Creato da corenapulitano il 10/10/2006

CORE NAPULITANO

il blog Napoletano per i Napoletani (tutte le informazioni sono prese dal web)

 

« VAI MòCastel dell'Ovo »

LA CHIESA DI SAN DOMENICO MAGGIORE

Post n°41 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da corenapulitano

La chiesa di San Domenico Maggiore è una chiesa basilicale di Napoli, tra le più interessanti dal punto di vista storico ed artistico.

Voluta da Carlo II d'Angiò ed eretta, inizialmente in stile gotico, tra il 1283 e il 1324, divenne la casa madre dei domenicani nel regno di Napoli.

Fa parte di un complesso conventuale che si trova nel centro antico della città, nella piazza omonima.

La chiesa

Storia

Nel 1231 i Domenicani, con a capo Tommaso Agni da Lentini, giunsero a Napoli, e non disponendo di una sede propria, si stabilirono nell'antico monastero della chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa, gestita dai padri benedettini, prendendone possesso.

La consacrazione della chiesa a San Domenico avvenne nel 1255 per volere di papa Alessandro IV, come attestato da una lapide posta alla destra dell'ingresso principale.

La costruzione della chiesa fu voluta da Re Carlo, per un voto fatto alla Maddalena durante la prigionia patita nel periodo dei vespri siciliani, e la prima pietra fu posta il 6 gennaio del 1283, con i lavori che si protrassero sino al 1324, seguiti nella fase definitiva dagli architetti francesi Pierre de Chaul e Pierre d'Angicourt.

Carlo V soggiornò in San Domenico Maggiore nel 1536

La chiesa, fu eretta secondo i classici canoni del gotico, con tre navate, cappelle laterali, ampio transetto e abside poligonale, e fu realizzata in senso opposto alla chiesa preesistente, vale a dire con l'abside rivolta verso la piazza, alle cui spalle fu aperto, in periodo aragonese, un ingresso secondario.

Numerosi interventi succedutisi nei secoli ne hanno alterato la struttura e le originarie forme gotiche: nel periodo rinascimentale terremoti e incendi avviarono i primi rifacimenti (malgrado ciò nel 1536 Carlo V fu accolto nel tempio), mentre ancora più incisivi furono i rifacimenti barocchi del Seicento, tra i quali spiccano la sostituzione del pavimento (poi completato nel XVIII secolo) con quello progettato da Domenico Antonio Vaccaro.

Con l'avvento a Napoli di Gioacchino Murat, il complesso fu destinato ad opera pubblica (1806-1815) e ciò provocò danni alla biblioteca e al patrimonio artistico, mentre un tentativo di ripristino fu messo in atto con i restauri ottocenteschi di Federico Travaglini, che tuttavia portarono ad un complessivo snaturamento dell'originale spazialità della chiesa.

Facciata principale nel cortile

Ulteriori danni furono subiti dal complesso durante il periodo della soppressione degli ordini religiosi, quando i padri Domenicani dovettero nuovamente abbandonare il convento (1865-1885), a causa di alcuni adattamenti discutibili che si intese dare alle strutture (palestre, istituti scolastici, ricovero per mendicanti e sede tribunalizia).

I restauri del 1953 eliminarono i segni dei bombardamenti del 1943, ripristinando il soffitto a cassettoni, i tetti, le balaustre delle cappelle, la pavimentazione e l'organo settecentesco e riportando alla luce anche gli affreschi del Cavallini, mentre interventi piu recenti (1991) vi sono stati sulla scala in piperno che conduce all'abside e sulla porta marmorea.

L'ingresso

L'ingresso principale è rivolto a nord e vi si accede, attraverso un ampio cortile, dal vicolo San Domenico, mediante un portale con numerosi elementi gotici; sulla parte alta esterna dell'arcata vi è un affresco raffigurante La Vergine che offre lo scapolare domenicano al beato Reginaldo della scuola di Pompeo Landulfo (pittore vissuto nella seconda metà del XV secolo).

Il lato interno del portale presenta una iscrizione che testimonia la munificenza di Carlo II d'Angiò nei confronti dei frati; lo stesso sovrano è raffigurato in una statuetta di marmo posta in una nicchia.

L'ingresso della basilica è attraverso il pronao settecentesco, mentre tra il portale marmoreo gotico (ad arco acuto) e la porta lignea.continua......

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/corenapulitano/trackback.php?msg=6235943

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
corenapulitano
corenapulitano il 04/01/09 alle 19:16 via WEB
L'interno [modifica] La navata centrale L'interno della chiesa è ricco di opere d'arte sia scultoree che pittoriche, nonostante i numerosi furti che si sono susseguiti nel corso del tempo. Un quadro raffigurante San Domenico è esposto sulla controfacciata, opera di Tommaso De Vivo, mentre il soffitto a capriate originario fu sostituito da quello di epoca barocca (1670). All'ingresso vi sono due cappelle laterali, quella dei Muscettola e quella dei Carafa, in cui sono conservate alcune opere interessanti. San Tommaso d'Aquino studiò ed insegnò in San Domenico Maggiore Nella cappella a sinistra, è visibile una copia della * Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Elisabetta dipinta da Fra' Bartolomeo della Porta nel 1516 e sottratta ed inoltre un dipinto del Redentore di scuola leonardesca, mentre in quella a destra (dedicata a San Martino) si trovano la Tomba di Galeotto Carafa di Romolo Balsimelli e la Tomba di Filippo Saluzzo di Giuseppe Vaccà, oltre le quattro grandi tele del De Vivo di inizio Ottocento e, sull'altare una tela attribuita al pittore fiammingo Cornelius Smet. Lungo la navata destra vi è la cappella dedicata alla Maddalena che presenta tracce di un affresco, coevo alla costruzione della chiesa, raffigurante la Madonna col Bambino attribuito alla scuola pittorica della fine del XIV secolo, la Tomba di Tommaso Brancaccio e la tela di Francesco Solimena Madonna col Bambino e santi domenicani (1730). Di grande rilievo, per la qualità dei colori e l'impianto architettonico, sono senza dubbio gli affreschi della Cappella Brancaccio ad opera di Pietro Cavallini, che operò a Napoli nel periodo in cui fu ospite remunerato di re Carlo II; gli affreschi, commissionati dal cardinale Landolfo Brancaccio nel 1309, raffigurano: Storie di San Giovanni Evangelista, Crocifissione, Storie della Maddalena e gli Apostoli Pietro, Paolo e Andrea. Nella Cappella di San Antonio Abate, oltre alla tela che raffigura il santo (attribuita per un certo tempo erroneamente a Giotto), vi è, alle pareti laterali, un Battesimo di Cristo del senese Marco Pino della seconda metà del Cinquecento con evidenti influssi michelangioleschi e una Ascensione del fiammingo Teodoro d'Errico (Dirk Hendricksz, 1577-1604). Vi è poi il Cappellone del Cocifisso, con affreschi di Michele Regolia sulla volta e, all'interno diversi sepolcri fra cui quello di Ferdinando Carafa (morto nel 1593), mentre l'altare settecentesco vi è una riproduzione del Crocifisso della metà del secolo XIII (ora conservato in deposito) che, secondo la tradizione avrebbe parlato a San Tommaso d'Aquino, apostrofandolo con le seguenti parole: «Tommaso tu hai scritto bene di me. Che ricompensa vuoi?» alle quali il santo replicò «Nient'altro che te, Signore». Sul lato sinistro del Cappellone vi è la Cappella dei Carafa di Ruvo, decorata in marmo dal Malvito ed, a seguire la Cappella del Doce di epoca rinascimentale e all'interno della quale era collocata la Madonna del Pesce di Raffaello, ora al Museo del Prado di Madrid. La sagrestia [modifica] La sagrestia è un salone rettangolare, decorato in forme barocche del XVIII secolo su disegno di Giovan Battista Nauclerio, che qui riprende qui stile di Francesco Antonio Picchiatti. Le pareti sono decorate da stalli in legno di noce intagliate e finemente decorate e l'affresco Trionfo della Fede nell'Ordine Domenicano di Francesco Solimena che decora la volta, restaurato di recente e forse tra i più imponenti dell'artista. Sul pavimento vi è la lapide sepolcrale di Richard Luke Concanen che fu il primo vescovo cattolico di New York e che morì a Napoli nel 1810, mentre sulle altre porte vi sono un altro affresco del Solimena (San Filippo Neri) e un bassorilievo di epoca trecentesca raffigurante la Maddalena. L'ambiente è celebre anche per la presenza, su un ballatoio che sovrasta gli stigli delle pareti di una serie di 45 feretri di reali, la maggior parte dei quali contenenti cadaveri imbalsamati di personaggi nobili. I cadaveri attribuibili con certezza sono i seguenti: Le arche dei sovrani aragonesi nella sagrestia • Famiglia Milano • Conte di Plicastro • Cardinale de Moncada, duca di Montalto • Ferdinando Orsini, duca di Gravina • Pietro d'Aragona • Isabella d'Aragona, duchessa di Milano (figlia di Alfonso II d'Aragona) • Ferrante I, re di Napoli • Una principessa di casa Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I • Luigi Carafa, principe di Stigliano • Marchese di Pescara • Duchessa di Montalto • Maria Henriquez di Alcalà • Caterina Moncada • Conte Antonio Agar Marsbourg e i suoi tre figli Le spoglie di re Alfonso d'Aragona erano anch'esse ospitate in una delle casse, ora vuota e sormontata da un ritratto del re del secolo XVII. Alcune opere non più presenti [modifica] • Madonna col Bambino, S. Giovannino e Santa Elisabetta di Fra' Bartolomeo della Porta, (1516) • Madonna col Bambino di Andrea Sabatini • Due tele di Santi di Guido Reni • San Giuseppe di Luca Giordano, (1680-1685) • Epifania di Luca da Loida • Maddalena di ignoto del Quattrocento (posta nella cappella della Maddalena, trafugata nel 1968
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

CORE NAPULITANO È

IL BLOG NAPOLETANO DI ALESSANDRO CALVO.

Disclaimer:
il contenuto di questo blog, e ricavato da ricerche sul web, pertanto se qualche immagine o scritto infrange i diritti di copyright vi preghiamo di segnalarcelo alla casella di posta alex.calvo@yahoo.it e sarà immediatamente rimosso.

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

carlorescignosonia.deangelis11mariarosariagrsvoleuseluger2mikclaudialiaemy0myriam.trevisanpaolajappellimontecristodgl4emiliana9compugrafmario.arienzoexcell69gennarogiordano43
 

ULTIMI COMMENTI

ho letto molto volentieri questo articolo.Ciao da Artecreo
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 10:15
 
A SPACCANAPULE A Spaccanapule , dint’ a ‘nu...
Inviato da: carmen46c
il 14/11/2013 alle 20:32
 
http://leideegeniali.blogspot.it/
Inviato da: fabrizio
il 23/11/2012 alle 19:46
 
marco mica nessuno ti obbliga a vederlo, poi da uno che si...
Inviato da: napolimania
il 15/06/2010 alle 12:37
 
E' semplicemente bellissima! Mi piace perchè sono...
Inviato da: emilio votta
il 16/02/2010 alle 16:49
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 16
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963