Creato da ilgirodiboa7 il 21/01/2008

Rimpianti,Rimorsi...

corto maltese

 

 

C'era una volta.....

Post n°20 pubblicato il 07 Gennaio 2011 da ilgirodiboa7
Foto di ilgirodiboa7

Quelli che ascoltavano le partite di calcio alla radiolina, mangiando le noccioline.

Quelli che a 12 anni fumavano la loro prima sigarette ;

Quelli che indossavano i Lewis 501 e i camperos pitonati ,

Quelli che prima di uscire di casa si imbardavano di Brillantina Linetti;

Quelli che impennavano con il Ciao;

Quelli che si intorsellavano di Long John in piena estate;

Quelli che dal barbiere leggevano Lancy Story e il Camionista;

Quelli che entravano dall'accesso principale ed uscivano immediatamente dall'accesso secondario della scuola superiore;

Quelli che si facevano un'infinità di vasche la domenica sera sul corso, per fantasticare sulle ragazze;

C'erano una volta chi nasceva incendiario e con il tempo si trasformava in Pompiere.......

 
 
 

Work in Progress

Post n°19 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da ilgirodiboa7
Foto di ilgirodiboa7

.......E' qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure.Più che una semplice canzone potrebbe essere una sensazione che si ha nell'anima.Eppoi quei quattro assi di un colore solo E' come cercare per un solo istante la tanta agoniata libertà per poi aprire gli occhi e vederla che ti sfugge inesorabilmente è di quei quattro assi non te rimasta che una figura inutile da utilizzare in un piatto con un sacco di eurini, e magari vedere dall'altra parte il ghigno da stronzo del tuo avversario che ti sta fottendo inesorabilmente .Una figura che ti perseguita imperterrita potrebbe essere la classica figura che sei abituato a fare almeno due volte al giorno (quella che si accoppia con il rumore dello schiacquone del water per chi non lo avesse capito).Poi c'è chi senza manco saperlo si trova con un poker servito di mano, e magari passa, o magari cambia le carte,tanto c'è sempre chi gli para il culo........

Mba avevo pensato di risparmiarmi/risparmiarvi una citazione Messapica/Salentina ma bi tocca.Gesù Cristu tae lu pane a ci nu tene li tienti

 
 
 

Terremoto in Abruzzo

Post n°17 pubblicato il 12 Aprile 2009 da ilgirodiboa7
Foto di ilgirodiboa7

Non ci sono commenti da fare alla tragedia abruzzese.Tragedia che colpisce direttamente l'Abruzzo negli affetti più cari (perdità delle persone amate), negli affetti economici (perdita delle abitazioni), nel patrimonio artistico (chiese,cattedrali,monumenti) e nell'economia (fabbriche, hotel,b&b).Un paese piegato in due.Quando ancora la tragedia era in atto (nel corso della prima forte scossa), si sono ascoltati da più parti, (destra sinistra e centro), le scontate voci e commenti" politichesi"alla richiesta dei terremotati in preda ad un senso giustificato di paura,dolore,angoscia di non essere lasciati fuori.Non vi lasceremo soli è stata la classica e scontata risposta.Ci sono diverse domande che mi vengono in mente.Ma la più atroce è quella se questa tragedia poteva essere evitata oppure se siamo davvero in balia di questo destino crudele e bizzarro.Quello che posso fare nel mio piccolo è aiutare con un piccolo gesto questa povera gente,poi se ci sono eventuali colpevoli questo lo dovranno stabilire gli organi preposti, anche se non cambierà nulla perchè nessuna eventuale pena, potrà compensare, la gioia nel vedere il sorriso un bambino, che non c'è più.Un ringraziamento di cuore va a tutte le persone che stanno attivamente contribuendo ad aiutare i terremotati (dai Vigili del Fuoco,alla Croce Rossa,alle Organizzazioni di Volontariato). Grazie mille Angeli di un'Italia che và in rovina. 

 
 
 

Gridare per difendersi

Post n°15 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da ilgirodiboa7

La cattiva abitudine,l'ignoranza del gridare non ha confini.Tutti oramai per autodifesa,per troppa paura, per paura di perdere qualcosa che si ha guadagnato gridano come l'Uomo di Neaderthal.Lo si fà per prestigio,per manifesto complesso di inferiorità,per un'estrazione culturale inferiore alla media, e senza accorgersene si innescano dei bizzarri meccanismi che come un boomelang ti ritornano indietro e prima o poi ti fanno il bozzo.Come gli animali che marcano il territorio pisciando così l'essere Umano (che poi tanto Umano non è) si avvala del diritto di imporre la sua volontà soprattutto con esseri indifesi, manifestatamente e caratterialmente inferiori.Come un vecchio detto che dice "Cumandare è meghiu di fottere",così si vuole forzare la mente delle persone deboli.Beh tanto prima o poi caro Neaderthal la paghi cara e a forza di gridà,la oce la pierdi e insieme ad essa le tonsille. Ma questo le sedicenti persone deboli non lo sanno.Offese nell'orgoglio,umiliate, frustrate dalle continue angherie quello che vogliono è liberarsi senza tanti fronzoli quanto prima possibile dallu "Masculu" (e come dargli torto poverine, chi non farebbe allo stesso modo).Stanche da continue e perpretanti umiliazioni l'unica cosa che desiderano ardentemente e stare bene,sentirsi rispettate,appagate e magari sentirsi AMATE.E' semplice no come un elementare sentimento possa cambiare la vita di molte persone.Ma si può volere bene a questi pseudo esemplari di esseri umani che non hanno fatto altro che riempirti di dubbi,perplessità,trasmesso tanta rabbia,provocato tante frustrazioni?Oppure si tratta forse di un sentimento inconscio e infantile nel voler ricevere a tutti i costi quell'amore mai ricevuto, quelle attenzioni tanto attese e mai ricevute?L'unica cosa certa è che nessuna ostentata violenza,nessun subdulo ricatto,nessun pseudo gelosia può vincere la mia voglia di riscatto e/o battere nessun rimorso nel tentare per l'ultima volta di inseguire un sogno che dura da 35 lunghissimi anni.EPPUR SI MUOVE Qualcosina si muove nell'aria,sembra quasi che l'Orso in una disperata crisi isterica post  visita dal dietologo, si sia reso conto che ha mangiato troppo miele e cerca disperatamente di scusarsi con l'Ape Regina per non essere riuscito ad evitare gli ennessimi Peccati di Gola, promettendo che non nè mangierà più Miele, come se poi l'Ape Regina avesse finito i campi fioriti.Ma caro il mio Orso non ti dive Scusare e/o convincere l'Ape Regina della tua buona volontà,in fondo si sà che pecchi di Forza di Volontà, ma pacienza e chiui icinu lu tente di lu parente

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 29 Luglio 2008 da ilgirodiboa7
 
Foto di ilgirodiboa7

Luglio 2008 - 30 miglia dalle coste della Tunisia.Siamo alla ricerca di una probabile imbarcazione stracolma di clandestini,questo ci è stato segnalato, ma all'orizzonte non si vede niente.E' la prima volta che faccio questo tipo di operazione, è mi sento spaesato,pericolosamente fuori luogo come lo ero tanti anni fà il primo giorno di asilo.Il mare è calmo, bava di vento il cielo e limpido ed una leggera brezza aleggia nell'aria come se questa maledettissima calma fosse il preludio ad una delle tante inevitabili tragedie.Cerco di ascoltare qualcosa tramite il VHF un messaggio di soccorso,una semplice parola che mi potrebbe in un certo qual modo rassicurare,ma niente,neanche il radar riesce a battere qualche bersaglio utile....niente stramaledettamente niente.Riceviamo una segnalazione da parte di un peschereccio del posto della presenza di un barcone di colore azzurro e bianco con a bordo i clandestini e segnato l'eventuale posizione,tracciamo la rotta e ci dirigiamo nei pressi del natante.Eccoli ora si vede all'orizzonte una  barca ma non si riescono a contare i profughi, nè a quantificare le probabili avarie dell'unità.Ci avviciniamo sempre di più e si vedono dappertutto una barca strapiena di persone alcune che sventolano dei vestiti di colore rosso e bianco,accartocciate come sardide e  come chicci di grano sballottolate nel setaccio di una mietitrebbiatrice.Ora ci dobbiamo avvicinare,e fare in modo che non succeda niente nelle operazioni di trasbordo.Ci sono donne a bordo,uomini,vecchie bambini scappati da chissà quale posto del mondo alla ricerca di chissà quale fottuta speranza e di quale luccicante e abbindolante futuro.Cazzo si avvicinano seduti non vi alzate, non tutti nella stessa direzione rischiate di ribaltarvi.Li imbarchiamo dando prima precedenza alle donne a quelle incinta e ai bambini sono piccoli vedo in loro per un attimo i miei figli Gabriele e Rebecca,con una grande sostanziale differenza siete fortunati figli miei non potete capire quanto ma siete davvero fortunati.Malgrado le nostre urla, la nostra ferma  decisione di bloccarli di non farli mettere tutti su di un lato per il pericolo che il barcone si ribalti, e di prenderli e tirarli uno alla volta, gli uomino si gettano letteralmente sulla nostra barca,uno sull'altro ammassandosi e accalcandosi schiacchiandosi a vicenda come dei mozziconi di sigaretta,per fortuna non si fanno male.Dopo un'interminabile e inquantificabile unità di tempo riescono a salire tutti siamo letteralmente circondati da questa povera gente,disperati in cerca di fortuna,come fossimo un campo di grano circondato da una miriade di cavallette.Li guardo ora è provo una strana sensazione,come un ladro si accinde ad mettere a segno il colpo della sua vita,così io li scruto quasi spogliandoli delle sofferenze,tristezze,paure,che hanno dovuto sopportare.Mi fermo ad un tratto e guardando il barcone affondare lentamente, mi scappa un sorriso beffardo; per una volta ti abbiamo fottuto stramaledettissimo destino siamo arrivati prima di te all'appuntamento,questa volta non li avrai,no questa volta sono salvi,non ci sarà per oggi un'ennessima tragedia nel Canale di Sicilia.E' guardo il cielo,facendomi accarezzare da questo vento caldo che ci accompagnerà sino a Lampedusa.Acqua,Aria,Cielo.

Acqua,Aria,Cielo. Ero piccolo più o meno avevo l'età di Gabriele, quando nella spiaggia conosciuta con il nome di "Li Canne", una località turistica Salentina tra Rivabella e Lido Conchiglie, nei pressi di Gallipoli,mio zio Marcello un uomo cinico, con una forte personalità mi insegnava a nuotare.Prima cosa diceva mettiti nella posizione di "morto"stendi le mani e i piedi e pian piano mi lasciava da solo togliendo le mani che aveva messo dietro la mia schiena.Hai visto rimani a galla non ti preoccupare diceva.Ora la stessa prova la facciamo al contrario,pancia in giù cerca di non bere l'acqua e pian piano mi sfilava i braccioli.L'adrenalina era a mille il cuore mi batteva forte ma per il cazzo di orgoglio e quella testardaggine che mi ha sempre contraddistinto,e quella che probabilmente segnerà la vita di Gabriele, volevo a tutti i costi imparare a nuotere essere un grande, fare come tutti i grandi e dimostrare a tutti la mia pseudo mascolinità,guardami Giacomo (un amico di infanzia più grande di me) anche io sono capace a nuotare, vedi anchio arrivo agli scogli e guarda mi tuffo a pesce meglio di te.La prima bracciata seguita dal contemporaneo movimento goffo del piede, quanto basta per farmi andare leggermente in avanti e prendere fiducia sulle mie possibilità,  un'altra ancora non affogo,ci riesco anchio sono capace a nuotare e quando mi giro verso mio zio per gridargli la mia felicità un'onda mi travolge,mi trovo in un'attimo sott'acqua,apro gli occhi vedo il fondale che benchè non profondo, sembra un abbisso.Un pò d'acqua mi arriva in bocca,mi sento per un attimo morire ma vedo riflessi i raggi del sole nell'acqua, salgo su riemergo,tossisco,esplellendo l'acqua dalla bocca,sono salvo finalmente vedo il cielo respiro l'Aria.

Aria- Si sente nell'aria attorno a noi una indescrivibile puzza chissà quanti giorni sono stati in balia del mare senza lavarsi,urinandosi a dosso l'uno sull'altro,la respiro, e malgrado cerco di proteggermi con una mascherina,mi inebria quell'aria con la coda dell'occhio intravedo una donna dai lineamente molta aggraziati,di circa una ventina di anni, molto carina capelli lisci sulle spalle, e penso tra me e me che questa puzza non è niente in confronto a quella che dovrai respirare te in una strada periferica di qualche metropoli italiana la sera quando sarai costretta a battere e respirare l'odore squallido,fuggitivo,il sudore di un tuo cliente,che ti sbatterà consumandoti giorno dopo giorno, infliggendoti una pena ancora più dura di quella che hai appena affrontato e straziandoti l'anima il corpo e la mente,perchè è questo il destino che ti aspetta te ancora non lo sai, sei venuta in Italia scappando via da chissà quale miseria e/o quale guerra civile, con la promessa di chissà quale lavoro,chissà quale prospettiva di vita, ma nulla di questo si avvererà, e forse chissà un giorno anche non troppo lontano rimpiangerai maledettamende di non essere morta in questo infernale viaggio della speranza.

Cielo. Un estate di circa 28 anni fà in un pomeriggio caldo e afoso di quelli che di certo non mancano nel Salento, stavo giocando su di un albero di fico.Mi divertivo a salire sempre più in alto, forse per imitare qualcuno dei miei amici che stranamente,o per sbagliata educazione acquisita, consideravo essere più in gambe di me nel salire velocemente e arrampicarsi come felini sugli alberi,quando ho appoggiato il piede sulla cima sbagliata, che non era pronta a sopportare il mio peso.In un attimo mi son trovato a testa in giù e sfortuna volle che nel cadere ho sbattuto la spalla sinistra contro un tufo che manco farla apposta si trovava a terra.Era la festa dei Santi Cosma e Damiano, e in un paese vicino al mio si rendeva omaggio ai due Santi.Ci accingevamo ad andare con i miei genitori alla festa, una di quelle rare volte che mio padre, si degnava di portare la famiglia ad una festa, ed io nonostante il dolore che avvertivo alla spalla sinistra, piangevo senza però raccontare cosa mi fosse successo, altrimenti ne avrei prese delle altre (oltre il danno, la beffa).Arrivati alla festa come era consuetudine nei giorni di festa o di domenica, mio padre comprò le noccioline e me li porse a me, ma io inavvertitamente, invece di prenderle con la mano destra li sollevai appena con quella sinistra.Mi ricordo che per un attimo persi il respiro,caddi a terra e al mio risveglio mi vidi steso al reparto di ortopedia dell'ospedale di Nardò.Dalla prima radiografia che mi fecero, si notò subito la rottura della clavicola sinistra, e le mie sensazioni che provai furono di un forte senso di inadeguatezza, di stupidità, di rabbia nei mie confronti, sensazioni che tra l'altro non furono per niente placate anzi, si autoalimentavano, dalle dichiarazioni colorite, colleriche, di mio padre. 

 
 
 

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