CORRIERE DELLA NOTTE

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ARCHEOLOGIAVentotene, cinque relitti di navi romaneRisultato di un progetto congiunto Italia-UsaGli archeologi: «E' come un museo sott'acqua» «Un museo sott'acqua». Così , responsabile del Nucleo operativo archeologia subacquea Soprintendenza Beni Archeologica del Lazio ha definito i reperti ritrovati nei cinque relitti di navi ritrovate al largo delle coste dell'Isola di Ventotene. Un patrimonio archeologico il cui ritrovamento ha già fatto il giro del mondo, rilanciato dai giornali Usa, dal New York Times al Boston Globe, che hanno sottolineato come il rogetto stia procecendo in stretta collaborazione tra la Soprintendenza italiana e l'Aurora Trust, il cui team di archeologi guidati da Timmy Gamblin, ha fornito le attrezzature tecniologiche necessarie.Annalisa ZarattiniSONAR - Scandagliando con il sonar il fondo marino al largo di Ventotene, ha scoperto i relitti di cinque antiche navi romane, perfettamente confermate Si tratta di navi commerciali naufragate tra il primo secolo avanti Cristo e il quinto secolo dopo Cristo. Sono tra i relitti a maggiore profondità scoperti negli ultimi anni nel Mediterraneo, e proprio il fatto di essere a una profondità di circa 100 metri li ha preservati così bene. «Le navi cercavano riparo, ma non ce l'hanno fatta», spiega Timmy Gambin, capo archeologo del gruppo che ha condotto l'esplorazione. Le navi trasportavano pregiata salsa di pesce dalla Spagna al Nord Africa, e un carico di lingotti di metallo dall'Italia, destinati probabilmente alla costruzione di statue o armi. Secondo gli archeologi le navi danno indicazioni sugli scambi commerciali nell'impero romano: dapprima Roma esportava i suoi prodotti alle province in espansione, poi cominciò gradualmente a importare sempre più dalle province i prodotti che un tempo produceva.Ma secondo Gambin la crescente popolarità delle immersioni subacquee in acque profonde minaccia i tesori archeologici del Mediterraneo. «E' una corsa contro il tempo», afferma. «Nei prossimi dieci anni ci sarà un'esplosione di immersioni subacquee e questi siti saranno accessibili ai comuni cacciatori di tesori». 25 luglio 2009