senza libretto

Post N° 50


  solo per caso ho guardato quel mazzo di carte ieri sera, l'ho sfogliato, se si può dire sfogliare di un mazzo di carte, ho guardato le figure e, senza la benché minima traccia di stupore o di preoccupazione o di spavento, mi sono resa conto di non riconoscerleerano sfocate, e anche le loro sembianze apparenti non facevano presagire assolutamente nulla di noto, né di familiarefigure estraneeavrà un significato, così mi sono detta, e con la comoda e usuale pigrizia mi sono immersa lì, tra le mie foreste poi il telefono e il citofono e la belva che voleva fare pipì mi hanno riportata dov'ero, in quel giardino che è diventato la mia camera stagnaperché io guardo indietro, e vedo dei gradiniil mio percorso come una serie infinita di curvedietro ciascuna lasciavo un pezzo di vitacosì parevaera così che immaginavoma i pezzi di vita sono i miei, e le curve a vederle dall'alto sono un percorsoe si staglia così dolcemente, pieno di anse morbide che a tratti si infittisconoe colora un quadro che non immaginavo di avere nella mia casa ora che lo guardo non so dire se mi piace, non so dire nemmeno il contrario, so per certo che è lì ed è mioe che questo sentiero porta ancora ad altre curve e ad altre radurea volte si apre in un viale, altre si perde in foreste scure, ora è luminosoche sia merito mio?forseo forse delle pietre colorate che continuo a infilare nella mia collanaforseora vado, mi chiamano