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UNA MOSTRA D’ARTE COLLETTIVA POESIA E TEOLOGIA


Non dimentichiamoci che il nostro territorio racchiude in sé degli artisti veri. Gli artisti con espressioni onnicomprensive dell’arte del bel dipingere che fa, per tanti aspetti, scuola e richiamo dell’arte italiana e che ha dato lustro al mondo intero con quella rinascita di vita costellata dal Rinascimento. La mostra in programma comprende 19  artisti, due fotografi, tutti  testimoni del nostro tempo, che fanno riferimento all’Associazione “Pittori dello Scalo.”  Spazio espositivo Sala delle Colonne del CIM Piazza Don Amerano, 1 Mappano.Espongono:Airola QuintoCarollo StefaniaCamele TeresaCambilo IvanCueva LiviaFalcombello  Sgrò AdaFrola OrnellaGiulietti RobertoGattuso RosaLa Porta FrancescoMartinico SalvatoreOliveri ValeriaPereno EsterPrivileggi MicheleRavera AnnaRomano GiusyRollero StefanoSchifano NinaZanni ClaudioPer la fotografia: Aldo Marsico e Barbara Penna.  Introduzione critica di Valeria Massa e Antonio Zappia. Intrattenimento musicale al pianoforte di Andrea Grippi con accenni del repertorio classico.  L’esposizione sarà allestita nella Sala delle Colonne del Consorzio e verrà inaugurata venerdì 26 febbraio alle ore 17,30 e rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 14 marzo.  Questa iniziativa sicuramente giova al territorio e al nostro tessuto sociale per il suo richiamo culturale vero che spesso si perde negativamente nella banalità dei “botti di fine anno”, delle “notti bianche”, delle “sagre dello spiedino”, ecc. (per fare qualche esempio) al solo scopo di mangiare, senza la necessità di quel cibo e bere fino a notte fonda. Sicuramente anche per questo c’è l’allarmante dato statistico fornito dal linguista Tullio De Mauro che “solo il 15,9% degli italiani, oggi, sanno districarsi nella società moderna”. Ritorna alla memoria un saggio politico cinese che diceva: “Un uomo senza cultura è come un sacco vuoto, non si regge in piedi”.Ma i “sacchi vuoti” oggi devono essere conservati, così come sono perché servono alla gran parte della politica,  asservita all’altrui profitto. Anche per queste ragioni nel corso della mostra sono in programma due significativi incontri:  Venerdì 5 marzo, ore 20,45, un incontro con la poesia dei poeti del territorio e la musica di una giovane compositrice, da lei stessa eseguita. Versi di: Norma Beltramino, Piero Bellina, Franco Campora, Vittorio Cattaneo, Amilcare De Leo, Enzo Di Ganci, Walter Guiotto, Alfonso La Franca, Carmelo Lombardozzi, Antonio Musolino, Marzia Neggi, Franco Pappalardo La Rosa, Nino Saccà, Younis Tawfik, Rosanna Vada, Claudio Zanni, Michele Privileggi. Musiche composte ed eseguite dal vivo da Silvia Crovesio.Voci recitanti: Carla Jaksetich, Livio Vaschetto, Antonio Zappia    Venerdì 12 marzo, ore 20,45, un incontro sui valori della Teologia e dell’etica Cristiana con l’Emerito Vescovo di Ivrea, Mons. Luigi Bettazzi, e il “Dialogo con i lontani”.  Con il vescovo parteciperanno: don Ermis Segatti, direttore dell’Ufficio Cultura dell’Arcidiocesi di Torino, don Toni Revelli, della Comunità di recupero “Enzo B” e don Antonio Appendino, Parroco di Mappano. -                 “Dialogo con i lontani”. Libro di memorie e riflessioni di un vescovo un po' laico, edito da Aliberti pubblicazione 2009. Dopo frequenti episodi di integralismo religioso, in America come in Europa, la querelle sui rapporti tra le confessioni religiose e la laicità è uno dei temi più affrontati dalla pubblicistica e dall'editoria occidentale. Si discute del valore in sé della religiosità, dei suoi contributi per la società civile, sia in riferimento alla politica sia alla bioetica e ai cosiddetti valori morali del cittadino. D'altronte non si dimenticano le difficoltà intrinseche al rapporto delle religioni con le società, con gli stati, con la coscienza individuale del cittadino. È di indubbio interesse e curiosità che ne parli in Italia, in piena querelle, monsignor Bettazzi, il più giovane vescovo italiano presente nel 1963 al Concilio Vaticano II di Giovanni XXIII, autore della famosa "Lettera a Berlinguer", con la quale auspicava a metà anni Settanta un rinnovato e fertile dialogo fra cattolici e laici.A seguito il Segretario del PCI proponeva pubblicamente il "compromesso storico", fu più volte, e senza motivi, definito "il vescovo rosso"; spiegava come anche un "episcopo", sempre rispettoso della dottrina e della tradizione, alla luce dei testi e dello spirito del Concilio, non cessi di essere pienamente cittadino, e perciò necessariamente laico, privo di ogni tentazione di "imperialismo" ideologico.