RESET

Post N° 98


Centinaia di migliaia d’anni or sono l’uomo viveva quotidianamente le sue paure primordiali. Allora solo i barlumi di una intelligenza ancora lontana schiarivano la notte degli “istinti”. E venne il momento in cui l’uomo si accorse che il giorno diveniva più breve, che più lunga era l’oscurità, che più aggressive divenivano le belve nemiche: e fu inverno. Ma poi la luce amica iniziò a riapparire e all’uomo non sembrò vero il nuovo innalzarsi del sole sull’orizzonte. La paura si ridusse, ma ancora lo attanagliava. Solo dopo la nascita solstiziale ed il torpore invernale giunse finalmente il miracolo della primavera, del rinascere della natura. L’erba andava ricoprendo le nere zolle, che gli ricordavano la notte, le foglie ravvivavano gli scheletri degli alberi: la morte veniva cancellata dalla resurrezione equinoziale. Si poteva, allora, anche morire per poi risuscitare? la grande nemica di sempre era vinta? Tutto questo fu sogno e desiderio, e poi divenne mito. Così, e non in altro modo, nacquero i riti di primavera (1)