Contro la Chiesa

I Martiri Spagnoli e Pio XII


Salve a tutti, dopo molto tempo ritorno a pubblicare qualcosa su questo blog. Non perché lo spunto da cui nasce quest’ articolo sia più importante di tanti altri argomenti, che si sono susseguiti in questo periodo d’assenza, ma solo perché oggi ho qualche minuto di tempo in più rispetto a prima. Quindi non una posizione schierata, come nel passato, ma solo qualche riflessione maturata mentre sfoglio, come al solito, la rete.L’argomento è la beatificazione dei cosiddetti “martiri spagnoli” e le solite polemiche che si susseguono anche in Italia.Come al solito, noi italiani, dobbiamo infilarci anche nelle questioni di altri stati, di altre situazioni, in altri panorami storici. La beatificazione, la cerimonia intendo, era in lingua spagnola, celebrata da spagnoli, seguita da spagnoli, ma noi italiani dobbiamo dire sempre la nostra. Ma tutto fa brodo quando si deve contrastare un avversario.  Il costume politico attuale ci insegna questo.In sintesi la Chiesa proclama beati alcune persone, per la quasi totalità membri del clero, che sono stati barbaramente assassinati dalla fazione repubblicana e comunista durante la guerra civile spagnola. Queste persone avevano la sola  colpa di essere cattoliche. I repubblicani e i comunisti, come succeda in una guerra, riconoscendo nella Chiesa un avversario hanno cercato di annientarla uccidendo i suoi componenti ovviamente. Inoltre bisogna dire che i processi canonici di beatificazione sono molto lunghi, quindi è iniziato molto prima delle elezioni di Zapatero, anzi Giovanni Paolo II ha iniziato a canonizzare alcuni di questi martiri alcuni anni fa.Due riflessioni.Il martirio è una condizione sufficiente per essere proclamati santi (o beati), quindi chi è un martire ha “il diritto” di essere riconosciuto come santo. Il martirio si ha quando a costo della propria vita non si abiura la fede cattolica o i valori che essa contiene. Quindi i martiri spagnoli hanno il diritto di essere santi e negarlo per opportunità politica (contrasti con Zapatero) sarebbe asservire la Chiesa alla politica e agli uomini non a Dio.La seconda riflessione va ben oltre e riguarda la politica della Chiesa durante l’ultima guerra e in particolare nei confronti dei fascisti, dei comunisti e soprattutto dei nazisti. In altre occasioni, ho ribadito che l’infallibilità della Chiesa è solo sul piano dottrinale e magisteriale, le questioni politiche, quelle puramente umane sono fallibili, sarà la storia a giudicarle. Prima dei fatti spagnoli la storia si è ripetuta in Russia, dove quando Stalin prese il potere,  uccise la quasi totalità dei cattolici e distrusse tutte le chiese. Fortunatamente la quasi totalità dei russi era ortodossa. Poi  dobbiamo ricordare le persecuzioni in Messico del 1926. Se il Papa Pio XI non fosse morto prima di promulgare l’enciclica di scomunica  per i nazisti, i franchisti e i fascisti quanti altri martiri oggi si sarebbero dovuti beatificare? Pio XII ha adottato la politica della prudenza e senza alzare troppo la voce ha fatto, in silenzio, quello che ha potuto. Se il martirio è un atto personale di adesione a Dio non credo che sarebbe stato onesto da parte di un papa condannarci tutti a morte. Oggi ci sarebbero state pochissime chiese anche in Italia (quindi meno opere d’arte e turismo), pochissimi cattolici, una Chiesa battuta e forse sconfitta. Il male, a volte, nel breve periodo rispetto all’eternità, vince spesso. Molte volte la prudenza ha un valore più alto della eroicità, spesso gli atti eroici sono quelli ispirati alla prudenza.Usare e abusare della storia, sostenere lo scontro frontale, con tutti i mezzi possibili, è un atto ignobile. Mi riferisco alla provocazione di alcuni gruppi anticlericali nei confronti di alcuni fedeli all’uscita di una chiesa. Spero che a queste persone non venga in mente di imitare gli orrori della storia, perché io per primo potrei essere ucciso solo per avere pubblicato quest’articolo. Saluti se c’è ancora qualcuno che mi legge commenti pure.