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REBIBBIARuba un filone di pane, arrestato e condannato a tre mesi di carcereL'episodio denunciato dal Garante dei detenuti del Lazio E'` stato arrestato all`inizio di giugno all'Ospedale Santo Spirito perché aveva un carico penale di poco meno di tre mesi di carcere per il furto (commesso 3 anni fa) di un filone di pane e un altro genere alimentare in un supermercato di Monte Mario, a Roma. Ora l'uomo - un italiano senza fissa dimora condannato anche ad una ammenda pecuniaria di 4 centesimi - si trova nell'infermeria del braccio G 14 del carcere di Rebibbia con un fine pena fissato al 3 settembre prossimo.MANCATO RECUPERO E SOVRAFFOLLAMANTO - La vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui «la storia di Silvio è l'emblema dell'attuale confusione che regna nel sistema della sicurezza italiano, che pensa di punire ogni tipo di condotta difforme dalla legge con la reclusione, con conseguenze drammatiche in termini di sovraffollamento e di recupero sociale dei reclusi. Una funzione, quella del recupero, garantita dalla Costituzione ma ormai praticamente abbandonata nelle carceri, perennemente alle prese con l`emergenza sovraffollamento». Quello del sovraffollamento è un problema evidente nel Lazio anche se con numeri in apparenza meno drammatici che altrove. Nella regione, infatti, al 20 luglio scorso i detenuti reclusi erano 5.739 (5300 uomini e 439 donne), 2083 gli stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 4.765 posti. 1292 sono in attesa di primo giudizio, 979 gli appellanti e 521 i ricorrenti. Quelli definitivamente condannati sono 2755.LE STORIE - Di vicende come quella di Silvio i collaboratori del Garante ne hanno gestite diverse nelle carceri di tutto il Lazio: ad esempio, sempre a Rebibbia, un detenuto affetto da poliomielite ha raccontato di aver scontato un residuo di pena di 10 giorni sempre su un letto ed ogni volta che doveva spostarsi per le necessità elementari, la sua sedia a rotelle doveva superare i controlli di sicurezza. Secondo il Garante tutto ciò dovrebbe far riflettere sul fatto che, invece di contrastare il sovraffollamento con la costruzione di nuove carceri, governo e Parlamento dovrebbero puntare ad una riforma del codice penale che preveda la reclusione per i casi veramente gravi e un sistema di misure alternative (ma non per questo meno penalizzanti del carcere) negli altri casi.25 luglio 2009