(SENZA TITOLO)

La storia di Sandro


Avvertenza: quello che segue (che non so bene se sia un racconto o una pagina di diario o semplicemente delle riflessioni, fate voi!) e` un po` autobiografico, ma nel finale utilizzo delle metafore (niente paura, dunque!). La storia di SandroBy Fiodor - Maggio '08Questa di Sandro e` una storia triste e potrebbe benissimo essere raccontata in un pezzo di De Andre`, sicuramente con piu` poesia di come faro` io.Sandro era sulla soglia dei cinquant’anni e, come accade a volte a quest’eta`, sempre piu` spesso si guardava indietro per fare un resoconto. In tutto quello che aveva fatto, Sandro era sempre riuscito “abbastanza” bene. Non proprio IL migliore, diciamo TRA i migliori. Sia a scuola che all’universita`, nello sport e nelle sue “passioni”, nella sua carriera professionale. A Sandro piaceva fare le cose per bene: se sentiva di non potercela fare, se non si trattava dei “suoi” campi, preferiva rinunciare e magari far fare ad altri, piuttosto che ottenere un risultato mediocre. Ma se sentiva di poter riuscire, allora si impegnava a fondo, magari supplendo alla mancanza di talento con la costanza dello sforzo. Non che disprezzasse quelli che invece non si facevano i suoi stessi scrupoli e agivano in svariate attivita` magari con risultati scarsi. Solo che lui era fatto cosi` e gli altri diversamente. Sandro rispettava il diritto degli altri di viversela come meglio credevano, la vita, e voleva in cambio lo stesso rispetto.Un’altra cosa che Sandro voleva era il riconoscimento obiettivo e sincero di questa sua bravura. Che male ci sarebbe stato? Lui rispettava gli altri, cercava di non mostrare la sua superiorita` e di non sentenziare quando si era in uno dei suoi campi. Accettava il dialogo paritario e stimolava le opinioni altrui, anche se poi inevitabilmente la sua maggiore preparazione usciva fuori, prima o poi. Che, gli altri non avrebbero potuto rispettarlo ugualmente, anche se questo comportava riconoscere sinceramente la sua bravura? Invece, si sa, per molti riconoscere la bravura altrui e` un po` come tagliarsi un pezzo del corpo. E allora gli altri cominciarono a combatterlo. Naturalmente Sandro sapeva che “gli altri” non si erano coalizzati in una congiura: “il mondo contro Sandro”! Pero` trovo` che, forse per qualche istinto primordiale, la gente “naturalmente” si accomuna nell’usare tattiche efficaci nella lotta contro quello che sente “diverso”.    Nessuno gli diceva piu` “bravo!”. E gli altri, invece, venivano osannati esageratamente (apposta), anche se ottenevano risultati mediocri o anche scarsi. Sandro si sentiva ingiustamente sottostimato e non apprezzato. Sapeva anche che la sua autostima avrebbe dovuto contare un po` di piu`, rispetto alla stima degli altri. Sapeva che il suo bisogno di riconoscimento era un po` infantile, probabilmente dovuto alla mancanza sofferta in quella vera, di infanzia. Sapeva che tutto poteva solo essere una sua paranoia.Ma lui era cosi`, gli altri avrebbero potuto anche sforzarsi di capirlo, un po`! E allora il resoconto di cui dicevo era negativo. Quel giorno gli pareva ‘particolarmente” negativo. Perche`, ormai, per paura di essere attaccato, non tentava nemmeno piu` di esprimersi, preferiva star zitto e fermo, non ottenere alcun risultato e avere indifferenza in cambio, piuttosto che ottenere un ottimo risultato e non avere apprezzamento in cambio. Ma questo voleva dire che gli stavano limitando la liberta` di esprimersi. Forse non l’ho detto finora, ma un altro dei difetti di Sandro era che amava profondamente essere libero. Allora, se gli stavano portando via la sua liberta`, beh, se la sarebbe ripresa. Per Sandro era difficile dire cosa fosse per lui la liberta`. Forse una metafora sarebbe stata piu` efficace di una spiegazione: ecco, per Sandro la liberta` era il volare delle aquile. Stridendo forte per affermare l’esistenza fiera, tra alte vette battute dal vento, ora planando assecondandolo, ora battendo vigorosamente le ali per combatterlo, quel vento. Gioia, potenza, vita. Liberta`. E allora doveva volare con le aquile. Sali` sulla vetta, si riempi` i polmoni di quell’ aria pulita, gli occhi di quei colori sereni. Non ebbe paura. Volo` giu`. Col vento in faccia, senti` lo stridio di un’ aquila, li` accanto.