Ambarabà

Delle asprezze della scuola


La prima elementare l’ho fatta a Jolanda di Savoia.Si intenda, la prima volta la prima elementare, perché la prima volta che ho fatto la prima elementare, sono stato bocciato.Non so quanti fossero i ragazzini bocciati in prima elementare in quegli anni, oggi sembra che non sia più frequente, e forse nemmeno allora.Non è che fosse proprio una prima, perché in una sola classe si riunivano la prima, la seconda e la terza elementare, il che la dice lunga, negli anni del baby-boom, su quale fosse la densità della popolazione in quelle zone di recente bonifica.Non fui bocciato per asineria, fui invece bocciato per la troppa vita che scorreva nelle mie vene: saltavo sull’ultimo banco, e percorrevo l’intera classe su tutti i banchi contigui, senza rispetto per i confini fra le classi prima, seconda e terza, alzavo la mano e rispondevo alle domande che la maestra faceva ai ragazzi delle classi più avanti, ero irrefrenabile e perciò sono stato bocciato.Ero abituato a scorazzare tra il fiume ed i campi, ad arrampicarmi sugli alberi, a costruire archi e frecce e spade di legno, barchine di legno da provare in Po, tutto il giorno senza un attimo di requie, da solo o con mia cugina, come si poteva pensare di tenermi fermo in un banco per ore!La seconda volta della mia prima elementare è stata invece nel paese di ……………….Qui la scuola era una cosa più seria: c’era e c’è ancora, un grande edificio a tre piani con la scritta in caratteri romaneggianti: SCVOLA ELEMENTARE MASCHILE da un lato dell’edificio e SCVOLA ELEMENTARE FEMMINILE sull’altro lato.Non è che ricordi molto della scuola elementare di ………………., so però che la maestra, che mi ha avuto fra i suoi allievi per soli due anni, mi considerava intelligente.Anni dopo, portavo già una barba nerissima e già ero emigrato in Piemonte, nel negozio di cartoleria che aveva con la sorella, mi ha riconosciuto dallo sguardo.