li Canne", una località turistica Salentina tra Rivabella e Lido Conchiglie, nei pressi di Gallipoli,mio zio Marcello un uomo cinico, con una forte personalità mi insegnava a nuotare.Prima cosa diceva mettiti nella posizione di "morto"stendi le mani e i piedi e pian piano mi lasciava da solo togliendo le mani che aveva messo dietro la mia schiena.Hai visto rimani a galla non ti preoccupare diceva.Ora la stessa prova la facciamo al contrario,pancia in giù cerca di non bere l'acqua e pian piano mi sfilava i braccioli.L'adrenalina era a mille il cuore mi batteva forte ma per il cazzo di orgoglio e quella testardaggine che mi ha sempre contraddistinto,e quella che probabilmente segnerà la vita di Gabriele, volevo a tutti i costi imparare a nuotere essere un grande, fare come tutti i grandi e dimostrare a tutti la mia pseudo mascolinità,guardami Giacomo (un amico di infanzia più grande di me) anche io sono capace a nuotare, vedi anchio arrivo agli scogli e guarda mi tuffo a pesce meglio di te.La prima bracciata seguita dal contemporaneo movimento goffo del piede, quanto basta per farmi andare leggermente in avanti e prendere fiducia sulle mie possibilità,  un'altra ancora non affogo,ci riesco anchio sono capace a nuotare e quando mi giro verso mio zio per gridargli la mia felicità un'onda mi travolge,mi trovo in un'attimo sott'acqua,apro gli occhi vedo il fondale che benchè non profondo, sembra un abbisso.Un pò d'acqua mi arriva in bocca,mi sento per un attimo morire ma vedo riflessi i raggi del sole nell'acqua, salgo su riemergo,tossisco,esplellendo l'acqua dalla bocca,sono salvo finalmente vedo il cielo respiro l'Aria.

Aria- Si sente nell'aria attorno a noi una indescrivibile puzza chissà quanti giorni sono stati in balia del mare senza lavarsi,urinandosi a dosso l'uno sull'altro,la respiro, e malgrado cerco di proteggermi con una mascherina,mi inebria quell'aria con la coda dell'occhio intravedo una donna dai lineamente molta aggraziati,di circa una ventina di anni, molto carina capelli lisci sulle spalle, e penso tra me e me che questa puzza non è niente in confronto a quella che dovrai respirare te in una strada periferica di qualche metropoli italiana la sera quando sarai costretta a battere e respirare l'odore squallido,fuggitivo,il sudore di un tuo cliente,che ti sbatterà consumandoti giorno dopo giorno, infliggendoti una pena ancora più dura di quella che hai appena affrontato e straziandoti l'anima il corpo e la mente,perchè è questo il destino che ti aspetta te ancora non lo sai, sei venuta in Italia scappando via da chissà quale miseria e/o quale guerra civile, con la promessa di chissà quale lavoro,chissà quale prospettiva di vita, ma nulla di questo si avvererà, e forse chissà un giorno anche non troppo lontano rimpiangerai maledettamende di non essere morta in questo infernale viaggio della speranza.

Cielo. Un estate di circa 28 anni fà in un pomeriggio caldo e afoso di quelli che di certo non mancano nel Salento, stavo giocando su di un albero di fico.Mi divertivo a salire sempre più in alto, forse per imitare qualcuno dei miei amici che stranamente,o per sbagliata educazione acquisita, consideravo essere più in gambe di me nel salire velocemente e arrampicarsi come felini sugli alberi,quando ho appoggiato il piede sulla cima sbagliata, che non era pronta a sopportare il mio peso.In un attimo mi son trovato a testa in giù e sfortuna volle che nel cadere ho sbattuto la spalla sinistra contro un tufo che manco farla apposta si trovava a terra.Era la festa dei Santi Cosma e Damiano, e in un paese vicino al mio si rendeva omaggio ai due Santi.Ci accingevamo ad andare con i miei genitori alla festa, una di quelle rare volte che mio padre, si degnava di portare la famiglia ad una festa, ed io nonostante il dolore che avvertivo alla spalla sinistra, piangevo senza però raccontare cosa mi fosse successo, altrimenti ne avrei prese delle altre (oltre il danno, la beffa).Arrivati alla festa come era consuetudine nei giorni di festa o di domenica, mio padre comprò le noccioline e me li porse a me, ma io inavvertitamente, invece di prenderle con la mano destra li sollevai appena con quella sinistra.Mi ricordo che per un attimo persi il respiro,caddi a terra e al mio risveglio mi vidi steso al reparto di ortopedia dell'ospedale di Nardò.Dalla prima radiografia che mi fecero, si notò subito la rottura della clavicola sinistra, e le mie sensazioni che provai furono di un forte senso di inadeguatezza, di stupidità, di rabbia nei mie confronti, sensazioni che tra l'altro non furono per niente placate anzi, si autoalimentavano, dalle dichiarazioni colorite, colleriche, di mio padre. 

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Commenti al Post:
settepiccolipassi
settepiccolipassi il 06/08/08 alle 23:04 via WEB
nella peggiore delle ipotesi, qualsiasi alternativa di vita...per queste povere vittime umane...tutto brilla di più. non oserebbero così tanto, mettere a rischio la loro vita e il più delle volte la vita dei loro piccoli. una mia amica mi ha detto, che a Lampedusa un artista a dedicato a queste vittime una statua... tu l'hai vista?
 
 
ilgirodiboa7
ilgirodiboa7 il 07/08/08 alle 22:14 via WEB
nessuno mette in discussione questo si tratta solo di capire il concetto ed essere coscenti e riflettere solo un pò se è giusto tutto ciò.....forse è vero alle volte bisogna guardare le piccole cose imparare da esse ed andare avanti sempre e comunque....per la statua si tratta in realtà di una porta e se non erro l'hanno chiamata la porta della speranza ed hanno fatto anche un servizio al tg1
 
   
settepiccolipassi
settepiccolipassi il 08/08/08 alle 00:46 via WEB
mannaggia a me, di solito quando c'è il tg. io preparo la cena, quindi me ne perdo gran parte
 
   
prezzemolo_2007
prezzemolo_2007 il 12/08/08 alle 16:38 via WEB
hai ragione, bisogna guardare le piccole cose... così piccole ma grandi e meravigliose,al tempo stesso e avere il coraggio di viverle.
 
     
ilgirodiboa7
ilgirodiboa7 il 14/08/08 alle 18:14 via WEB
già guardiamo le piccole cose, gli attimi di vita e le esperienze da loro impariamo sempre qualcosa ed andiamo avanti...sempre e comunque
 
     
settepiccolipassi
settepiccolipassi il 14/08/08 alle 22:36 via WEB
fai eurostar di cognome eh? lui in stazione si ferma sa!
 
     
ilgirodiboa7
ilgirodiboa7 il 15/08/08 alle 17:18 via WEB
magari nella migliore delle ipotesi faccio "littorina" di cognome come quella della sud-est che collega lecce al sud salento...hahahahahaha
 
     
settepiccolipassi
settepiccolipassi il 16/08/08 alle 19:20 via WEB
immaggino che vada pian pianino... oh no?tu sei un eurostar...quando parti niente e nessuno ti ferma... almeno l'eurostar si ferma in stazione, tu arrivi direttamente in centro città, lasciando macerie dietro la tua folle corsa.
 
     
ilgirodiboa7
ilgirodiboa7 il 22/08/08 alle 18:40 via WEB
già in un certo senso ai ragione,ma è colpa di quelmaledetto "io"interiore,irruento,istintivo, ma anche innegabilmente altruista,passionale chissà se un giorno riuscirò a placarlo
 
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