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DISCORSO DI PAPA BENEDETTO XVI ALLO YAD VASHEM


Sto     seguendo    in    tv    e   sui   giornali,   per   quanto  posso,  il pellegrinaggio di Papa Benedetto XVI in Israele. L’11 maggio 2009, è stato in visita allo Yad Vashem (yad "memoriale", shem  "nome") di Gerusalemme (monumento alla Memoria dell’Olocausto, contenente alcune urne con le ceneri di vittime dei vari campi di concentramento). Qui, alla presenza del presidente dello stato di Israele, Shimon Peres, del presidente del consiglio di Yad Vashem, rabbino Israel Meir Lau, ha avuto luogo la Memorial Ceremony, nel corso della quale il Papa ha acceso la fiamma perpetua e ha deposto una corona di fiori. Subito dopo il Santo Padre ha incontrato 6 sopravvissuti all’Olocausto, quindi, prima di concludere la visita con la firma sul Libro d’Onore del Memoriale di Yad Vashem, ha rivolto ai presenti questo discorso che mi ha particolarmente colpito, di cui pubblico le parti salienti:  .
“Sono giunto qui per soffermarmi in silenzio davanti a questo monumento, eretto per onorare la memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah. Essi persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi: questi sono stabilmente incisi nei cuori dei loro cari, dei loro compagni di prigionia, e di quanti sono decisi a non permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l’umanità. I loro nomi, in particolare e soprattutto, sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipotente. Uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano. Possano i nomi di queste vittime non perire mai! Possano le loro sofferenze non essere mai negate, sminuite o dimenticate! E possa ogni persona di buona volontà vigilare per sradicare dal cuore dell’uomo qualsiasi cosa capace di portare a tragedie simili a questa! Non bisogna permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l'umanità". .