(¯`.*LUNASPINA*.´¯)

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE


Ieri     ho     visto    questo    bellissimo   film,   Il  bambino  con  il pigiama a righe. Tratto dal romanzo omonimo dell'irlandese John Boyne, è un film evocativo di un'epoca nera e tragica, rivista attraverso la psicologia di un'amicizia infantile complicata da una realtà storica di discriminazioni e di selezioni razziali. Immagini che richiamano per tutti la necessità di frequentare sempre la Memoria e di non considerare mai risarcito il debito con il nostro passato.
Berlino, anni Quaranta: Bruno, otto anni, torna dai giochi con gli amici di scuola per trovare la sua casa in preda a un gran fermento. Il padre, un ufficiale nazista, è appena stato promosso, così la madre sta progettando una festa. Bruno non vede ragioni di celebrare, perché il nuovo incarico del padre è situato fuori Berlino e l’intera famiglia dovrà trasferirsi in campagna, obbligandolo a lasciare la casa e gli amici che adora. Bruno trova difficile calarsi in questa nuova vita e inizia presto ad annoiarsi; Bruno è incuriosito dall’esistenza di una strana fattoria che si può vedere dalla finestra della sua stanza in cui tutti i residenti sembrano indossare un pigiama a strisce. Quando cerca di saperne di più sulla "fattoria", gli viene detto che non sono affari suoi e che non deve avvicinarsi. Noi sappiamo quello che Bruno ignora, ossia che la "fattoria" è in realtà un campo di sterminio ma anche la madre del bambino non conosce la verità, perché crede che loro stiano vivendo accanto ad un campo di internamento o di lavoro. Bruno fa amicizia con un addetto alle cucine chiamato Pavel, un uomo pieno di acciacchi e che si muove con difficoltà, indossando un pigiama a strisce sotto il grembiule. Dopo settimane in cui gira intorno alla casa, Bruno si dirige di nascosto nel giardino in cerca di avventura. Vagando nei boschi, arriva a un recinto col filo spinato. Dalla parte opposta, un ragazzino col pigiama a strisce sta svuotando dei detriti da una carriola; eccitato per aver finalmente trovato qualcuno della sua età con cui giocare, Bruno inizia a visitare quotidianamente il suo nuovo amico Shmuel, mantenendo comunque il segreto su questi incontri con i genitori e la sorella. Ma mentre il suo tutore gli racconta che tutti gli ebrei sono malvagi, il suo legame con Shmuel diventa più forte; intanto, sua madre ha iniziato ad aprire gli occhi dopo una barzelletta ripugnante fatta dal giovane tenente, che involontariamente rivela la vera causa del fumo proveniente dalle ciminiere del campo. Un giorno, Bruno rimane stupito di trovare Shmuel che pulisce la cristalleria della casa e gli offre un pezzo di torta ma i due vengono sorpresi insieme dal tenente Kotler, che accusa Shmuel di aver rubato del cibo; ma invece di difendere il suo piccolo amico dal soldato che lo tormenta, Bruno racconta al tenente Kotler di non aver mai visto prima Shmuel. Tuttavia, Shmuel lo perdona e la loro amicizia può riprendere. Nel frattempo, il rapporto tra i genitori di Bruno è diventato molto teso, tanto che suo padre decide di mandare la famiglia da una zia a Heidelberg. In uno dei loro ultimi incontri, Bruno apprende che il padre di Shmuel manca da tre giorni; Bruno promette di aiutare l’amico a cercare il genitore, vedendola come un’opportunità di farsi perdonare il suo vergognoso tradimento precedente. Il giorno in cui la famiglia dovrebbe trasferirsi a Heigelberg, Bruno di nascosto si reca ad incontrare Shmuel, armato di una pala e pronto ad imbarcarsi in un’ultima avventura; ma una volta arrivato dall’altra parte, Bruno viene catturato da un meccanismo mostruoso, che segna il suo destino insieme all’amico e a un numero infinito di altri innocenti che si trovano all’interno del recinto.