con la a minuscola

You are my little bitch


Ho capito che per scrivere mi servono gli estremi. Devo stare male, devo sentire qualcosa che si agita nelle viscere. Oppure devo stare bene, col cuore palpitante trovo le parole negli interstizi fra un battito e l’altro. Quando lo faccio con la testa sono piatto e banale. Non ha senso scrivere qualcosa di banale: c’è già tanto da leggere che mi sentirei in colpa se qualcuno perdesse il suo tempo così.Otto donne e un mistero, il riassunto di un maggio morente. Il mistero è come le nostre strade si siano incrociate. Al buio, nell’ultimo dei non luoghi che avrei pensato. Fango e umori, là dove è nata l’immagine e la somiglianza. Sei la voce nella mia testa. Lo sai e lo vuoi: “voglio violentarti il cervello” mi hai sussurrato fra gli intrecci dei tentennati avvicinamenti. Sento che stiamo prendendo le misure. È una danza di cui conosciamo i passi, ma ne stiamo inventando di nuovi. Mi piaci perché vuoi ballare con me.