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Post N° 95


Bere caffè riduce il rischio di contrarre il diabete (07/01/2004)
&nbspOltre che costituire una miniera di antiossidanti ed alle capacità di aiutare a far perdere peso corporeo, il caffè, secondo una nuova ricerca, bevuto quotidianamente in quantità significative aiuta a ridurre il rischio di sviluppare il diabete. Lo studio, pubblicato nell’ultima edizione di Annals of Internal Medicine evidenzia come gli uomini che bevono sei o più tazze di caffè con caffeina al giorno possono ridurre il rischio di essere affetti da diabete del 54 per cento, mentre per le donne la riduzione è del 30 per cento. I benefici del caffè decaffeinato si sono rivelati più modesti: c’è stata infatti una riduzione del rischio del 26 per cento per gli uomini e 15 per cento per le donne. Bere il tè non sembra invece avere avuto nessun effetto significativo. Secondo Frank Hu, professore associato presso la Harvard School of Public Health, tra gli autori dello studio, "la prova che il caffè normale è protettivo contro il diabete è abbastanza forte". Ciò però non costituisce una giustificazione a favore di un imprudente e forte consumo di caffè come misura di sanità pubblica per impedire il diabete né la ricerca ha suggerito una quantità consigliata quotidiana di assunzione della bevanda. Per evitare una malattia devastante come il diabete occorre tenere sotto controllo il proprio peso, mangiare bene e mantenersi fisicamente attivi. Contrariamente a quanto molti credono l’alto consumo di zucchero non causa l’insorgere del diabete. Il diabete è invece una forma di malattia cardiovascolare le cui cause vanno ricercate nell’obesità e negli errati stili di vita. Quando una persona ha un peso eccessivo ed è sedentaria e soffre di ipertensione o ipercolesterolemia, tutti gli organi vitali si trovano ad essere sotto stress, a soffrire e in tal modo inducono il corpo a produrre poca insulina ed a dare una risposta insufficiente all'insulina prodotta. Se i livelli di insulina oscillano i vasi sanguigni possono subire dei danni, che possono causare la cecità e danni ai nervi che possono anche portare ad amputazioni, a problemi ai reni e al cuore. La nuova ricerca, che ha seguito 125.000 pazienti per un periodo dai 12 ai 18 anni, fornisce i dati più probanti fin qui ottenuti sui benefici del consumo di caffè come alimento protettivo nei confronti del diabete. Altri studi, ancora alle fasi iniziali hanno indicato che la bevanda ha effetti positivi nel prevenire la malattia di Parkinson, del cancro al colon, della cirrosi epatica e di depressione. Una tazza di caffè inoltre impedisce l'inizio di un attacco di asma. Il rovescio della medaglia è che il caffè interferisce con il sonno e rende in alcuni casi le persone più agitate, ma gli studi che adombravano l’ipotesi di un legame tra caffè e il rischio di cancro al pancreas si sono rivelati essere non fondati. Quello che non è chiaro quale possa essere il meccanismo attraverso il quale il caffè esercita questi effetti positivi. Secondo Frank Hu, mentre l’attenzione si rivolge spesso sulla caffeina, si dimentica che il caffè è una bevanda molto complessa perché contiene molti residui di cui poco si sa quanto agli effetti biologici. Di poco tempo fa un'altra notizia circa le virtù del caffè:Secondo Amleto D’Amicis, epidemiologo-nutrizionista e Direttore dell’Unità Documentazione e Informazione Nutrizionale dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) “Fugati, ormai, tutti i dubbi sui suoi possibili effetti indesiderati il caffè, assunto nelle abituali dosi di consumo (fino a 5 tazzine di espresso al giorno), si sta rivelando un alimento ricco di proprietà antiossidanti, di potassio e di alcune vitamine importanti come la niacina e il suo precursore: la trigonellina. Inoltre, recenti studi sul caffè hanno dimostrato che se consumato durante un pasto a base di alimenti ad alto potenziale ossidante, come i cibi fritti ricchi di radicali liberi, il caffè protegge le lipoproteine a bassa densità (LDL) dall’ossidazione, reazione che sta alla base del processo di aterosclerosi”. il ruolo del caffè, sia normale sia decaffeinato, può avere riflessi assai positivi sul controllo del peso corporeo, sia in presenza di un regime normocalorico sia di uno ipocalorico, accelerando il metabolismo basale. “Il caffè, infatti - precisa D’Amicis - aumenta la termogenesi post pranzo, e di conseguenza favorisce la dispersione dell’energia introdotta tramite i cibi non rendendola disponibile per essere immagazzinata sotto forma di grasso. Inoltre il caffè, mediante la caffeina, agisce sull’ossidazione dei grassi, facendoli degradare più rapidamente, e ha effetti anche sulla glicolisi, rendendo molto veloce il processo di riutilizzo energetico per l’attività fisica”. Il caffè, consumato nelle dosi consigliate, abbia anche un leggero effetto anoressizzante aiutando ulteriormente il consumatore a controllare le entrate energetiche. “In sostanza – conclude D’Amicis - il caffè aumenta l’attività termogenetica e velocizza il riutilizzo dei grassi. In questo modo, con piccoli ma ripetuti risparmi di energia immagazzinata, contribuisce a dissipare calorie rendendo più facile il controllo del peso.” Ulteriori conferme arrivano da Evelina Flachi, nutrizionista e giornalista: “Il caffè è stato recentemente classificato come “no nutritive dietary components”, ciò significa che non riveste un valore significativo in termini di apporto nutritivo ed energetico”. Una tazzina di caffè semplice, senza aggiunta di latte o zucchero, non supera le due calorie e, in un’economia generale dell’organismo, è evidente che esse possano essere del tutto trascurabili soprattutto se paragonate all’apporto calorico fornito dai liquori a fine pasto”. "All’interno di un regime alimentare normocalorico, o anche ipocalorico, – precisa Evelina Flachi – l’assunzione abbinata di caffè normale a quello decaffeinato favorisce l’introduzione nell’organismo di un supplemento di sostanze antiossidanti che possono avere la capacità di combattere e prevenire molte malattie oltre a ritardare l’invecchiamento. Inoltre, è da sottolineare l’effetto di “trasgressione” benefica concesso ai consumatori, visto il decaffeinato si può assumere in dosi maggiori”."http://italiasalute.leonardo.it/benessere/alimentazione.asp?id=5375