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Un blog creato da avamposticulturali il 13/12/2006

Contro la Chiesa

Chi spara sulla Chiesa?

 
 

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Questo blog nasce da una considerazione: è giusto attaccare la Chiesa come si sta facendo nell’ultimo periodo? Perchè per gli italiani è così importante il giudizio della Chiesa quando poi le Chiese (scusate la cacofonia) la domenica sono deserte? Perchè si considera quello che è un indirizzo morale come un'ingerenza iniqua su sfere del tutto "laiche"?

Post: http://blog.libero.it/controchiesa/2026595.html

 

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Chiesa - 8x1.000 - ici sovvenzioni - TUTTA LA VERITA'

Post n°37 pubblicato il 07 Novembre 2009 da avamposticulturali
 

Chiesa - 8x1.000 ICI Sovvenzioni -TUTTA LA VERITA'

 

 

E' da qualche giorno che la Corte Suprema  Europea ha deliberato sul Crocifisso, ma i commenti sulla rete si sono concentrati su altri argomenti.

Col pretesto di commentare positivamente o negativamente questa decisione si è parlato di altro, ed in particolare si è parlato dei rapporti tra Stato e Chiesa. In particolare ho letto parecchi post sui costi che la Chiesa fa sostenere allo Stato. Spero, con poche riflessioni di dare anche io un contributo alla discussione.

Sul concetto generale mi sembra estremamente puerile pensare che un piccolo Crocifisso appeso ad una parete, possa limitare la libertà di religione di un individuo. Con tutti i simboli della religione cattolica, che adornano le nostre città, non dovrebbero esserci atei.  Inoltre, in linea di principio, dovremmo (come hanno fatto i talebani) demolire tutte le croci, gli altari votivi e le stature che costituiscono il nostro patrimonio storico.

La premessa, importante, che pongo, comunque, è che quello che scriverò non sarà per nulla confessionale o clericale, cercherò di essere estremamente immanente e laico. Cercherò di dimostrare che la Chiesa svolge un importantissimo ruolo complementare e spesso sussidiario rispetto allo Stato. Quindi svolgendo una funzione pubblica deve essere finanziata dalla comunità.

Le questioni proposte dalla rete sono sostanzialmente individuabili in pochi punti:

  • 1. La questione dell' 8 x 1.000 otto per mille;
  • 2. I finanziamenti a scuole, università e ospedali cattolici;
  • 3. L'ora di religione;
  • 4. Le agevolazioni fiscali.

 

Però, prima di iniziare ad analizzare ogni singolo tema bisogna fare chiarezza:

  • L'8x1.000 viene erogato alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana), ente giuridico di diritto italiano, ossia costituito secondo le leggi del diritto italiano e rispondente alle leggi italiane;
  • Le scuole, le università e gli ospedali sono enti giuridici autonomi, gestiti da fondazioni proprie soggetti al controllo e alle regole disciplinate dalla legislazione italiana, al pari di altri enti privati gestiti da non cattolici;
  • La retribuzione dell'ora di religione non viene gestita da nessun ente, ma viene direttamente erogata all'insegnante, il quale non versa niente a nessuno;
  • Le agevolazioni fiscali vengono concesse a soggetti giuridici muniti di propria autonomia e propria partita IVA, e quindi comunque soggetti obbligati a redigere una contabilità e a giustificare la mancata corresponsione delle tasse.

 

Parlare  genericamente di Chiesa è un errore che durante una conversazione immanente e laica non si  deve fare.

 

Iniziamo dal punto 1.

 

Come la CEI gestiste l'8x1.000?

 

Inizialmente chiariamo cosa è la CEI. La CEI Confederazione Episcopale Italiana è un Ente che raccoglie tutte le diocesi italiane. Tra le altre cose (siamo laici), gestisce le finanze degli enti (diocesi, parrocchie, conventi etc.) e associazioni (Caritas)  ad essa subordinate, eroga gli stipendi e la previdenza ai sacerdoti e ai religiosi.

 

La CEI spende i fondi dell'8x1.000 in:

 

  • 1. Per i sacerdoti:

 

  • a) Integra fino a 800 euro gli stipendi dei sacerdoti, ciò significa che, se un sacerdote percepisce di suo (o perché li incassa dalla parrocchia o perché fa un lavoro qualsiasi tipo l'insegnante) meno di 800€, la CEI gli versa la rimanenza, altrimenti se supera questa cifra non gli integra nulla;
  • b) Per i sacerdoti che, non raggiungono le ottocento euro, paga una polizza sanitaria, di circa 300 euro annui, che copre tutti i tipi di cure (compreso il dentista), anche in strutture private o all'estero. Se il sacerdote guadagna più di ottocento euro è obbligato, dalla CEI, a pagarsela (la polizza) da solo;
  • c) Sempre per i sacerdoti, di prima, versa, circa 400 euro l'anno, in un fondo contributivo separato Inps per la pensione. Alla stessa maniera se il prete guadagna di più viene obbligato, stavolta dall'Inps, a pagarli da solo. Vale la pena ricordare che i sacerdoti percepiscono oggi, una pensione di circa 750 mensili ( dopo i 70 anni o 35 anni di contributi) derivante da questo fondo di gestione separato a regime contributivo. Molti, sulla rete, dicono che ai preti la pensione la da lo Stato, ma scordano che in ogni caso avrebbero diritto alla pensione sociale, che oggi è di circa 500 euro, se si fanno due conti risulta evidente che i sacerdoti la pensione se la pagano da se, inoltre in presenza di altre pensioni (dalla scuola), la pensione clero viene decurtata al minimo e quindi vengono pagati solo 300 euro;
  • d) Se il sacerdote non ha dove abitare (ed è sempre sotto la soglia vista prima), gli finanzia una piccola cifra per l'alloggio, che va dalle 80 alle 200 mensili, a seconda del luogo dove vive.

 

  • 2. Per le opere di culto:

 

  • a) Finanzia la costruzione di nuove chiese, cura la manutenzione degli edifici di culto non ricadenti nel patrimonio storico-culturale (e quindi che non hanno alcun diritto ad altri finanziamenti statali), finanzia gli adeguamenti alle norme (46/90) antinfortunistiche degli immobili;
  • b) Paga le polizze assicurative, che coprono eventuali incidenti dei fedeli, all'interno della struttura di culto;
  • c) Integra le finanze di quelle parrocchie che non riescono ad ottenere offerte adeguate, affinché siano garantiti i servizi di assistenza quali gli oratori, i centri di aggregazione per gli anziani o giovani e tutte le altre azioni che le parrocchie esplicano, con propria personalità giuridica (ossia che non ci sia un'associazione indipendente che li gestisce);
  • d) Finanzia i seminari e le case di spiritualità;
  • e) Copre i costi della propria struttura, stipendi, utenze e quant'altro.

 

  • 3. Per quanto riguarda le opere di assistenza sociali nazionali le più importanti sono:

 

  • a) La Caritas, che gestisce le mense per i poveri e distribuisce, attraverso il banco alimentare, alimenti di prima necessità, alle famiglie in difficoltà. Comunque la Caritas non si limita solo a questo, in tutte le città ci sono specificità quali l'assistenza in carcere o alle ragazze madri. La Caritas accoglie tutti: musulmani, cattolici, buddisti, gay e trans.
  • b) Finanzia numerose associazioni che si dedicano alle più svariate forme di assistenza, quali le misericordie, comunità di riabilitazione per malati psichiatrici, comunità di assistenza ed educazione di handicappati e dawn, comunità di recupero di tossicodipendenti e ex carcerati (i cattolici sono quelli che in percentuale si occupo di più di queste persone).

 

  • 4. Le opere di assistenza all'estero sono molteplici e sono note, inoltre vorrei ricordare che tra i fondi visti prima (opere di culto) rientrano anche quelli destinati alle diocesi terzomondiste gemelle. Parecchie diocesi italiane gestiscono ampie zone in terra di missione, quasi fossero delle estensioni extraterritoriali, i costi e l'organizzazione non rientrano nei bilanci delle Opere Missionarie Estere, ma all'interno dei bilanci delle diocesi italiane gemellate.

 

Ecco come la CEI gestisce l'8 x 1.000, secondo me in maniera molto efficiente, perché le parrocchie e le associazioni collegate, solitamente,  funzionano e, perché riesce a garantire ai propri dipendenti (i preti) uno stipendio capace di sostentarli e una previdenza adeguata (anzi di tutto rispetto). Cosa che molto spesso non troviamo negli enti statali.  Inoltre attraverso la propria ramificazione raggiunge in maniera capillare tutto il territorio italiano.

 

La CEI, attraverso le strutture viste, fornisce  pubblici servizi. L'assistenza ai bisognosi, ai malati, ai carcerati, agli immigrati senza permesso di soggiorno etc, sono pubblici servizi.  Anche l'erogazione del servizio religioso è un pubblico servizio. La maggioranza degli antropologi è concorde che il bisogno religioso dell'uomo è un bisogno primario, quindi un bene o servizio primario. Lo Stato deve garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi pubblici primari, o attraverso proprie strutture o, attraverso enti terzi, con specifiche peculiarità. I costi dei servizi pubblici primari sono a carico della collettività.

 

Tralascio quindi tutti quelli aspetti opinabili sulla volontarietà della sottoscrizione dell8x1.000 o, le atre considerazioni che non si avvalgono di una logica laica e immanente.

 

 

Le scuole, le università e gli ospedali cattolici.

 

Tralascio tutte le considerazioni sulla libertà di istruzione e di cura.

 

Le scuole e le università cattoliche, in Italia accolgono sia cattolici che non, e forniscono spesso servizi di altissima rilevanza sociale. La frequenza di licei cattolici, di solito, è sinonimo di alta qualità di preparazione, spesso non ottenibile sul territorio dalle istituzioni pubbliche. Moltissimi manager, magistrati e politici italiani sono stati formati da scuole cattoliche. L'università S. Cuore di Milano né un esempio emblematico.

Inoltre, di solito, le scuole e università cattoliche accolgono studenti iperdotati senza che questi paghino una lira di retta. Anzi riservano loro un percorso di studio adeguato alle loro capacità, cosa che nel pubblico nessuno fa. Una scuola adeguata assicura alla società cittadini preparati e produttivi, sia per se, che per gli altri.

 

Le sovvenzioni incriminate vengono comunque erogate anche alle scuole ed università non cattoliche, vedi Bocconi, Normale di Pisa, Luisis, ma nessuno si scandalizza per questo. Se lo Stato, sovvenziona chi fornisce un servizio pubblico di qualità, credo che stia facendo solo la sua funzione di Stato, inoltre nelle scuole ed università cattoliche non si insegna (programmi ministeriali) nulla di meno di quelle pubbliche (forse molto di più) e, paradossalmente, alla collettività, costano di meno. Credo che sia scandaloso, invece, quando si erogano sovvenzioni a enti privati (scuole ed università) di pessima qualità formativa. Spesso esistono degli istituti paritari che sono sostanzialmente dei diplomifici a pagamento, ma che ottengono  e mantengono la parità.

 

Cosa analoga  si può affermare per gli ospedali, in cui vengono curati tutti senza eccezione di credo e orientamento sessuale. Gli esempi più emblematici di ospedali cattolici sono Il Policlinico Gemelli e il Campus Biomedico di Roma, uno storico e l'altro di recente istituzione, ma ne esistono svariati altri. Questi ospedali hanno delle specializzazioni invidiate anche all'estero, in particolare, il Campus Biomedico accoglie una delle più importanti facoltà di bioingegneria di tutta Europa.

 

Come  ricordato prima, anche altri istituti privati vengono sovvenzionati e, leggendo la cronaca, ci si accorge che spesso, le cliniche private sono assi di imperi che si basano su mafia e corruzione. Anche le cliniche private hanno dei sovvenzionamenti, ma mentre gli ospedali cattolici usano gli utili per ampliare l'offerta sanitaria, gli utili delle strutture non cattoliche si trasformano in barche e ville per i proprietari.

 

Inoltre il Policlinico Gemelli di Roma funziona meglio dell'Umberto I e costa di meno.

 

In sintesi vale il concetto di prima: le scuole, le università cattoliche forniscono un servizio pubblico, basato su beni primari, quindi va pagato dalla collettività.

 

L'ora di religione:

 

 

Oggi l'ora di religione viene gestita quasi in maniera autonoma dall'insegnate, non ci sono programmi che vengono effettivamente adottati e riveste un compito di supporto psicologico  nei confronti degli studenti.  Nessuno è mai stato licenziato per avere insegnato storia delle religioni, anzi nei libri di testo adottati c'è una ampia parte dedicata a questo tema. Cosa dire? A me piacerebbe che si insegnasse religione cattolica, in quanto sarebbe una buona opportunità per educare i giovani ai valori essenziali della nostra società quali tolleranza, accoglienza e carità. Mi piacerebbe che siano gli psicologi a fare gli psicologi, ma anche in questo caso la Chiesa deve tappare i buchi di uno Stato sempre più miope alle esigenze dei propri figli.

 

Ma, torniamo laici e immanenti. L'ora di religione esiste ancora, perché in molti ne fanno richiesta. Lo Stato, quindi, paga un insegnante per svolgere un servizio pubblico richiesto dalla collettività, non da soldi né al Vescovo, né al Vaticano. Il 90% degli insegnanti di religione sono laici sposati e con figli, i sacerdoti, oggi, di solito, insegnano latino, italiano o filosofia.

 

Qualcuno,  contesta il fatto, che l'insegnate di religione deve avere l'autorizzazione del vescovo locale. Mi chiedo chi possa certificare, oltre al citato vescovo questa capacità. Ogni insegnate deve curricularmente dimostrare le proprie capacità con titoli appropriati (SIS, laurea etc.) e sostenere un concorso (ameno durante il periodo  pregermini), il titolo che certifica l'idoneità ad insegnare religione è la citata autorizzazione.  Oltretutto chi sceglie l'ora di religione accetta questa condizione contrattuale. 

 

Le agevolazioni fiscali:

 

Le agevolazioni fiscali più importanti concesse agli enti e associazioni cattoliche sono:

 

  • 1. L'esenzione dall'ICI per gli edifici adibiti a pubblico culto. Sono esentati dall'ici: tutti gli edifici di qualsiasi religione destinati al pubblico culto, le loro pertinenze; tutti gli edifici che accolgono attività ricreative e culturali in cui il proprietario non percepisce alcun reddito; tutte le scuole, sia pubbliche che private; gli edifici statali; gli ospedali quando questi sono gestiti senza scopo di lucro; gli edifici extraterritoriali della Santa Sede e tutti gli immobili posseduti da stati esteri (ambasciate, sedi consolari e abitazioni dello staff); gli immobili posseduti dalle organizzazione senza scopo di lucro quando sono usati per finalità pubbliche. In poche parole non sono solo gli enti ecclesiali a non pagare l'ICI, ma moltissimi altri soggetti. Gli immobili, invece adibiti ad uso commerciale (o per scopi di lucro), anche di proprietà di soggetti esentabili non sono esenti. Le contabilità di tutte le parrocchie, delle associazioni cattoliche etc sono a diposizione della Guardia di Finanza e dei comuni per accertare e sanzionare ogni violazione. Se una associazione teatrale compra un teatro e non fa pagare il biglietto non paga l'Ici;
  • 2. Esenzioni di alcune tasse quale l'IRAP. L'IRAP è dovuta solo dalle aziende commerciali con finalità di lucro, quindi tutte le onlus sono esentate, anche l'Avis, Amnisty International, Emergency etc. etc.

 

La legge agevola di nuovo  gli enti e le associazioni che svolgono una funzione pubblica, sempre lo stesso concetto. Funzioni pubbliche o di pubblica utilità.

 

 

Spero, pur essendo stato oltremodo lungo, di potere fare capire che se ragioniamo in maniera laica dobbiamo approvare che la Chiesa esista e che debba avere i diritti previsti per chi svolge una funzione di pubblica utilità. Non soggetta a nessun privilegio, ma alla legge. Rinvio agli altri post, anche se vecchi,  per i temi afferenti agli aspetti trascendenti e spirituali. Mentre lascio lo spunto del mio prossimo post: L'eversione dei beni ecclesiali del 1.866: Una rapina con molte conseguenze.

 

Ma la mistificazione continuerà!

 

Saluti, tutti i commenti sono accettati, spero laici e immanenti .

 

Saluti.

  

 

 

 

   

 
Rispondi al commento:
magiaitalia
magiaitalia il 10/11/09 alle 00:03 via WEB
E menomale che sei laico... la chiesa deve esistere, ma non deve pretendere di comandare a casa nostra, semplice. sul crocifisso, a me non da fastidio ma siamo o no uno stato laico? cosa dice la costituzione? dice che siamo uno stato laico e non uno cattolico, e quindi tutti i simboli religiosi devono essere tolti dai luoghi pubblici. Tu dici che i valori della nostra società devono essere insegnati a scuola, e per valori tu dici cattolicesimo. no mi dispiace il cattolicesimo glielo insegni a casa tua o al catechismo, non in una scuola che deve essere laica. Sull'ora di religione, non condivido. Si insegna quasi sempre solo religione cattolica, e così non serve a nulla. facciamo invece storia delle religioni che diviene materia di esame e allora si che qualcosa si può fare, con prof. che non vengano scelti dal vaticano come avviene ora. sui finanziamenti anche non mi piace quello che hai detto, se sei privato di finanzi da solo. è vero che c'è una maggiore qualità, qualità dovuta a cosa però? qualità dovuta a raccomandazioni e al nome di quella università. e poi addirittura vuoi far credere che l'università cattolica sembra che sia gratis, quando in realtà è come tutte le università private... non scherziamo. Perchè nel tuo bel discorso laico non parli anche di quanto ci costi la casta della chiesa? pochi sanno che ci costano più dei politici. Oppure nel tuo discorso laico perchè non ci dici anche delle ingerenze vaticane sulla politica italiana? se tu sei laico...
 
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NOTE VARIE

immagine“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello  che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.

La nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale)  all’interesse unico dell’individuo.

 Leggi il post: http://blog.libero.it/controchiesa/2191139.html

Cosa è giusto e cosa è facile? Chi spara sulla Chiesa e perchè?

 

CHIARIAMO I TERMINI

             I dibattiti televisivi non hanno la capacità di chiarire i termini delle discussioni, noi telespettatori rimaniamo lì costretti a vedere individui che litigano con il pretesto di parlare di argomenti alti e sacri.

 I saccenti “telemediatici” e i politici “saltafosse” che, non capendo nulla o meglio non parlando in maniera chiara e semplice,  fanno solo chiasso e confusione.

C'è un divario grande come un oceano tra chi, crede di parlare (o blaterare), e chi li ascolta davanti la scatola magica.

            In questo blog intendo chiarire i termini del dibattito e, in maniera pacata, confrontarmi con chi la pensa in maniera totalmente diversa dalla mia.

 
 
 
 

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