« CORRIERE DELLA NOTTE | CORRIERE DELLA NOTTE » |
Post n°98 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1
AL VIA I MONDIALI DI ROMALa Hollywood del nuotoLo star system della piscina fa ritrovare alla città un ruolo e un fascino simile a quello della Dolce Vita
Ciak, si nuota, con i XIII campionati del mondo, per la seconda volta in Italia, per la seconda volta sulle rive del Tevere. Ci sono tutti i più grandi, le star d’acqua dolce, che per quindici giorni mostreranno i loro fisici statuari alle statue dello stadio dei Marmi e, soprattutto, li useranno l’uno contro l’altro. È la stessa città del film, a fare da sfondo a questa competizione, è sempre Roma, come nel 1994, ma questi campionati sono stati pensati per stupire fin dalla cerimonia inaugurale, con musiche di Giovanni Allevi, inno di Claudio Baglioni, coreografie spettacolari, più un avvio da Giochi Olimpici che da «semplici» Mondiali di nuoto. Uno show hollywoodiano.
Il presidente del comitato organizzatore è Giovanni Malagò, imprenditore, presidente del circolo Aniene e di molte altre cose, grande appassionato di sport e regista dell’operazione Mondiali con la collaborazione e il sostegno della Federnuoto del presidente Paolo Barelli. A poche settimane dall’inizio delle gare, i due hanno avuto dei contrasti. Come da copione: anche nel film di Minnelli, il regista e il produttore, a un certo punto, si mettono a litigare. Succede, nel cinema e nello sport. Roma è la città dove tutto si intreccia. La città del mistero e del potere, del contropotere e della satira feroce, pagana e cattolica. Ciak, si nuota. Le piscine del Foro Italico come i set di Cinecittà. Colori, attori, maestranze, Roma caput mundi. C’era una volta la capitale del grande cinema, kolossal e spaghetti western, commedia all’italiana e film di denuncia sociale. Alla sera andavano in via Veneto, ma anche altrove. Il cinema aveva penne letterarie. Da Cesare Zavattini a Pier Paolo Pasolini, da Alberto Bevilacqua a Alberto Moravia, da Mario Soldati a Ugo Pirro. Sceneggiature che erano racconti indimenticabili, romanzi che diventavano film. Erano gli anni dei night dove Aiché Nanà faceva epoca (e scandalo) con uno storico spogliarello e Federico Fellini lo sistemava al centro del film manifesto dell’epoca. Erano gli anni della musica e delle pistole, degli artisti e dei delitti. La notte sfumava nell’alba e in quel momento morivano i sogni. Magari contro un autocarro, come accadde a Fred Buscaglione che si schiantò con la sua Ford Thunderbird. Anche le auto servono a creare il mito. Ma non c’è nessuno che lo faccia meglio di un paparazzo. Anche la loro storia cominciò allora.
Roberto Perrone |
https://blog.libero.it/corriereitaliano/trackback.php?msg=7432210
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio: