Creato da: Giovane_Comunista il 13/10/2005
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Mobilitazione del 12 Ottobre »

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 13 Ottobre 2005 da Giovane_Comunista

Dal 5 al 7 Dicembre a Palermo si svolgerà la conferenza governativa sulle droghe, un'iniziativa che intende legittimare i contenuti inaccettabili della cosiddetta "legge Fini" che il governo intende approvare prima della fine della legislatura.
La scelta di Palermo non puo' essere neutra rispetto alla proposta politica, considerando che la Sicilia è una regione fortemente coinvolta dalle dinamiche del narcotraffico internazionale: il consumo e la diffusione di sostanze rappresentano, di gran lunga, il maggiore introito per le organizzazioni criminali e mafiose che in Sicilia ancora controllano gran parte del sistema economico.
Il narcotraffico internazionale, inoltre, alimenta le organizzazioni terroristiche e contemporaneamente la strategia della guerra preventiva, ed in particolare l'occupazione militare in Afghanistan, ha contribuito ad accrescere la produzione di oppio che è stato immesso in forma di eroina nelle piazze europee.
Secondo i dati di Europol del 2002, i proventi complessivi del traffico di stupefacenti si aggirano tra il 2 e il 5 % del prodotto interno lordo mondiale, una cifra spaventosamente grande che, evidentemente, contribuisce alla crescita e al mantenimento dell’ordine geopolitico della globalizzazione neoliberista dove le droghe e i traffici illeciti, alimentati dal proibizionismo, costituiscono di fatto un lubrificante dell’economia stessa, un alimento per speculazioni finanziarie, per rapide scalate di società, riciclaggio, corruzione, guerre, terrorismo.
Contemporaneamente la strategia della war on drugs, voluta dall'Onu e dagli USA nel 1998, ha contribuito esclusivamente ad impoverire ulteriormente i contadini dell'America andina: i cocaleros colombiani e boliviani sono l'anello debole di un sistema che invece continua ad essere produttivo per le grandi organizzazioni criminali e per le forze paramilitari.

Queste strategie sono fallite, infatti tutti gli indicatori e moltissimi istituti di ricerca dimostrano che, in questi anni caratterizzati dalle politiche repressive e proibizioniste, il consumo delle sostanze è cresciuto in modo esorbitante.
Pertanto, è necessario modificare l'approccio ideologico e dogmatico che ha contraddistinto le politiche di contrasto alla diffusione della droga, avviando un percorso scientifico e di prevenzione, evitando la costante criminalizzazione dei consumatori.
Sono decenni che nel nostro Paese, come nel resto del mondo, assistiamo ad una guerra alla droga senza risultati, una guerra ai consumatori che genera un aumento delle malattie, sofferenze, morte e dispendio di risorse che potrebbero essere utilizzate in maniera differente.
La storia di Giuseppe Ales e' esemplare nella sua drammaticita': giovanissimo siciliano di Pantelleria, arrestato per due germogli di marijuana e sbattuto in prima pagina come un mafioso, si e' suicidato per la vergogna prima che si tenesse il processo per direttissima.
E' uno dei tanti frutti nefasti della legge vigente e dalla quale Fini e Giovanardi ripartono per proporre un giro di vite, reintroducendo la dose minima giornaliera e la punibilità penale del consumo, in disprezzo della volontà popolare espressa nel referendum del '93, e marginalizzando i servizi pubblici sulle dipendenze a vantaggio di poche e ormai note comunità private.
Le stesse comunità private sono state chiamate a gestire un carcere-comunità a Castelfranco Emilia, una vera e propria struttura speciale in cui verranno rinchiusi i consumatori. Come se non bastasse è stata individuata una seconda struttura carceraria che svolgerà le stesse funzioni proprio in Sicilia, a Giarre in provincia di Catania.

Proibizionismo e società dei consumi di massa procedono assieme alle mafie e la diffusione delle sostanze legali o illegali e' strettamente legato a questo intreccio.
Inoltre, si sta sempre più affermando una nuova miscela esplosiva fra disciplina e controllo sociale che poggia su elementi repressivi e che legittima un sistema in cui vengono sanzionati i comportamenti individuali.
Contemporaneamente diventa sempre più importante indagare le connessioni tra le nuove povertà, la precarietà sociale e la diffusione delle sostanze stupefacenti; in una società sempre più insicura e precaria, oltre al meccanismo della punizione per le illecite, si afferma anche un modello che induce al consumo di sostanze, attraverso la pubblicità di stili di vita.
La stigmatizzazione di qualsiasi tipo di consumo di droghe illegali passa nell’immaginario collettivo e il consumatore di droghe viene classificato come “malato pericoloso” o potenzialmente tale, non distinguendo tra droghe leggere e pesanti, tra uso e abuso di sostanze leggere e tra comportamenti a rischio e non.
Bisogna ribadire che consumare una sostanza, giusto o sbagliato che sia, non puo' essere considerato un reato.
Dal Parlamento Europeo, negli ultimi mesi, sono arrivati segnali molto significativi di contro-tendenza e anche in molte amministrazioni locali italiane ed europee si sono avviate pratiche di tolleranza che hanno diminuito la popolazione carceraria e la marginalmità sociale dei consumatori e hanno proposto ipotesi sperimentali di uso terapeutico delle sostanze.
Purtroppo i risultati positivi ottenuti da tali politiche sono state spesso occultate o ignorati dai Governi nazionali e dall'agenzia dell'ONU che continuano invece a praticare strategie fallimentari.

Sulla base di tale analisi si propone a Governo Italiano di:

1) avviare politiche concrete di non punibilità dell’uso delle sostanze e sperimentazione di politiche di legalizzazione differenziata, evitando la criminalizzazione dei consumatori che non devono essere sottoposti a nessuna pena;

2) istituire programmi d'intervento che valorizzino l'autonomia della persona e il rispetto dei diritti umani;

3) contrastare le narcomafie, aumentando significativamente l'aiuto allo sviluppo dei paesi produttori di droga, mediante programmi che finanzino coltivazioni alternative sostenibili e la riduzione radicale della povertà, studiando anche la possibilità di favorire e tutelare la produzione a fini medici e scientifici, come nel caso degli oppiacei, nonché di prendere in considerazione la possibilità di lanciare progetti pilota per la produzione industriale di prodotti leciti derivanti dalle piante contenute nella convenzione del 1961, come ad esempio la canapa indiana e la foglia di coca;

4) superare l’impostazione proibizionista della legge 309 con la sperimentazione di politiche di legalizzazione delle droghe leggere;

5) promuovere autocoltivazione di alcune sostanze con particolare attenzione all’uso terapeutico;

6) promuovere un piano di informazione corretta sulle sostanze e sugli effetti, intervenendo nelle scuole e negli ambienti di lavoro con percorsi partecipativi condotti da esperti appositamente formati e da consumatori;

7) disincentivare le campagne con toni allarmistici ed ideologici che favoriscono le indebite confusioni sulle sostanze;

8) coinvolgere gestori dei locali notturni per azioni a tutela della salute evitando logiche repressive e securitarie e realizzando nei ritrovi giovanili azioni formative ed informative sull'uso delle sostanze;

9) garantire che i servizi pubblici siano considerati prioritari per la cura e la riabilitazione, favorendo la partecipazione degli utenti, consolidando e diffondendo un nuovo sistema di “pubblico sociale” dei servizi.

10) consolidare e sviluppare i servizi di frontiera, innovando profondamente i dipartimenti per le dipendenze. I programmi di reinserimento devono essere adeguatamente finanziati, a partire dall’intervento nelle carceri sviluppando misure alternative alla pena detentiva e programmi di trattamento sostitutivo.

11) dare centralità alla politica di riduzione del danno, favorendo luoghi sicuri di consumo e avviando programmi di somministrazione controllata dell’eroina, già sperimentati con successo in altri paesi europei.

12) adottare misure adeguate per evitare che i profitti economici derivanti dal traffico illegale di droga possano finanziare il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata, applicando la legislazione vigente in materia di confisca dei beni e di lotta contro il riciclaggio dei capitali, sostenendo la legislazione antimafia che prevede il riutilizzo per fini sociali dei beni (profitti) confiscati alle organizzazioni criminali;
13) sviluppare la ricerca sull'uso di talune piante che attualmente sono illegali o che si trovano in una zona grigia, come la canapa indiana, l'oppio o le foglie di coca, per uso medico, per la sicurezza alimentare, l'agricoltura sostenibile, la costituzione di fonti di energia alternativa, la sostituzione di prodotti a base di legno o di petrolio e per tutti gli usi alternativi al consumo;
14) sostenere in sede di Consiglio Europeo che il piano d'azione contro la droga dell'UE tenga in debito conto i contenuti della risoluzione sulla strategia antidroga 2005 - 2012 approvata dal Parlamento Europeo nel dicembre del 2004.
Approvando tale piattaforma si costituisce il Comitato “Diritti di Strada – Palermo”, che organizzerà una conferenza alternativa sulle droghe a Palermo dal 3 al 7 Dicembre.

Libera Palermo
Arci Palermo
Rifondazione Comunista
Giovani Comunisti
Sinistra Giovanile
Udu
UDS
FGCI
CGIL Palermo
Cobas Sicilia
Rdb Palermo
Csoa Ask 191
Csoa Ex Carcere
Csa Laboratorio Zeta
Aula Carlo Giuliani Lettere e Filosofia
Vittorio Agnoletto
Giusto Catania

per adesioni
3296132375
dirittidistrada@libero.it

 
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