CORE NAPULITANO

Il cristo velato (cappella SanSevero)


Il Cristo velato è una delle opere più famose e più suggestive al mondo e ha sempre destato stupore e ammirazione. Tra i moltissimi suoi estimatori vale la pena ricordare Antonio Canova il quale dichiarò che sarebbe stato pronto a dare dieci anni della sua vita pur di essere l'autore di un siffatto capolavoro.Datato e firmato dal Sanmartino, il Cristo ha un precedente nel bozzetto in creta del Corradini, conservato nel Museo di San Martino. Dopo la morte del Corradini, Raimondo de Sangro commissionò l'opera al giovane scultore napoletano che tenne poco conto del precedente bozzetto.Vero è che in quest'ultimo, come nella Pudicizia, è nel velo l'originale messaggio stilistico, ma vero è ancor più che i palpiti e i sentimenti tardo - barocchi del Sanmartino imprimono al sudario un movimento e una significazione distantissimi dai canoni corradiniani. La moderma sensibilità del Sanmartino scolpisce, scarnifica il corpo senza vita, che le morbide coltri raccolgono misericordiosamente, sul quale i tormentati, convulsi ritmi delle pieghe del velo incidono una sofferenza profonda, quasi che la pietosa copertura rendesse ancora più nude ed esposte le povere membra, ancora più inesorabili e precise le linee del corpo martoriato. La vena gonfia e ancora palpitante sulla fronte, le traffitture dei chiodi sui piedi e sulle mani sottili, il costato scavato e rilassato finalmente nella morte liberatrice sono il segno di una ricerca intensa che non dà spazio a preziosismi o a canoni di scuola, anche quando lo scultore minuziosamente "ricama" i bordi del sudario o si sofferma sugli strumenti della Passione posti ai piedi del Cristo. L'arte del Sanmartino si risolve in una evocazione drammatica che giunge ad essere, ad un tempo, avvio ed approdo di una inchiesta che trascende se stessa, nell'istante in cui il Cristo diventa simbolo del destino e del riscatto dell'umanità intera.