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Quali sono gli scenari post salvataggio Cipro. Abbiamo provato a fare il punto della situazione con Salman Ahmed, strategist Global&Emerging Fixed Income Team di Lombard Odier IM. "In una fase dove i mercati stanno metabolizzando un’ulteriore strada per il salvataggio di Cipro, vorremmo fare un passo indietro e valutare alcune importanti implicazioni per il futuro dell’eurozona - spiega Salman Ahmed -. I numeri relativi al salvataggio possono anche sembrare minimi rispetto alla posta in gioco, ma le azioni intraprese nei riguardi di Cipro potrebbero avere implicazioni di lungo termine per gli sviluppi della crisi dell’eurozona. Dopo aver visto i più recenti termini dell’accordo, facciamo fatica a trovare un qualsiasi aspetto positivo nel lungo termine. Unica eccezione, di breve periodo, il momentaneo sollievo legato alla non uscita immediata di Cipro dalla zona euro". Quest’isola "potr anche essere un puntino sulla cartina, ma assume rilievo se considerata nell’ottica di dove sono i nostri euro - prosegue Salman Ahmed -. E questa è la prima lezione che possiamo trarre dalla situazione attuale. In un contesto post-Cipro, infatti, i soldi depositati in un paese debole avranno maggiore probabilit di poter essere confiscati rispetto a quelli in un paese forte. La seconda lezione si lega maggiormente alla storia, la quale ci dimostra che qualora fosse necessario i governi possono creare e interpretare le regole a loro piacimento. Nel rispetto del trattato europeo, non sono consentiti controlli che limitino la libera circolazione dei capitali all’interno dell’Unione. Nonostante ciò, a Cipro sono state applicate misure draconiane. Questa non è soltanto una novit senza precedenti, ma è un elemento che solleva serie questioni sulla legalit di tali misure".
, Secondo Salman Ahmed anche l’ultima lezione desta preoccupazione. La famosa dichiarazione di Mario Draghi “faremo tutto il necessario” è condizionata ai casi specifici. Una promessa così omnicomprensiva non trova applicazione nel momento in cui la Bce (Toronto: - ) minaccia di non concedere più fondi, un atteggiamento che avrebbe potuto far precipitare la situazione con l’uscita di Cipro dall’area euro. "Il ricorso all’azzardo morale per i paesi che non rispettano le procedure - continua Salman Ahmed -ha potenzialmente un costo elevato per la Germania. Stravolge i saldi di Target2 - il sistema che regolamenta gli squilibri nella bilancia dei pagamenti dei paesi dell’Unione - la cui situazione tende a peggiorare dopo ogni fase della crisi. La Bundesbank, abbastanza intuitivamente, è il maggior creditore, cioè il prestatore implicito di ultima istanza. Attualmente, come mostra il grafico allegato, la Banca centrale tedesca detiene crediti per circa 600 miliardi di euro nei confronti del resto dei paesi membri, ed è altrettanto facile capire che i principali debitori siano i periferici. La storia recente mostra che i crediti tendono ad aumentare ulteriormente nelle fasi acute della crisi e se un paese membro dovesse andare in default o lasciare l’area euro la Germania ne subirebbe impatti rilevanti. Noi riteniamo che gli sviluppi a Cipro abbiano ulteriormente minato lo status, tuttora in nuce, dell’euro come valuta di riserva. E’ ora evidente come in situazioni di stress le regole che governano l’euro possano essere modificate per soddisfare i creditori. Ed è poi importante sottolineare tangibili situazioni di disaccordo all’interno della Troika (specialmente tra Fmi e Commissione Europea), che potrebbero complicare ulteriormente il quadro".
, Salman Ahmed prosegue spiegando che calando l’attuale situazione sugli investimenti, la reazione sanguigna dei mercati nelle scorse settimane ci ha sorpreso. Nonostante ciò, la nostra posizione sull’euro è sempre negativa e comincia a trovare conferma anche nelle azioni del mercato. Siamo altrettanto cauti sulle valute dell’Europa orientale e sui mercati emergenti continuiamo a preferire le monete menosposte al rischio sovrano europeo su base relativa.
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