sursum corda

padre filippo passionista a tuttotondo


PADRE FILIPPO, PASSIONISTA A TUTTOTONDOIn una storia c'è sempre un incontro che dà inizio alla storia stessa. Con me e padre Filippo è iniziata così.....L'INIZIOPadre Filippo l'ho conosciuto che era già malato. Me lo ricordo la prima volta a casa di Grazia, all'incontro del gruppo laici passionisti, allora gruppo ancora in fase di crescita. Il nostro responsabile, padre Marcello, aveva un impegno quel pomeriggio e “ci ha portato” padre Filippo in sua vece. Noi ne abbiamo approfittato quel giorno per fare un momento di verifica del cammino personale. Un'ora e mezzo in cui dodici persone, a lui sconosciute, hanno messo sul tavolo le proprie perplessità per quel nuovo percorso ancora da scrivere.Per ultimo a parlare lui, quell'ometto seduto silenzionamente e rispettosamente sul divano, dagli occhi vispi e profondi, che faceva fatica a muoversi e ad esprimersi...E per educazione gli abbiamo chiesto alla fine se voleva intervenire....E l'imprevisto si rese presenza viva. Con una chiarezza, una precisione, una lucidità , senza aver preso appunti e senza conoscere nessuno, ha risposto a ciascuno di noi, ai nostri personali interrogativi, con una determinazione che nascondeva una sapienza tenerissima ma ferma. Siamo rimasti tutti estasiati e senza parole davanti al suo intervento.E chi se lo aspettava! Altro che malato e fragile! Dentro il leone ruggiva eccome!Da quel giorno non ho più preso sottogamba nessuno. Non sai mai chi è l'altro che hai davanti a te.Qualcuno di noi dopo quell'intervento senza mezzi termini, ha fatto delle scelte molto importanti per il gruppo, di abbandono o di adesione piena.Eppure non ci conosceva. E' iniziato così...Scambio due parole con lui prima dell'incontro chiedendogli della sua malattia e del rapporto suo con lei. Dietro un sorriso dolcissimo e di accettazione mi dice che è contento di avere quella malattia, meglio dell'Alzheimer, “così potrò restare lucido e interagire con gli altri fino alla fine”.IUXTA CRUCEM DISCEPOLI MISSIONARIA settembre dopo quell'incontro la decisione poi del superiore di Caravate di allora, padre Marcelllo, di affidare il gruppo laici a padre Filippo. Già da sedici anni prima aveva avviato lui stesso il progetto dei laici passionisti; ci credeva davvero in questa collaborazione con loro. Agli incontri a cui partecipava però scopre che la situazione è ancora quella iniziale. E lui senza peli sulla lingua, con il suo modo privo di giudizio e di malizia, lo fa notare ai responsabili di zona. Sperava davvero di tornare nella sua ex provincia CORM e trovare processi già avviati.Diretto, in ogni situazione, senza vergogna...perchè quando sei nella Verità non ne provi. Anche davanti al Vescovo della Diocesi con presenti tutti i sacerdoti della diocesi di Como. Quel piccolo sacerdote a cui nessuno dava retta perchè malfermo, ha saputo con quattro parole andare direttamente al cuore del problema ponendo domande profonde e che non hanno lasciato scampo ai presenti, mettendo in evidenza punti di forza e debolezze della diocesi.Ringrazio padre Marcello che lo ha spinto e stimolato sempre a predicare anche se per lui era una gran fatica; era l'unica cosa che lo faceva sentire utile e passionista evangelizzatore.SURSUM CORDAHa tenuto incontri con il gruppo Iuxta Crucem Discepoli Missionari ma anche col gruppo/coro Sursum Corda di Busto Arsizio, coretto liturgico che ha appoggiato nella sua attività evangelizzatrice che padre Filippo ha riconosciuto al primo ascolto a Caravate e che ha valorizzato in ogni frangente. Si è appassionato a questo nostro modo di evangelizzare. Ci credeva e collaborava con noi come ha fatto con il CD che stiamo realizzando.Non rinunciava mai a cantare, nonostante le sue corde vocali risentissero della malattia.Ogni incontro con Iuxta Crucem o con il coro iniziava e terminava con un canto in cui lui si immergeva completamente. Curvo su quel libretto per non perdere una parola del testo del canto.Ogni volta che abbiamo proposto concerti o meditazioni a Caravate, padre Filippo, che non poteva più accedere al Santuario, si faceva accompagnare in sacrestia, sulla sua sedia-deambulatore, e lì rimaneva pazientemente in ascolto, quasi contemplativo.E poi quando finiva l'ascolto non mancava mai la verifica e la critica costruttiva con me per migliorare quel momento di evangelizzazione.DIRETTORE SPIRITUALE E UOMO ATTENTOA livello personale aveva un'attenzione particolare. Non potevi versare una lacrima senza che lui si accorgesse e ti offrisse il suo tempo per ascoltarti, di sua iniziativa, anche senza sapere la motivazione e la tua situazione. Sempre presente. Non riusciva a voltarsi dell'altra parte. Ma non ti ascoltava per darti ragione. Ogni dialogo diventava confronto a volte anche su temi un po' antipatici.Sempre disponibile per lavorare insieme, disponibile per far crescere i suoi laici affiancandoli senza interferire, ma sostenendoli.P.FILIPPO E LA COMUNITA'Sempre presente ai momenti comunitari, anche alle trasmissioni di radio Maria durante il Covid, sempre presente agli incontri organizzati nella casa di Caravate, specialmente dove c'era il suo “figlio” più affezionato Giuseppe della Malva. Nonostante la stanchezza e la fatica, lui era là in prima fila per non perdersi nulla.Il giovedì, dopo cena, anche quando ormai muoversi era diventato un tormento, non mancava di fermarsi a salutare chi partecipava alla lectio divina, prima di salire in ascensore.Nemmeno agli incontri per preparare l'open day è mai mancato, nonostante il sonno si impadronisse del suo corpo a causa dei medicinali. Sono contenta che con il mio coro e gli amici passionisti di Caravate, nonostante fosse iniziata la pandermia, siamo riusciti a fargli il saluto a marzo del 2020. Mi aveva fatto promettere di venire a san Pancrazio, dove a maggio si è ritirato, per fare qualche concerto che ci avrebbe dato la scusa per ritrovarci. Ma appena il covid me lo permetteva la fuga verso padre Filippo è sempre stata inevitabile fino al mese scorso.I LAICI PASSIONISTIE nei nostri incontri a Pianezza come a Caravate, la cosa che non mancava mai di rimarcare, era il futuro dei laici passionisti, per lui un vero e proprio punto fermo. Ora qui mi sento in dovere di dare voce a quel desiderio. Per lui il movimento laicale passionista a livello provinciale doveva essere diviso in tre settori:il primo che si occupasse di evangelizzazione e raccogliesse i gruppi il cui scopo è questo, un altro inerente alle opere di carità e il terzo, a parte, il movimento della Tendopoli.Da lì si poteva partire a fare uno statuto proprio per ogni settore.Un altro cruccio per lui erano coloro che da studenti avevano lasciato il cammino passionista. “Tutti questi ragazzi che hanno assaporato e vissuto la vita comunitaria passionista e studiato il carisma non si possono perdere, sono una ricchezza”.Avrebbe voluto che questi ragazzi fuoriusciti dal cammino religioso, vi rientrassero da laici passionisti. Un sogno possibile da realizzare! Dopo la sua esperienza in Africa in lui era chiaro il futuro dei laici; ha cercato di portare avanti la convivenza tra laici e religiosi a Caravate spingendo perchè si prendesse la residenza noi laici in quella casa, ma i tempi non erano e non sono maturi. L'AFRICAL'Africa! Anche il mese scorso alla domanda di Beatrice “Qual era l'esperienza che avrebbe rifatto nella vita?”, padre Filippo ha risposto la sua Africa.Purtropppo la sua anima candida e semplice si scontrava con la burocrazia e i tempi umani e strutturali.PADRE FILIPPO PASSIONISTAIo che non ho conosciuto altro che il padre Filippo sofferente ma sorridente, sempre pronto a condividere tutto, anche la nostra visita a san Pancrazio, condividendola con gli altri ospiti che non ricevevano visite, sono felice di aver conosciuto una persona che ha fatto dell'annuncio sempre e comunque la sua ragione di vita. E' un esempio per tutti noi che l'abbiamo incontrato.Era solito ricordare che era stato lui ad incontrare delle persone sante che erano le persone che lo assistevano: fra Sergio a Caravate, fra Flavio e Nives. Per tutti aveva parole di stima e riconoscenza e ve le porto a nome suo.Nonostante le difficoltà della malattia, Dio continua ad operare in noi. Si può annunciare anche con la vita. Anche per il giubileo della sua Famiglia padre Filippo ha voluto dare il suo contributo nella realizzazione dell'Inno per il Giubileo. Purtroppo non ha fatto in tempo a sentirlo registrato in studio, ma sono certa che adesso se lo ascolta da lassù sorridendo al suo Signore e tenendo pure il tempo! Grazie Signore di avermi e averci concesso questo tempo con padre Filippo. Abbiamo incontrato un vero uomo di Dio.Ora tienilo stretto perchè, nonostante un po' di ritrosìa, gli piace essere coccolato!Ciao padre Filippo! Preparaci il terreno perché torneremo a lavorare insieme come piace a te! Sandra