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Vivienne Westwood.Il confine fra l'arte e la moda.


La mostra che si è aperta ieri al Palazzo Reale di Milano, è una vera e propria celebrazione della creatività a cavallo fra lo scorso secolo e il nuovo millennio. Vivienne Westwood riesce a miscelare con eleganza e raffinatezza l'anticonformismo (punto di partenza e litemotiv del suo percorso) e un profondo senso della tradizione che non sfocia mai nella ripetizione o in un banale 'citazionismo', tantomeno è di ostacolo alla libertà creativa della stilista.La Westwood riesce ad annullare i dubbi che spesso sottendono il rapporto fra moda ed arte restituendo, attraverso l'assoluta libertà delle sue 'opere' (che non si lasciano mai sottomettere dalle esigenze della moda, ma obbediscono piuttosto ai 'capricci' del genio), una piena soddisfazione estetica, fugando ogni incertezza sulla coincidenza del suo lavoro sartoriale con un vero e proprio lavoro di 'bottega artistica'.Si passa così dalle destrutturazioni geometriche delle prime collezioni, agli abiti-slogan dell'epoca punk, ai corsetti che si liberano dell'intimità a cui sono di solito destinati e diventano vero e proprio sfoggio di femminilità e di bellezza, fino ad arrivare alle campagne contro l'omologazione e la propaganda culturale che caratterizzano alcune delle ultime collezioni.Una ricerca culturale attraverso il tempo e gli spazi della nostra società che incanta per la consistenza e la ricercatezza dei riferimenti alle arti visive e alla letteratura, in un costante rimando fra passato e presente, fra eleganza e intellettuale provocazione. Conferenza Stampa e prewiev tenutasi a Milano il 24 settembre 2007