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CORRIERE DELLA NOTTE

Post n°98 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

AL VIA I MONDIALI DI ROMALa Hollywood del nuotoLo star system della piscina fa ritrovare alla città un ruolo e un fascino simile a quello della Dolce Vita

 

Due settimane in un’altra città (MGM, 1962, di V. Minnelli, con Kirk Douglas, Edward G. Robinson, Cyd Charisse e altri). Due settimane in un’altra città (FINA, 2009, di G. Malagò, con Michael Phelps, Filippo Magnini, Federica Pellegrini e altri). Non è un remake, ma è sempre la stessa storia: competizione, successo, sfide, ripicche, bella gente, bella vita. Dolce vita. Dalla celluloide al cloro, da Cinecittà al Foro Italico, sono sempre luci della ribalta a Roma.

Ciak, si nuota, con i XIII campionati del mondo, per la seconda volta in Italia, per la seconda volta sulle rive del Tevere. Ci sono tutti i più grandi, le star d’acqua dolce, che per quindici giorni mostreranno i loro fisici statuari alle statue dello stadio dei Marmi e, soprattutto, li useranno l’uno contro l’altro. È la stessa città del film, a fare da sfondo a questa competizione, è sempre Roma, come nel 1994, ma questi campionati sono stati pensati per stupire fin dalla cerimonia inaugurale, con musiche di Giovanni Allevi, inno di Claudio Baglioni, coreografie spettacolari, più un avvio da Giochi Olimpici che da «semplici» Mondiali di nuoto. Uno show hollywoodiano.

Federica Pellegrini (Fotogramma)
Tutto quanto fa spettacolo. Anche la mascotte, una rana che si chiama Diva, come Federica Pellegrini, la nostra nuotatrice bella e rapace, la nostra primatista del mondo (200 e 400 stile libero), la nostra atleta che potrebbe fare l’attrice ed è la donna-copertina dei Mondiali. Divo è Michael Phelps che, come Kirk Douglas, viene per due settimane in questa città a girare un film sulla sua voglia di vincere. A differenza di Kirk, che nel film si porta appresso sua moglie, Michael, con gli otto ori di Pechino al collo, è accompagnato da mamma Debbie che non aspettava altro che vedere Roma e lo ha costretto a partecipare, perché lui, in realtà, si voleva prendere un anno di vacanza. Poi ci sono i co-protagonisti, come Filippo Magnini e Alessia Filippi, il serbo-americano Milorad Cavic, il pellicano francese Alain Bernard e tanti altri. Non manca neanche l’intrigo finale.

Il presidente del comitato organizzatore è Giovanni Malagò, imprenditore, presidente del circolo Aniene e di molte altre cose, grande appassionato di sport e regista dell’operazione Mondiali con la collaborazione e il sostegno della Federnuoto del presidente Paolo Barelli. A poche settimane dall’inizio delle gare, i due hanno avuto dei contrasti. Come da copione: anche nel film di Minnelli, il regista e il produttore, a un certo punto, si mettono a litigare. Succede, nel cinema e nello sport. Roma è la città dove tutto si intreccia. La città del mistero e del potere, del contropotere e della satira feroce, pagana e cattolica.

Ciak, si nuota. Le piscine del Foro Italico come i set di Cinecittà. Colori, attori, maestranze, Roma caput mundi. C’era una volta la capitale del grande cinema, kolossal e spaghetti western, commedia all’italiana e film di denuncia sociale. Alla sera andavano in via Veneto, ma anche altrove. Il cinema aveva penne letterarie. Da Cesare Zavattini a Pier Paolo Pasolini, da Alberto Bevilacqua a Alberto Moravia, da Mario Soldati a Ugo Pirro. Sceneggiature che erano racconti indimenticabili, romanzi che diventavano film. Erano gli anni dei night dove Aiché Nanà faceva epoca (e scandalo) con uno storico spogliarello e Federico Fellini lo sistemava al centro del film manifesto dell’epoca. Erano gli anni della musica e delle pistole, degli artisti e dei delitti. La notte sfumava nell’alba e in quel momento morivano i sogni. Magari contro un autocarro, come accadde a Fred Buscaglione che si schiantò con la sua Ford Thunderbird. Anche le auto servono a creare il mito. Ma non c’è nessuno che lo faccia meglio di un paparazzo. Anche la loro storia cominciò allora.

 
Si veniva per il cinema, adesso si viene per il nuoto. E non è un caso. Esther Williams aveva vinto tutto a livello nazionale; doveva andare all’Olimpiade di Helsinki. Scoppiò la guerra e lei divenne la star dei film acquatici. Johnny Weissmuller, invece, dai Giochi tornò con cinque ori e divenne Tarzan. Carlo Pedersoli fu il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero prima di trasformarsi in Bud Spencer e di usare le mani per tirare pugni. E sulle tribune del Foro Italico troveremo Nanni Moretti, grande appassionato di pallanuoto, amata, giocata, raccontata («Palombella rossa»). La Roma del cinema, la Roma del nuoto, si scambiano i ruoli. Il cinema italiano è vivo, ma Cinecittà non è più il luogo dei sogni. Il nuoto li ha e li coccola. C’è anche la rivalità tra le dive. Sguardi sottili, quelli che intercorrono tra Federica Pellegrini e Alessia Filippi, le nostre Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Il nuoto a Roma è il cinema del luglio 2009, una grande arena estiva all’aperto. Sopra il cielo, davanti il cinemascope della piscina. E che sia buona la prima

Roberto Perrone
16 luglio 2009

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