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Le ultime stime elaborate dall'Ente federale per il controllo delle malattieNegli Usa l'influenza H1N1 potrebbe colpire il 40% della popolazioneSecondo l'Oms nei prossimi due anni il contagio arriverà a colpire due miliardi di personeNOTIZIE CORRELATEMalattie infettive: l'esperto risponde
(Ansa)MILANO - Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la nuova influenza ha quasi raggiunto il «100% del pianeta» ma è appena alle battute d’avvio, perché nei prossimi due anni potrebbe arrivare a contagiare fino a 2 miliardi di persone. E, negli Usa, secondo le ultime proiezioni elaborate dal "Centers for Disease Control and Prevention" (l'ente federale americano per il controllo delle malattie), potrebbe colpire quasi la metà degli americani in 2 anni, con il rischio di centinaia di migliaia di morti senza una campagna efficace di vaccinazione e altre misure di controllo della pandemia.USA IL 40% DELLA POPOLAZIONE POTREBBE ESSERE CONTAGIATO ENTRO IL 2001 - Secondo questa proiezione il 40% della popolazione potrebbe essere contagiato fra quest'anno e il prossimo. Il doppio rispetto a una normale influenza stagionale. Al momento, negli Usa, i Cdc hanno registrato 43.771 casi e 302 decessi. Ma il virus si diffonde a una velocità tale che rende difficile 'contarè il numero esatto dei casi. Secondo alcuni esperti, oltre un milione di persone si è giá preso la nuova influenza. I Cdc, in queste nuove proiezioni sull'andamento dell'epidemia, calcolano che i morti potrebbero variare da 90 mila a diverse centinaia di migliaia se non dovesse essere disponibile un vaccino e altre misure si rivelassero inefficaci.STIME POCO ATTENDIBILI - A mettere in dubbio le cifre sui possibili casi di contagio è poi intervenuto l'epidemiologo Giovanni Rezza, capo dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), secondo il quale è impossibile fare una stima di quante persone nel mondo potranno essere colpite dal virus dell'influenza A H1N1. «L'epidemia è appena all'inizio e ogni stima in questo momento non può che essere molto rozza e approssimativa». Secondo Rezza «i numeri sui quali si discute in questo momento si basano essenzialmente su quanto si osserva nelle popolazioni finora colpite dal virus». Ma in questa fase ha poco senso estrapolare dalla situazione internazionale un dato relativo al tasso di attacco del virus in una sottopopolazione. Per esempio, spiega Rezza, se i casi osservati rappresentano il 30% di una realtà circoscritta è molto approssimativo riferire questo dato ai sei miliardi di individui della popolazione mondiale, prevedendo quindi due miliardi di casi.25 luglio 2009