Da "Il Manifesto"La riforma è un fantasmaLa svolta epocale è stata rimandata. Ieri sera, a conclusione del chiarificatore incontro con Napolitano, il governo ha scelto di non presentare il «pacchetto scuola»nel Consiglio dei ministri di oggi.Roberto CiccarelliAveva promesso di stupire il mondo della scuola. E ci è riuscito. A poche ore dal Ferragosto il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha rassicurato di essere al lavoro con il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e «il suo staff» per correggere le virgole di un provvedimento ambizioso che avrebbe cambiato il futuro dei figli dei nostri figli nel 2038. E non era mancato l'annuncio sensazionale: risolvere una volta per tutte il precariato nella scuola, anche perché è in arrivo la sentenza della Corte Europea che comminerà all'Italia una pesante multa per sfuttamento dei docenti con un'anzianità superiore ai 36 mesi. «Assumeremo 100 mila precari», non importa se in tre anni e a partire dal 2017. E non subito, dal primo settembre. Una poco più che normale operazione di immissione in ruolo, alzando i numeri dei subentri attuali e spalmandoli su un triennio. La svolta epocale è stata rimandata. Ieri sera, a conclusione del chiarificatore incontro con Napolitano, il governo ha scelto di non presentare il «pacchetto scuola»nel Consiglio dei ministri di oggi. È il ritorno alla realtà dopo un'intensa settimana di propaganda, un laissez-faire interessato rilanciato ieri su twitter da Renzi: «Magari prima aspettate che presentiamo la riforma, no? Ancora non abbiamo presentato nulla. Buon lavoro». L'attesa è stata inutile, Troppo il lavoro. È stato scelto di evitare l'ingolfamento di misure in Cdm dove approderanno lo Sblocca-Italia e la giustizia. In realtà i soldi non ci sono. Per assumere circa 30 mila persone all'anno sarebbero necessari 4-500 milioni di euro. Moltiplicati per tre fa la cifra astronomica (per i criteri dell'austerità) di 1,2-1,5 miliardi. Una spesa non finanziabile con i tagli della spending review alla spesa pubblica con i quali il governo intende finanziare una parte sostanziosa del bonus
RIFORMA
Da "Il Manifesto"La riforma è un fantasmaLa svolta epocale è stata rimandata. Ieri sera, a conclusione del chiarificatore incontro con Napolitano, il governo ha scelto di non presentare il «pacchetto scuola»nel Consiglio dei ministri di oggi.Roberto CiccarelliAveva promesso di stupire il mondo della scuola. E ci è riuscito. A poche ore dal Ferragosto il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha rassicurato di essere al lavoro con il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e «il suo staff» per correggere le virgole di un provvedimento ambizioso che avrebbe cambiato il futuro dei figli dei nostri figli nel 2038. E non era mancato l'annuncio sensazionale: risolvere una volta per tutte il precariato nella scuola, anche perché è in arrivo la sentenza della Corte Europea che comminerà all'Italia una pesante multa per sfuttamento dei docenti con un'anzianità superiore ai 36 mesi. «Assumeremo 100 mila precari», non importa se in tre anni e a partire dal 2017. E non subito, dal primo settembre. Una poco più che normale operazione di immissione in ruolo, alzando i numeri dei subentri attuali e spalmandoli su un triennio. La svolta epocale è stata rimandata. Ieri sera, a conclusione del chiarificatore incontro con Napolitano, il governo ha scelto di non presentare il «pacchetto scuola»nel Consiglio dei ministri di oggi. È il ritorno alla realtà dopo un'intensa settimana di propaganda, un laissez-faire interessato rilanciato ieri su twitter da Renzi: «Magari prima aspettate che presentiamo la riforma, no? Ancora non abbiamo presentato nulla. Buon lavoro». L'attesa è stata inutile, Troppo il lavoro. È stato scelto di evitare l'ingolfamento di misure in Cdm dove approderanno lo Sblocca-Italia e la giustizia. In realtà i soldi non ci sono. Per assumere circa 30 mila persone all'anno sarebbero necessari 4-500 milioni di euro. Moltiplicati per tre fa la cifra astronomica (per i criteri dell'austerità) di 1,2-1,5 miliardi. Una spesa non finanziabile con i tagli della spending review alla spesa pubblica con i quali il governo intende finanziare una parte sostanziosa del bonus